I siti industriali abbandonati sono spazi in attesa, di ricoprire nuove funzioni più redditizie per l’ambiente e per le comunità adiacenti. In particolar modo, nei contesti urbani dove l’aumento demografico sta diventando insostenibile, il riuso di questi luoghi può rappresentare un’opportunità per aumentare il benessere sociale ed ambientale. Pertanto, gli spazi industriali da riutilizzare possono essere di vario genere, ex fabbriche, depositi abbandonati ma anche siti estrattivi dismessi. Le cave abbandonate sono delle “ferite” nel paesaggio, “vuoti” che possono diventare contenitori ideali di degrado e di rifiuti. Lo stato di incuria e la correlazione con il contesto cittadino pone l’urgenza di un’azione di rigenerazione, che può avvenire sia attraverso il riempimento dei vuoti di cava, sia con un’operazione di “riciclo” del sito trasformandolo in una nuova area verde. L’azione di riuso avviene poiché questi luoghi, nel bene e nel male, sono oramai divenuti un simbolo della storia geologica, economica ed industriale del territorio. Infatti, in Italia, ma soprattutto nel resto d’ Europa, vi sono molti casi di siti estrattivi dismessi che hanno subito un’opera di riconversione ecologica e sociale. Trasformate in parchi naturali, con aree e percorsi didattici, le cave abbandonate diventano così un’opportunità non solo per ripristinare la biodiversità ma anche per creare dei luoghi di aggregazione e per il tempo libero: sentirsi fuori dalla città in città. Il recupero, a volte, avviene grazie all’interazione delle amministrazioni e delle associazioni locali, come è avvenuto nel progetto del Parco delle Cave di Milano; o a volte grazie all’intraprendenza dei singoli cittadini, come nel caso del Parco Scultura la Palomba alle porte di Matera, nato da un’iniziativa spontanea dell’artista pugliese Antonio Paradiso. L’articolo vuole quindi mettere in luce, attraverso l’analisi delle buone pratiche europee, l’importanza del contributo dei cittadini in un progetto di rigenerazione dei siti estrattivi dismessi, per trasformare questi luoghi degradati in contenitori di attività sociali e culturali.

Il recupero delle cave dismesse. Da vuoti di paesaggio a spazi di aggregazione / Paudice, Elena. - In: PLANUM. - ISSN 1723-0993. - (2019), pp. 284-289. (Intervento presentato al convegno La città contemporanea. Un gigante dai piedi d'argilla tenutosi a Torino).

Il recupero delle cave dismesse. Da vuoti di paesaggio a spazi di aggregazione

Paudice, Elena
2019

Abstract

I siti industriali abbandonati sono spazi in attesa, di ricoprire nuove funzioni più redditizie per l’ambiente e per le comunità adiacenti. In particolar modo, nei contesti urbani dove l’aumento demografico sta diventando insostenibile, il riuso di questi luoghi può rappresentare un’opportunità per aumentare il benessere sociale ed ambientale. Pertanto, gli spazi industriali da riutilizzare possono essere di vario genere, ex fabbriche, depositi abbandonati ma anche siti estrattivi dismessi. Le cave abbandonate sono delle “ferite” nel paesaggio, “vuoti” che possono diventare contenitori ideali di degrado e di rifiuti. Lo stato di incuria e la correlazione con il contesto cittadino pone l’urgenza di un’azione di rigenerazione, che può avvenire sia attraverso il riempimento dei vuoti di cava, sia con un’operazione di “riciclo” del sito trasformandolo in una nuova area verde. L’azione di riuso avviene poiché questi luoghi, nel bene e nel male, sono oramai divenuti un simbolo della storia geologica, economica ed industriale del territorio. Infatti, in Italia, ma soprattutto nel resto d’ Europa, vi sono molti casi di siti estrattivi dismessi che hanno subito un’opera di riconversione ecologica e sociale. Trasformate in parchi naturali, con aree e percorsi didattici, le cave abbandonate diventano così un’opportunità non solo per ripristinare la biodiversità ma anche per creare dei luoghi di aggregazione e per il tempo libero: sentirsi fuori dalla città in città. Il recupero, a volte, avviene grazie all’interazione delle amministrazioni e delle associazioni locali, come è avvenuto nel progetto del Parco delle Cave di Milano; o a volte grazie all’intraprendenza dei singoli cittadini, come nel caso del Parco Scultura la Palomba alle porte di Matera, nato da un’iniziativa spontanea dell’artista pugliese Antonio Paradiso. L’articolo vuole quindi mettere in luce, attraverso l’analisi delle buone pratiche europee, l’importanza del contributo dei cittadini in un progetto di rigenerazione dei siti estrattivi dismessi, per trasformare questi luoghi degradati in contenitori di attività sociali e culturali.
2019
La città contemporanea. Un gigante dai piedi d'argilla
recupero; cave dismesse; spazi di aggregazione.
04 Pubblicazione in atti di convegno::04c Atto di convegno in rivista
Il recupero delle cave dismesse. Da vuoti di paesaggio a spazi di aggregazione / Paudice, Elena. - In: PLANUM. - ISSN 1723-0993. - (2019), pp. 284-289. (Intervento presentato al convegno La città contemporanea. Un gigante dai piedi d'argilla tenutosi a Torino).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1558538
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