POSSESSIONE E ALTERAZIONE DIONISIACA IN MUSICA: IL CASO DELL’«OTELLO» Alessandro Avallone L’Otello di Arrigo Boito e Giuseppe Verdi, andato in scena per la prima volta a Milano nel 1887, rappresenta il disfacimento totale di ogni tensione risorgimentale presente nei precedenti melodrammi del grande operista di Busseto. Attraverso l’analisi dell’indiavolata scena del Brindisi, presente nel primo atto, è mia intenzione dimostrare come la dimensione psicologica e la temperatura emotiva dei personaggi in scena prendano forma attraverso la musica, il canto, la gestualità mimica. Ricreando una situazione di vorticoso ipnotismo paragonabile a quella di un baccanale dionisiaco, la poesia di Boito – raffinata e polisemica, ambigua e allusiva – unita alla musica di Verdi – impetuosa e travolgente, fraseologicamente frammentata e incontrollabile – ricreano sulle scene di un’opera lirica le paure e le più nascoste emozioni dell’uomo postrisorgimentale. La natura fonico-sensoriale ed allegorica del canto diventa così lo specchio fedele di un subconscio psichico collettivo, quello dell’uomo del decadentismo europeo fin de siècle.
La maschera tragica dell'attore: emozioni in scena da Dioniso a Jago / Avallone, Alessandro. - In: SICULORUM GYMNASIUM. - ISSN 2499-667X. - V:Anno LXXII, V (2019)(2019), pp. 647-656.
La maschera tragica dell'attore: emozioni in scena da Dioniso a Jago
Alessandro Avallone
Primo
2019
Abstract
POSSESSIONE E ALTERAZIONE DIONISIACA IN MUSICA: IL CASO DELL’«OTELLO» Alessandro Avallone L’Otello di Arrigo Boito e Giuseppe Verdi, andato in scena per la prima volta a Milano nel 1887, rappresenta il disfacimento totale di ogni tensione risorgimentale presente nei precedenti melodrammi del grande operista di Busseto. Attraverso l’analisi dell’indiavolata scena del Brindisi, presente nel primo atto, è mia intenzione dimostrare come la dimensione psicologica e la temperatura emotiva dei personaggi in scena prendano forma attraverso la musica, il canto, la gestualità mimica. Ricreando una situazione di vorticoso ipnotismo paragonabile a quella di un baccanale dionisiaco, la poesia di Boito – raffinata e polisemica, ambigua e allusiva – unita alla musica di Verdi – impetuosa e travolgente, fraseologicamente frammentata e incontrollabile – ricreano sulle scene di un’opera lirica le paure e le più nascoste emozioni dell’uomo postrisorgimentale. La natura fonico-sensoriale ed allegorica del canto diventa così lo specchio fedele di un subconscio psichico collettivo, quello dell’uomo del decadentismo europeo fin de siècle.File | Dimensione | Formato | |
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