The present landscape of Porta Maggiore in Rome has its origins in the crossroads between via Praenestina and via Labicana, and in the existence of the many aqueducts that provided water supply to the city starting from the II century BC. Among them there is the Aqua Claudia, whose monumental Mostra was built over the confluence of the two roads. Since 271 AD the acqueducts were incorporated in the Aurelian Walls, the arches were curtained and the Mostra itself turned into a Porta. From the Middle Ages to the Renaissance the defensive walls were reinforced while new structures were built around the Mostra, hiding it until the XIX century intervention of Valadier and Folchi. Their plan got rid of all the medieval add-ons and provided the very first design of the area as a piazza. In the XX century the area became a strategic location for local and national infrastructures, whose construction sites brought to light relevant remains such as the Basilica Ipogea. The piazza is now a heavily-trafficked junction in which the archeological rests, with the exception of the Porta, can not be fully appreciated. The general development plan itself specifies the need of a valorization programme for the area, in order to enhance the potentiality of the complex and to activate new connections between archeological and contemporary features.

L’attuale contesto di Porta Maggiore a Roma trae origine dalla confluenza delle viae Praenestina e Labicana e dal passaggio dei diversi acquedotti che hanno progressivamente garantito in epoca antica l’approvvigionamento idrico della città. Tra di essi spicca l’Aqua Claudia, per la quale fu realizzata una mostra monumentale a cavallo delle due strade. Sotto Aureliano le arcate dell’acquedotto vengono tamponate e convertite in mura e la mostra è trasformata in una porta urbana. Dal Medioevo al Rinascimento le fortificazioni vengono potenziate, mentre nuove strutture sorgono a ridosso della mostra celandola in gran parte. L’intervento di liberazione nell’800 da parte di Valadier e Folchi riporta alla luce le antichità romane e configura l’area come piazza. Nel corso del ‘900 il luogo è sottoposto a lavori che lo trasformano in un nodo viabilistico strategico, implicando scavi che portano alla luce testimonianze archeologiche rilevanti come una Basilica Ipogea. Oggi la piazza è percepita come mero luogo di passaggio e le vestigia archeologiche, ad esclusione della porta, sono difficilmente leggibili. Lo stesso PRG indica l’area come ambito di valorizzazione, esplicitando la necessità di un disegno efficace per aggiungere altre funzioni a quelle già presenti e per innescare nuovi rapporti tra archeologia e città contemporanea.

L’area di Porta Maggiore a Roma: caratteri attuali di un nodo pluristratificato, problemi e strategie per la valorizzazione / Caperna, Maurizio; Anzini, Lavinia. - (2020), pp. 837-846.

L’area di Porta Maggiore a Roma: caratteri attuali di un nodo pluristratificato, problemi e strategie per la valorizzazione

Maurizio Caperna;
2020

Abstract

The present landscape of Porta Maggiore in Rome has its origins in the crossroads between via Praenestina and via Labicana, and in the existence of the many aqueducts that provided water supply to the city starting from the II century BC. Among them there is the Aqua Claudia, whose monumental Mostra was built over the confluence of the two roads. Since 271 AD the acqueducts were incorporated in the Aurelian Walls, the arches were curtained and the Mostra itself turned into a Porta. From the Middle Ages to the Renaissance the defensive walls were reinforced while new structures were built around the Mostra, hiding it until the XIX century intervention of Valadier and Folchi. Their plan got rid of all the medieval add-ons and provided the very first design of the area as a piazza. In the XX century the area became a strategic location for local and national infrastructures, whose construction sites brought to light relevant remains such as the Basilica Ipogea. The piazza is now a heavily-trafficked junction in which the archeological rests, with the exception of the Porta, can not be fully appreciated. The general development plan itself specifies the need of a valorization programme for the area, in order to enhance the potentiality of the complex and to activate new connections between archeological and contemporary features.
2020
La città palinsesto/II. Tracce, sguardi e narrazioni sulla complessità dei contesti urbani storici: rappresentazione, conoscenza, conservazione
978-88-99930-07-3
L’attuale contesto di Porta Maggiore a Roma trae origine dalla confluenza delle viae Praenestina e Labicana e dal passaggio dei diversi acquedotti che hanno progressivamente garantito in epoca antica l’approvvigionamento idrico della città. Tra di essi spicca l’Aqua Claudia, per la quale fu realizzata una mostra monumentale a cavallo delle due strade. Sotto Aureliano le arcate dell’acquedotto vengono tamponate e convertite in mura e la mostra è trasformata in una porta urbana. Dal Medioevo al Rinascimento le fortificazioni vengono potenziate, mentre nuove strutture sorgono a ridosso della mostra celandola in gran parte. L’intervento di liberazione nell’800 da parte di Valadier e Folchi riporta alla luce le antichità romane e configura l’area come piazza. Nel corso del ‘900 il luogo è sottoposto a lavori che lo trasformano in un nodo viabilistico strategico, implicando scavi che portano alla luce testimonianze archeologiche rilevanti come una Basilica Ipogea. Oggi la piazza è percepita come mero luogo di passaggio e le vestigia archeologiche, ad esclusione della porta, sono difficilmente leggibili. Lo stesso PRG indica l’area come ambito di valorizzazione, esplicitando la necessità di un disegno efficace per aggiungere altre funzioni a quelle già presenti e per innescare nuovi rapporti tra archeologia e città contemporanea.
Roma; Porta Maggiore; sito pluristratificato; valorizzazione del patrimonio culturale
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
L’area di Porta Maggiore a Roma: caratteri attuali di un nodo pluristratificato, problemi e strategie per la valorizzazione / Caperna, Maurizio; Anzini, Lavinia. - (2020), pp. 837-846.
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