Da almeno un cinquantennio, il Discours Physique de la Parole (1668) di Cordemoy è considerato una pietra miliare degli studi linguistici del XVII secolo, tanto per la rilevanza storiografica quanto per la ricchezza dei contenuti. Come noto, il breve trattato recupera le principali questioni semiotiche e linguistiche del tempo con l’obiettivo di renderle compati bili con la filosofia cartesiana: l’assunzione del concetto di segno linguis tico come unione di due elementi sostanzialmente separati, espressione fonico–acustica e contenuto di pensiero, consente al filosofo francese di approfondire il dualismo cartesiano e di risolvere l’annosa questione dell’interazione mente–corpo con l’occasionalismo. Posta in questi ter mini, l’indagine sulla parola, condotta a partire dalle cause materiali del linguaggio, si traduce in una svalutazione della comunicazione semiotica e in una riduzione delle lingue storico–naturali a meri strumenti espressivi, privi di una loro intrinseca semanticità. Dopo il Discours Cordemoy non scriverà più opere filosofico–linguistiche, ma si occuperà unicamente di pedagogia e storia. Tuttavia, proprio in questa sec onda fase della sua produzione il filosofo torna ad esprimersi su questioni linguistiche, con lo scopo di riconoscere ed elogiare l’originalità semantica della lingua francese. L’obiettivo di questo intervento è allora quello di confrontare le principali teorie del Discours del 1668 con le brevi riflessioni, estratte dagli scritti successivi, sulla lingua e sull’uso linguistico. La lettura di questi brevi testi ci permetterà di pensare a Cordemoy come a un pensatore capace di cogliere la gran varietà di interessi del suo tempo e non soltanto quelli della filosofia cartesiana.
Materiali per una rilettura storico–critica del pensiero linguistico e semiotico di Géraud de Cordemoy / Bartolomei, Gianmarco. - (2021), pp. 511-519. (Intervento presentato al convegno Il linguaggio e le lingue: tra teoria e storia tenutosi a Rome, Italy) [10.4399/978882554120528].
Materiali per una rilettura storico–critica del pensiero linguistico e semiotico di Géraud de Cordemoy
Gianmarco Bartolomei
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2021
Abstract
Da almeno un cinquantennio, il Discours Physique de la Parole (1668) di Cordemoy è considerato una pietra miliare degli studi linguistici del XVII secolo, tanto per la rilevanza storiografica quanto per la ricchezza dei contenuti. Come noto, il breve trattato recupera le principali questioni semiotiche e linguistiche del tempo con l’obiettivo di renderle compati bili con la filosofia cartesiana: l’assunzione del concetto di segno linguis tico come unione di due elementi sostanzialmente separati, espressione fonico–acustica e contenuto di pensiero, consente al filosofo francese di approfondire il dualismo cartesiano e di risolvere l’annosa questione dell’interazione mente–corpo con l’occasionalismo. Posta in questi ter mini, l’indagine sulla parola, condotta a partire dalle cause materiali del linguaggio, si traduce in una svalutazione della comunicazione semiotica e in una riduzione delle lingue storico–naturali a meri strumenti espressivi, privi di una loro intrinseca semanticità. Dopo il Discours Cordemoy non scriverà più opere filosofico–linguistiche, ma si occuperà unicamente di pedagogia e storia. Tuttavia, proprio in questa sec onda fase della sua produzione il filosofo torna ad esprimersi su questioni linguistiche, con lo scopo di riconoscere ed elogiare l’originalità semantica della lingua francese. L’obiettivo di questo intervento è allora quello di confrontare le principali teorie del Discours del 1668 con le brevi riflessioni, estratte dagli scritti successivi, sulla lingua e sull’uso linguistico. La lettura di questi brevi testi ci permetterà di pensare a Cordemoy come a un pensatore capace di cogliere la gran varietà di interessi del suo tempo e non soltanto quelli della filosofia cartesiana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.