Mescolando e dialogando con diversi codici e linguaggi le nuove forme del cinema documentario attuano un radicale processo di indagine e di riflessione sul reale, sul visibile e sui principi di rappresentazione proponendo uno sguardo alternativo, personale e cercando di costruire un nuovo immaginario. Nel seguente intervento prenderò in esame la produzione di Michelangelo Frammartino: Il dono (2003), Le quattro volte (2010) e Alberi (2013), con l’obiettivo di sottolineare come questa ricodifichi e riconfiguri i modelli della tradizione culturale e cinematografica italiana, come quella realista e del documentario etnografico, impiegando scelte estetiche, stilistiche e formali proprie dello slow cinema. Nonostante il regista, attraverso un esercizio di osservazione partecipante, getti luce sui riti magici della vita quotidiana contadina in linea con la tradizione demartiniana del documentario etnografico, il cinema di Frammartino in linea con l’aesthetic of slow riflette sulla pratica contemplativa di visione e sulla percezione della durata cinematografica e dello scorrere del tempo.
La natura delle cose: Le quattro volte di Michelangelo Frammartino e l’aesthetic of slow / Antichi, Samuel. - (2020), pp. 273-282. (Intervento presentato al convegno La forma cinematogra ca del reale. Teorie, pratiche, linguaggi: da Bazin a Net ix tenutosi a Palermo).
La natura delle cose: Le quattro volte di Michelangelo Frammartino e l’aesthetic of slow
samuel antichi
2020
Abstract
Mescolando e dialogando con diversi codici e linguaggi le nuove forme del cinema documentario attuano un radicale processo di indagine e di riflessione sul reale, sul visibile e sui principi di rappresentazione proponendo uno sguardo alternativo, personale e cercando di costruire un nuovo immaginario. Nel seguente intervento prenderò in esame la produzione di Michelangelo Frammartino: Il dono (2003), Le quattro volte (2010) e Alberi (2013), con l’obiettivo di sottolineare come questa ricodifichi e riconfiguri i modelli della tradizione culturale e cinematografica italiana, come quella realista e del documentario etnografico, impiegando scelte estetiche, stilistiche e formali proprie dello slow cinema. Nonostante il regista, attraverso un esercizio di osservazione partecipante, getti luce sui riti magici della vita quotidiana contadina in linea con la tradizione demartiniana del documentario etnografico, il cinema di Frammartino in linea con l’aesthetic of slow riflette sulla pratica contemplativa di visione e sulla percezione della durata cinematografica e dello scorrere del tempo.File | Dimensione | Formato | |
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