La sala dei Cento Giorni a Palazzo della Cancelleria, un mondo sospeso tra realtà e illusione

Giorgio Vasari in 1546 realized in only one hundred days a quadraturist work of remarkable dimensions in Palazzo della Cancelleria in Rome under the indication of the stories written by Giovio and with the commission of Cardinal Farnese. The research is aimed at formulating a study that analyzes and interprets the perspective frescoes present in the Sala dei Cento Giorni: the visitor who enters this environment is greeted by a vast rectangular space completely frescoed on the four walls and the sensation that he receives is that of recognizing in them illusory spaces that allude, according to his ideal model, to spaces of a different nature. The artwork is unique in its kind because of the historical moment in which it is placed and thanks to some peculiar elements such as the high basement or the presence of stairs, which starting from the ground ideally connect the viewer with the stories that narrate the life of Pope Paul III, to whom the room is dedicated. The importance of the study of this theme has already been highlighted by Vincenzo Fasolo in 1968 and later on during the PRIN2010 research, on the theme of Architectural Perspectives, and by some studies carried out in the field of representation and Drawing by Riccardo Migliari, Marco Fasolo, Leonardo Baglioni and Matteo Flavio Mancini. The analysis of the bibliographical sources, of the drawings and of the perspective images has brought out a strong link between the Sala and the composition of the theatrical scene, a theme worked on by Vasari himself in Venice and Florence, in which it is possible to recognize the use of some recurrent elements and installations in the work of the artist from Arezzo. The interpretative approach of the quadratures, which dealt with the theme of the three-dimensional reconstruction of the perspective images, also includes, on an experimental basis, the application of instruments for virtual representation used to analyze and verify the interpretations previously developed. The architectural layout repeated on the four walls is transformed from a theater, in which Vasari set the stories by changing the painted backdrops, into a virtual laboratory in which to enjoy the painted scenes and the three-dimensional models.

Giorgio Vasari nel 1546 realizza in soli cento giorni un’opera quadraturista di notevoli dimensioni a palazzo della Cancelleria a Roma sotto indicazione delle storie scritte da Giovio e per volere del cardinale Farnese. La ricerca è finalizzata a formulare uno studio che analizzi e interpreti gli affreschi prospettici presenti nella Sala dei Cento Giorni: il visitatore che entra in questo ambiente è accolto da un vasto spazio di forma rettangolare completamente affrescato sulle quattro pareti e la sensazione che ne riceve è quella di riconoscere in esse spazi illusori che alludono, secondo il suo modello ideale, ad ambienti di diversa natura. L’opera rappresenta un unicum nel suo genere per via del momento storico in cui si colloca e grazie ad alcuni elementi peculiari come l’alto basamento o la presenza di scalee, che partendo da terra collegano idealmente lo spettatore con le storie che narrano la vita di papa Paolo III, a cui la Sala è dedicata. L’importanza dello studio di questo tema è già stata messa in evidenza da Vincenzo Fasolo nel 1968 e in seguito in occasione della ricerca PRIN2010, a tema delle Prospettive Architettoniche, e da alcuni studi condotti nell’ambito della rappresentazione e del Disegno condotti da Riccardo Migliari, Marco Fasolo, Leonardo Baglioni e Matteo Flavio Mancini. L’analisi delle fonti bibliografiche, dei disegni e delle immagini prospettiche ha fatto emergere un forte legame tra la Sala e la composizione della scena teatrale, tema operato dallo stesso Vasari a Venezia e Firenze, in cui è riconoscibile l’utilizzo di alcuni elementi e impianti ricorrenti dell’opera dell’artista aretino. L’approccio interpretativo delle quadrature, che ha affrontato il tema della ricostruzione tridimensionale delle immagini prospettiche, si compone anche, in via sperimentale, dell’applicazione di strumenti per la rappresentazione virtuale utilizzati per analizzare e verificare le interpretazioni precedentemente sviluppate. L’impianto architettonico ripetuto sulle quattro pareti si trasforma da teatro, in cui Vasari ambienta le storie cambiando i fondali dipinti, in laboratorio virtuale in cui fruire le scene affrescate e i modelli tridimensionali.