Nel presente lavoro viene proposta una dettagliata analisi morfologica, tecnologica e stilistica del repertorio ceramico della Grande Mesopotamia di periodo Antico e Medio Calcolitico (fine VII – fine V Millennio a.C.). La ceramica “Ubaid” è una classe ceramica caratterizzata da una distintiva decorazione dipinta di colore nero su fondo chiaro che si sviluppa in Mesopotamia centro-meridionale fra la fine del VII e la fine del V Millennio a.C. A partire dalla seconda metà del VI millennio a.C., in quello che in questo studio viene definito “Medio Calcolitico”, si assiste ad un “fenomeno di omogeneizzazione culturale” su grande scala, caratterizzato dalla diffusione di alcune caratteristiche distintive che si riscontrano in maniera diseguale su un vasto areale geografico. Archeologicamente, il materiale più comunemente associato a questo fenomeno è una classe ceramica somigliante a quella “Ubaid” della Mesopotamia centro-meridionale nelle regioni circostanti. Questa classe ceramica è definita come ceramica “Black-on-buff” ed anche il fenomeno in questione viene definito come “fenomeno Black-on-buff”. Considerato come un fenomeno “unificatore”, si è spesso posta l’attenzione sulla somiglianza dei repertori ceramici delle singole regioni. Tuttavia, caratteri di somiglianza nel repertorio ceramico (a livello di classi ceramiche, forme e decorazioni) si vengono a trovare in concomitanza con aspetti locali regionali preesistenti e danno vita a sviluppi che si differenziano localmente nei periodi successivi. Nel presente lavoro si è posta l’attenzione sugli aspetti di dissomiglianza dei repertori ceramici delle regioni analizzate, e ciò ha permesso di riconoscere l’esistenza di molteplici regioni ceramiche all’interno del panorama “Black-on-buff” caratterizzate da elementi distintivi e locali del repertorio ceramico. L’identificazione di questi tratti ceramici regionali ha inoltre permesso di approfondire le dinamiche di interazione fra i gruppi sociali che presero parte al “fenomeno Black-on-buff”. L’analisi approfondita delle ceramiche “Ubaid” e “Black-on-buff” richiede un necessario processo di selezione dei siti e dei repertori da analizzare, scelti in base alle relative domande di ricerca ed a fattori contingenti, quali la rappresentatività dei repertori, la disponibilità di collezioni presso sedi museali, le possibilità logistiche dei viaggi da effettuare. Il lavoro presenta un’articolazione gerarchica su più livelli corrispondenti alle diverse aree geografiche prese in considerazione e ai diversi gradi di approfondimento raggiunti, che dipendono dalla quantità e dalla qualità dei dati a disposizione. Per una disamina della ceramica “Black-on-buff” nel suo complesso, si è deciso di articolare il lavoro in due parti: da un lato, lo studio della ceramica “Ubaid” della Mesopotamia centro-meridionale; dall’altro, lo studio della produzione “Black-on-buff” nella Grande Mesopotamia. Le due sezioni sono a loro volta suddivise: per quanto riguarda la ceramica “Ubaid” della Mesopotamia centro-meridionale, il repertorio proveniente dal sito in corso di scavo di Tell Zurghul rappresenta il caso-studio iniziale. Tramite lo studio approfondito di questo repertorio è stato possibile proporre un’analisi dettagliata degli aspetti morfologici, tecnologici (sia per quanto riguarda la natura dell’argilla e la composizione degli impasti, sia per quanto riguarda le tecniche di formazione primaria e di rifinitura secondaria dei vasi) e una disamina dei motivi decorativi più ricorrenti. Considerata la limitatezza del repertorio in termini quantitativi, si è deciso di approfondire lo studio della ceramica “Ubaid” della Mesopotamia centro-meridionale attraverso l’analisi dei repertori ceramici coevi provenienti dagli altri siti della regione. Il repertorio ceramico in questione è stato analizzato sulla base delle pubblicazioni disponibili e di una selezione dei repertori dai siti di Tell al-Muqayyar/Ur, Warka/Uruk, Tell al-Ubaid, Nuffar/Nippur e Qal’at Hajji Muhammad documentati presso il British Museum di Londra, il Vorderasiatisches Museum di Berlino ed il Penn Museum di Philadelphia. Una volta stabilito “cos’è” la ceramica “Ubaid” in Mesopotamia centro-meridionale, si è passato allo studio dei repertori ceramici “Black-on-buff” delle regioni della Grande Mesopotamia. Da un lato la ricerca è stata condotta tramite l’analisi autoptica del repertorio ceramico dal sito di Tepe Gawra, di cui una considerevole selezione (sia edita che inedita) è conservata presso il Penn Museum di Philadelphia. Come per il repertorio di Tell Zurghul, anche in questo caso è stato possibile proporre una dettagliata analisi degli aspetti morfologici, tecnologici e decorativi del materiale ceramico di Tepe Gawra. Ciò ha permesso di approfondire e definire i tratti caratteristici e distintivi locali del repertorio ceramico della Mesopotamia settentrionale nel confronto con quello della Mesopotamia centro-meridionale. Considerata la possibilità di individuare tratti caratteristici locali all’interno del repertorio della ceramica “Black-on-buff” delle regioni della Grande Mesopotamia (soprattutto a livello morfologico e decorativo, essendo solo parziali i dati sugli aspetti tecnologici dei repertori), si è intrapresa l’analisi dei repertori delle regioni dell’Hamrin, dell’area trans-tigrina, della Jezirah e dell’area del Khabur, della zona del Balikh, dell’area del Medio Eufrate siriano e della zona della Siria nord-occidentale e dell’Anatolia sud-orientale, sulla base di una selezione di siti scelti come siti-chiave delle rispettive regioni. I dati utilizzati sono quelli editi e i siti sono stati selezionati sulla base della maggiore disponibilità e accessibilità dei dati. È stato così possibile individuare elementi che rappresentano delle “connessioni ceramiche” fra alcune delle regioni analizzate che non coinvolgono la Mesopotamia centro-meridionale. Questo aspetto è fondamentale ed ha permesso di dare minore importanza al ruolo di centralità che la Mesopotamia centro-meridionale ebbe nel processo di diffusione della ceramica “Black-on-buff”, a differenza di come più volte ipotizzato. Delegittimato almeno in parte il ruolo della Mesopotamia centro-meridionale come area da cui si origina e si diffonde il fenomeno “Black-on-buff”, vi è un’altra considerazione da fare che riguarda i rapporti, a livello ceramico, fra le regioni circostanti. Nell’analisi del repertorio dipinto “Black-on-buff” di queste regioni si sono spesso ricercate le somiglianze a livello sovra-regionale, mentre scarso peso è stato dato alle differenze interne fra questi repertori. Pur se sono pochi i demarcatori che permettono di fare questa valutazione, risulta più interessante sottolineare queste differenze, piuttosto che identificare confronti su tutto l’areale (dall’area dell’Hamrin all’Anatolia sud-orientale) per, ad esempio, delle ciotole globulari con decorazione a bande orizzontali. Sia a livello morfologico che a livello decorativo, il repertorio Ubaid della Mesopotamia centro-meridionale e quello “Black-on-buff” della Grande Mesopotamia sono perlopiù caratterizzati da forme morfologiche e da decorazioni geometriche molto semplici che difficilmente possono essere considerate come diagnostiche per comprendere se il repertorio sia stato realizzato a livello locale oppure no. Questi elementi hanno valore nell’identificazione di un “sostrato comune” che caratterizza tutti i repertori ceramici all’interno dell’“orizzonte Black-on-buff”, ma non sono significativi per individuare gli aspetti locali dei repertori e le connessione interregionali fra le diverse zone (e di conseguenza fra i diversi gruppi sociali) che prendono parte al fenomeno. Quelli che vengono posti in evidenza nella presente trattazione sono proprio alcuni dei demarcatori ceramici che permettono di individuare gli aspetti locali e i contatti interregionali e permettono di identificare differenti regioni ceramiche all’interno dell’“orizzonte Black-on-buff”.

La ceramica “Ubaid” in una prospettiva regionale. Proposte per una rivalutazione del repertorio ceramico della Mesopotamia centro-meridionale e per l’identificazione di gruppi regionali locali all’interno dell’“orizzonte Black-on-buff” fra il VI ed il V millennio a.C / Volpi, Luca. - (2021 Jul 08).

La ceramica “Ubaid” in una prospettiva regionale. Proposte per una rivalutazione del repertorio ceramico della Mesopotamia centro-meridionale e per l’identificazione di gruppi regionali locali all’interno dell’“orizzonte Black-on-buff” fra il VI ed il V millennio a.C.

VOLPI, LUCA
08/07/2021

Abstract

Nel presente lavoro viene proposta una dettagliata analisi morfologica, tecnologica e stilistica del repertorio ceramico della Grande Mesopotamia di periodo Antico e Medio Calcolitico (fine VII – fine V Millennio a.C.). La ceramica “Ubaid” è una classe ceramica caratterizzata da una distintiva decorazione dipinta di colore nero su fondo chiaro che si sviluppa in Mesopotamia centro-meridionale fra la fine del VII e la fine del V Millennio a.C. A partire dalla seconda metà del VI millennio a.C., in quello che in questo studio viene definito “Medio Calcolitico”, si assiste ad un “fenomeno di omogeneizzazione culturale” su grande scala, caratterizzato dalla diffusione di alcune caratteristiche distintive che si riscontrano in maniera diseguale su un vasto areale geografico. Archeologicamente, il materiale più comunemente associato a questo fenomeno è una classe ceramica somigliante a quella “Ubaid” della Mesopotamia centro-meridionale nelle regioni circostanti. Questa classe ceramica è definita come ceramica “Black-on-buff” ed anche il fenomeno in questione viene definito come “fenomeno Black-on-buff”. Considerato come un fenomeno “unificatore”, si è spesso posta l’attenzione sulla somiglianza dei repertori ceramici delle singole regioni. Tuttavia, caratteri di somiglianza nel repertorio ceramico (a livello di classi ceramiche, forme e decorazioni) si vengono a trovare in concomitanza con aspetti locali regionali preesistenti e danno vita a sviluppi che si differenziano localmente nei periodi successivi. Nel presente lavoro si è posta l’attenzione sugli aspetti di dissomiglianza dei repertori ceramici delle regioni analizzate, e ciò ha permesso di riconoscere l’esistenza di molteplici regioni ceramiche all’interno del panorama “Black-on-buff” caratterizzate da elementi distintivi e locali del repertorio ceramico. L’identificazione di questi tratti ceramici regionali ha inoltre permesso di approfondire le dinamiche di interazione fra i gruppi sociali che presero parte al “fenomeno Black-on-buff”. L’analisi approfondita delle ceramiche “Ubaid” e “Black-on-buff” richiede un necessario processo di selezione dei siti e dei repertori da analizzare, scelti in base alle relative domande di ricerca ed a fattori contingenti, quali la rappresentatività dei repertori, la disponibilità di collezioni presso sedi museali, le possibilità logistiche dei viaggi da effettuare. Il lavoro presenta un’articolazione gerarchica su più livelli corrispondenti alle diverse aree geografiche prese in considerazione e ai diversi gradi di approfondimento raggiunti, che dipendono dalla quantità e dalla qualità dei dati a disposizione. Per una disamina della ceramica “Black-on-buff” nel suo complesso, si è deciso di articolare il lavoro in due parti: da un lato, lo studio della ceramica “Ubaid” della Mesopotamia centro-meridionale; dall’altro, lo studio della produzione “Black-on-buff” nella Grande Mesopotamia. Le due sezioni sono a loro volta suddivise: per quanto riguarda la ceramica “Ubaid” della Mesopotamia centro-meridionale, il repertorio proveniente dal sito in corso di scavo di Tell Zurghul rappresenta il caso-studio iniziale. Tramite lo studio approfondito di questo repertorio è stato possibile proporre un’analisi dettagliata degli aspetti morfologici, tecnologici (sia per quanto riguarda la natura dell’argilla e la composizione degli impasti, sia per quanto riguarda le tecniche di formazione primaria e di rifinitura secondaria dei vasi) e una disamina dei motivi decorativi più ricorrenti. Considerata la limitatezza del repertorio in termini quantitativi, si è deciso di approfondire lo studio della ceramica “Ubaid” della Mesopotamia centro-meridionale attraverso l’analisi dei repertori ceramici coevi provenienti dagli altri siti della regione. Il repertorio ceramico in questione è stato analizzato sulla base delle pubblicazioni disponibili e di una selezione dei repertori dai siti di Tell al-Muqayyar/Ur, Warka/Uruk, Tell al-Ubaid, Nuffar/Nippur e Qal’at Hajji Muhammad documentati presso il British Museum di Londra, il Vorderasiatisches Museum di Berlino ed il Penn Museum di Philadelphia. Una volta stabilito “cos’è” la ceramica “Ubaid” in Mesopotamia centro-meridionale, si è passato allo studio dei repertori ceramici “Black-on-buff” delle regioni della Grande Mesopotamia. Da un lato la ricerca è stata condotta tramite l’analisi autoptica del repertorio ceramico dal sito di Tepe Gawra, di cui una considerevole selezione (sia edita che inedita) è conservata presso il Penn Museum di Philadelphia. Come per il repertorio di Tell Zurghul, anche in questo caso è stato possibile proporre una dettagliata analisi degli aspetti morfologici, tecnologici e decorativi del materiale ceramico di Tepe Gawra. Ciò ha permesso di approfondire e definire i tratti caratteristici e distintivi locali del repertorio ceramico della Mesopotamia settentrionale nel confronto con quello della Mesopotamia centro-meridionale. Considerata la possibilità di individuare tratti caratteristici locali all’interno del repertorio della ceramica “Black-on-buff” delle regioni della Grande Mesopotamia (soprattutto a livello morfologico e decorativo, essendo solo parziali i dati sugli aspetti tecnologici dei repertori), si è intrapresa l’analisi dei repertori delle regioni dell’Hamrin, dell’area trans-tigrina, della Jezirah e dell’area del Khabur, della zona del Balikh, dell’area del Medio Eufrate siriano e della zona della Siria nord-occidentale e dell’Anatolia sud-orientale, sulla base di una selezione di siti scelti come siti-chiave delle rispettive regioni. I dati utilizzati sono quelli editi e i siti sono stati selezionati sulla base della maggiore disponibilità e accessibilità dei dati. È stato così possibile individuare elementi che rappresentano delle “connessioni ceramiche” fra alcune delle regioni analizzate che non coinvolgono la Mesopotamia centro-meridionale. Questo aspetto è fondamentale ed ha permesso di dare minore importanza al ruolo di centralità che la Mesopotamia centro-meridionale ebbe nel processo di diffusione della ceramica “Black-on-buff”, a differenza di come più volte ipotizzato. Delegittimato almeno in parte il ruolo della Mesopotamia centro-meridionale come area da cui si origina e si diffonde il fenomeno “Black-on-buff”, vi è un’altra considerazione da fare che riguarda i rapporti, a livello ceramico, fra le regioni circostanti. Nell’analisi del repertorio dipinto “Black-on-buff” di queste regioni si sono spesso ricercate le somiglianze a livello sovra-regionale, mentre scarso peso è stato dato alle differenze interne fra questi repertori. Pur se sono pochi i demarcatori che permettono di fare questa valutazione, risulta più interessante sottolineare queste differenze, piuttosto che identificare confronti su tutto l’areale (dall’area dell’Hamrin all’Anatolia sud-orientale) per, ad esempio, delle ciotole globulari con decorazione a bande orizzontali. Sia a livello morfologico che a livello decorativo, il repertorio Ubaid della Mesopotamia centro-meridionale e quello “Black-on-buff” della Grande Mesopotamia sono perlopiù caratterizzati da forme morfologiche e da decorazioni geometriche molto semplici che difficilmente possono essere considerate come diagnostiche per comprendere se il repertorio sia stato realizzato a livello locale oppure no. Questi elementi hanno valore nell’identificazione di un “sostrato comune” che caratterizza tutti i repertori ceramici all’interno dell’“orizzonte Black-on-buff”, ma non sono significativi per individuare gli aspetti locali dei repertori e le connessione interregionali fra le diverse zone (e di conseguenza fra i diversi gruppi sociali) che prendono parte al fenomeno. Quelli che vengono posti in evidenza nella presente trattazione sono proprio alcuni dei demarcatori ceramici che permettono di individuare gli aspetti locali e i contatti interregionali e permettono di identificare differenti regioni ceramiche all’interno dell’“orizzonte Black-on-buff”.
8-lug-2021
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Tesi_dottorato_Volpi_vol.1.pdf

Open Access dal 09/07/2022

Tipologia: Tesi di dottorato
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 27.29 MB
Formato Adobe PDF
27.29 MB Adobe PDF
Tesi_dottorato_Volpi_vol.2.pdf

Open Access dal 09/07/2022

Tipologia: Tesi di dottorato
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 183.45 MB
Formato Adobe PDF
183.45 MB Adobe PDF

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1559344
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact