Il lavoro intitolato Spazio come evento. Animato e inanimato negli interstizi urbani intende avviare una rilettura filosofica dello spazio urbano a partire dai contributi di Doreen Massey, Gilles Deleuze e Bruno Latour. Un simile tentativo è possibile unicamente svincolando la riflessione dalle posizioni di coloro che sostengono l’ormai sopraggiunta impossibilità di comprendere la città. Secondo questi ultimi, infatti, qualsiasi pretesa di dare o di intravedere un ordine e una pianificazione nelle trame del tessuto urbano sarebbe stata definitivamente scompaginata o neutralizzata. Diversamente, la proposta della presente ricerca consiste in uno studio dello spazio urbano come interazione localizzata di agenti umani e non umani, che nella rinuncia alla pretesa di dare armonia allo spazio riconosce, tuttavia, la composizione di nuove e inedite melodie, senza arrendersi a una solo apparente dissonanza. L'obiettivo, dunque, è di far emergere un concetto città come accadimento ed evento materiale, ovvero come incontro tra agenti eterogenei entro uno spazio di contingenza che non preesiste all’incontro stesso, ma ne costituisce al contempo l’esito e la perimetrazione. A questo proposito il lavoro si articola in cinque capitoli. Nel primo capitolo si conduce un approfondimento delle posizioni espresse da Massey nel fondamentale testo For Space, cercando di innestarle su un orizzonte filosofico deleuziano, al fine di farne emergere le implicazioni ontologiche e, al contempo, di radicalizzarne il portato. A un concetto di spazio come assemblaggio aperto, eterogeneo e dinamico si vengono ad aggiungere connotazioni quali l’immanenza, l’evenemenzialità, la deterritorializzazione e la differenza. Il secondo capitolo si concentra specificatamente sul carattere attivo, o meglio, agentivo dello spazio e dei corpi che lo abitano e che lo compongono. Centrale si rivela il riferimento alla riflessione di Latour la cui posizione teorica rompe i legami con quelle griglie rigide che parte ampia della sociologia pone a fondamento del mondo sociale, culturale e politico – come, per esempio, quelle di sistema e di struttura – e consente di indagare il modo in cui quei corpi umani e non umani, animati e inanimati, interagiscono, partecipando attivamente alla costituzione dello spazio. A partire dalla cornice immanentistica deleuziana, all’interno della quale è stato situato il discorso di Massey successivamente sviluppato attraverso il contributo di Latour, nel terzo capitolo viene analizzata la reciproca costituzione di spazio e corpi che si è precedentemente venuta a delineare. In ragione di ciò, vi si discute la natura composizionale, emergenziale e materiale dello spazio, il suo collocarsi nella sperimentazione di assemblaggi sempre nuovi e sorgivi, mai semplicemente dati. A questo proposito, se vi è un’agentività dello spazio, inseparabile dall’attività dei corpi, la materia deve essere intesa come la matrice di una simile inseparabilità, non un vincolo ma un principio di indeterminazione e rideterminazione a partire dal quale è possibile dare ragione del mondo come un divenire di e in una caotica rete di connessioni. Se tuttavia una simile caoticità non costringe ad arrendersi alla presunta illeggibilità e incomprensibilità dello spazio urbano, ciò significa che sarà ancora possibile pensare – e praticare – una politica della città. Pertanto, nel quarto capitolo si illustrano due diversi modelli organizzativi del potere e dei suoi rapporti tesi al controllo e alla gestione dello spazio: un modello politico che ha il proprio fondamento nei rapporti di potere di tipo causale e uno nei rapporti di potere di tipo relazionale. Nello stesso capitolo, facendo emergere la complicità tra potenza, deleuzianamente intesa, e potere, l’obiettivo è di contribuire ad aprire la strada a una politica urbanistica alternativa al modello gestionale e disciplinare del potere, in direzione di un divenire minoritario della politica stessa. Si tratta di una micro-politica all’altezza di una città che si afferma sempre e solo come il piano di consistenza orizzontale, a- significante, a-soggettivo, accondiscendendo, e non ostacolando, agli eventi, alle eterogeneità, alle esperienze che vi balenano. Il quinto e ultimo capitolo rappresenta il precipitato o la messa in opera dei concetti precedentemente acquisiti. A partire da studi etnografici condotti di recente, dall’esperienza della pandemia da Covid-19, è emersa una forte e spontanea solidarietà tra ciò che è umano e ciò che non lo è, tra il colto e l’incolto, tra il domestico e il selvatico, nella costituzione dello spazio che abitiamo. Alla luce di questo studio si può dunque sostenere che è ancora possibile offrire una lettura della città che riesca a coglierla nonostante i suoi fremiti; una lettura che rinuncia all’universale e all’eternità quali categorie perentorie e necessarie a definire uno spazio cittadino e che si affida alla bontà dell’evento.

Spazio come evento. Animato e inanimato negli interstizi urbani / Tullii, Francesca. - (2021 Jul 22).

Spazio come evento. Animato e inanimato negli interstizi urbani

TULLII, FRANCESCA
22/07/2021

Abstract

Il lavoro intitolato Spazio come evento. Animato e inanimato negli interstizi urbani intende avviare una rilettura filosofica dello spazio urbano a partire dai contributi di Doreen Massey, Gilles Deleuze e Bruno Latour. Un simile tentativo è possibile unicamente svincolando la riflessione dalle posizioni di coloro che sostengono l’ormai sopraggiunta impossibilità di comprendere la città. Secondo questi ultimi, infatti, qualsiasi pretesa di dare o di intravedere un ordine e una pianificazione nelle trame del tessuto urbano sarebbe stata definitivamente scompaginata o neutralizzata. Diversamente, la proposta della presente ricerca consiste in uno studio dello spazio urbano come interazione localizzata di agenti umani e non umani, che nella rinuncia alla pretesa di dare armonia allo spazio riconosce, tuttavia, la composizione di nuove e inedite melodie, senza arrendersi a una solo apparente dissonanza. L'obiettivo, dunque, è di far emergere un concetto città come accadimento ed evento materiale, ovvero come incontro tra agenti eterogenei entro uno spazio di contingenza che non preesiste all’incontro stesso, ma ne costituisce al contempo l’esito e la perimetrazione. A questo proposito il lavoro si articola in cinque capitoli. Nel primo capitolo si conduce un approfondimento delle posizioni espresse da Massey nel fondamentale testo For Space, cercando di innestarle su un orizzonte filosofico deleuziano, al fine di farne emergere le implicazioni ontologiche e, al contempo, di radicalizzarne il portato. A un concetto di spazio come assemblaggio aperto, eterogeneo e dinamico si vengono ad aggiungere connotazioni quali l’immanenza, l’evenemenzialità, la deterritorializzazione e la differenza. Il secondo capitolo si concentra specificatamente sul carattere attivo, o meglio, agentivo dello spazio e dei corpi che lo abitano e che lo compongono. Centrale si rivela il riferimento alla riflessione di Latour la cui posizione teorica rompe i legami con quelle griglie rigide che parte ampia della sociologia pone a fondamento del mondo sociale, culturale e politico – come, per esempio, quelle di sistema e di struttura – e consente di indagare il modo in cui quei corpi umani e non umani, animati e inanimati, interagiscono, partecipando attivamente alla costituzione dello spazio. A partire dalla cornice immanentistica deleuziana, all’interno della quale è stato situato il discorso di Massey successivamente sviluppato attraverso il contributo di Latour, nel terzo capitolo viene analizzata la reciproca costituzione di spazio e corpi che si è precedentemente venuta a delineare. In ragione di ciò, vi si discute la natura composizionale, emergenziale e materiale dello spazio, il suo collocarsi nella sperimentazione di assemblaggi sempre nuovi e sorgivi, mai semplicemente dati. A questo proposito, se vi è un’agentività dello spazio, inseparabile dall’attività dei corpi, la materia deve essere intesa come la matrice di una simile inseparabilità, non un vincolo ma un principio di indeterminazione e rideterminazione a partire dal quale è possibile dare ragione del mondo come un divenire di e in una caotica rete di connessioni. Se tuttavia una simile caoticità non costringe ad arrendersi alla presunta illeggibilità e incomprensibilità dello spazio urbano, ciò significa che sarà ancora possibile pensare – e praticare – una politica della città. Pertanto, nel quarto capitolo si illustrano due diversi modelli organizzativi del potere e dei suoi rapporti tesi al controllo e alla gestione dello spazio: un modello politico che ha il proprio fondamento nei rapporti di potere di tipo causale e uno nei rapporti di potere di tipo relazionale. Nello stesso capitolo, facendo emergere la complicità tra potenza, deleuzianamente intesa, e potere, l’obiettivo è di contribuire ad aprire la strada a una politica urbanistica alternativa al modello gestionale e disciplinare del potere, in direzione di un divenire minoritario della politica stessa. Si tratta di una micro-politica all’altezza di una città che si afferma sempre e solo come il piano di consistenza orizzontale, a- significante, a-soggettivo, accondiscendendo, e non ostacolando, agli eventi, alle eterogeneità, alle esperienze che vi balenano. Il quinto e ultimo capitolo rappresenta il precipitato o la messa in opera dei concetti precedentemente acquisiti. A partire da studi etnografici condotti di recente, dall’esperienza della pandemia da Covid-19, è emersa una forte e spontanea solidarietà tra ciò che è umano e ciò che non lo è, tra il colto e l’incolto, tra il domestico e il selvatico, nella costituzione dello spazio che abitiamo. Alla luce di questo studio si può dunque sostenere che è ancora possibile offrire una lettura della città che riesca a coglierla nonostante i suoi fremiti; una lettura che rinuncia all’universale e all’eternità quali categorie perentorie e necessarie a definire uno spazio cittadino e che si affida alla bontà dell’evento.
22-lug-2021
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1563069
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