“Ribadire il valore educativo e pedagogico del museo, al di là delle prospettive di ritorno e di convenienza economica e assicurarne la pubblica fruizione, come riportato nel decreto ministeriale, è tema prioritario e centrale quanto la tutela dei beni conservati nel museo”. È assolutamente fondamentale che l’istituzione museale oggi sappia rappresentare la risposta più adeguata tra necessità di rigore scientifico e aspettative del pubblico. La presente ricerca ha inteso focalizzare l’attenzione sulle iniziative proposte, sia in ambito nazionale che europeo, dai differenti tipi di musei d’arte, etnografici, storici, affinché sia possibile arrivare a una vera inclusione socioculturale dei “pubblici potenziali”, vale a dire stranieri migranti, fruitori con disabilità e persone della terza età. La questione relativa alla reale inclusione di queste categorie di possibili fruitori rappresenta una problematica presente ancora oggi in molte strutture museali, ma allo stesso tempo molto complessa. Il tema dell’immigrazione va a toccare una realtà sociale in continua crescita e ormai globalizzata e, soprattutto a livello europeo, sono molti i progetti mirati a promuovere ricerche e studi in proposito; la questione degli utenti con disabilità tocca praticamente tutte le strutture museali e le attività adeguate e adatte risultano ancora poche, tant’è che alcuni musei stanno promuovendo la collaborazione tra scienze e ambiti di studi diversi, per poter soddisfare necessità specifiche; le persone che rientrano nella fascia della terza età, infine, costituiscono la fetta più consistente, in termini percentuali, dei fruitori del museo, che quindi deve adattare la distribuzione e la disposizione dei propri spazi, ma anche le iniziative proposte e lo stile comunicativo con cui le presenta. Relativamente alla differenziazione fra i pubblici, la realtà museale italiana si caratterizza per una forte frammentarietà e disomogeneità a livello del territorio nazionale, oltre che da poca consapevolezza dell’importanza di disporre di nuovi strumenti per studiare, conoscere e comprendere i visitatori e la società nel suo insieme. Uno degli elementi principali che deve conoscere chiunque si occupi di strutture museali si configura nella conoscenza del pubblico: difatti, allo scopo di individuare, organizzare e attuare un qualsiasi progetto culturale, dall’organizzazione di una collezione permanente all’allestimento di una mostra temporanea o la preparazione di un progetto educativo, risulta sempre necessario studiare e sviluppare una “politica del pubblico” coerente e adeguata al progetto. In tal senso, secondo Bodo la nozione che la dimensione culturale e quella sociale siano legate a doppio filo e, più in particolare, che le politiche e le istituzioni culturali possano esercitare un impatto positivo sulla vita degli individui e delle comunità non è certamente una novità, sebbene sia solo da qualche anno che si è iniziato a parlare esplicitamente del ruolo della cultura nei processi di coesione e integrazione sociale. Si tratta di un tema che pone importanti questioni di responsabilità, legittimità e cittadinanza: sebbene infatti il ruolo della cultura nella società e il rapporto stesso tra arte e ideologia si siano profondamente modificati nel corso dei secoli contestualmente ai mutamenti sociali, non si può negare il ruolo determinante che la cultura svolge ancora nel creare barriere, nel delimitare confini, nel legittimare l’esclusione di gruppi emarginati, nel riprodurre disuguaglianze.

Nuove pratiche per l’inclusione sociale dei pubblici potenziali nelle istituzioni museali dal 2000 in poi / Ionascu, Madalina. - (2021 Dec 11).

Nuove pratiche per l’inclusione sociale dei pubblici potenziali nelle istituzioni museali dal 2000 in poi

IONASCU, MADALINA
11/12/2021

Abstract

“Ribadire il valore educativo e pedagogico del museo, al di là delle prospettive di ritorno e di convenienza economica e assicurarne la pubblica fruizione, come riportato nel decreto ministeriale, è tema prioritario e centrale quanto la tutela dei beni conservati nel museo”. È assolutamente fondamentale che l’istituzione museale oggi sappia rappresentare la risposta più adeguata tra necessità di rigore scientifico e aspettative del pubblico. La presente ricerca ha inteso focalizzare l’attenzione sulle iniziative proposte, sia in ambito nazionale che europeo, dai differenti tipi di musei d’arte, etnografici, storici, affinché sia possibile arrivare a una vera inclusione socioculturale dei “pubblici potenziali”, vale a dire stranieri migranti, fruitori con disabilità e persone della terza età. La questione relativa alla reale inclusione di queste categorie di possibili fruitori rappresenta una problematica presente ancora oggi in molte strutture museali, ma allo stesso tempo molto complessa. Il tema dell’immigrazione va a toccare una realtà sociale in continua crescita e ormai globalizzata e, soprattutto a livello europeo, sono molti i progetti mirati a promuovere ricerche e studi in proposito; la questione degli utenti con disabilità tocca praticamente tutte le strutture museali e le attività adeguate e adatte risultano ancora poche, tant’è che alcuni musei stanno promuovendo la collaborazione tra scienze e ambiti di studi diversi, per poter soddisfare necessità specifiche; le persone che rientrano nella fascia della terza età, infine, costituiscono la fetta più consistente, in termini percentuali, dei fruitori del museo, che quindi deve adattare la distribuzione e la disposizione dei propri spazi, ma anche le iniziative proposte e lo stile comunicativo con cui le presenta. Relativamente alla differenziazione fra i pubblici, la realtà museale italiana si caratterizza per una forte frammentarietà e disomogeneità a livello del territorio nazionale, oltre che da poca consapevolezza dell’importanza di disporre di nuovi strumenti per studiare, conoscere e comprendere i visitatori e la società nel suo insieme. Uno degli elementi principali che deve conoscere chiunque si occupi di strutture museali si configura nella conoscenza del pubblico: difatti, allo scopo di individuare, organizzare e attuare un qualsiasi progetto culturale, dall’organizzazione di una collezione permanente all’allestimento di una mostra temporanea o la preparazione di un progetto educativo, risulta sempre necessario studiare e sviluppare una “politica del pubblico” coerente e adeguata al progetto. In tal senso, secondo Bodo la nozione che la dimensione culturale e quella sociale siano legate a doppio filo e, più in particolare, che le politiche e le istituzioni culturali possano esercitare un impatto positivo sulla vita degli individui e delle comunità non è certamente una novità, sebbene sia solo da qualche anno che si è iniziato a parlare esplicitamente del ruolo della cultura nei processi di coesione e integrazione sociale. Si tratta di un tema che pone importanti questioni di responsabilità, legittimità e cittadinanza: sebbene infatti il ruolo della cultura nella società e il rapporto stesso tra arte e ideologia si siano profondamente modificati nel corso dei secoli contestualmente ai mutamenti sociali, non si può negare il ruolo determinante che la cultura svolge ancora nel creare barriere, nel delimitare confini, nel legittimare l’esclusione di gruppi emarginati, nel riprodurre disuguaglianze.
11-dic-2021
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