La valorizzazione di antichi siti rupestri: riflessioni e ipotesi di ricomposizione del fronte della Madonna delle Tre Porte

The main focus of the essay is the identity and the understandability of the rocky sites, frequently typify by only one facade in view. The front is in general the part more ruined and degraded, for the intrinsic structure of this buildings. The geomorphologic traits of the stratified typical substratum, in which were realized rocky spaces (calcareous and pyroclastic sediments), define a general workability. The material easy modifiable correspond to degradation and vulnerability of the same, caused by atmospheric and seismic agents, and by state of neglect. Many and obvious conservation problems are visible on extended portions of the buildings and also a decrease of the interior stony surfaces' defence, which are support of ancient and valuable decorations usually. The rocky sites are dedicated to religious, funeral or residential functions. These buildings types are obtained by the extraction of the stony material from the rock mass. The interior spaces present a planning complexity attributable to erected buildings. The presence of rock artefacts, manufactured from the early Middle Ages up to the nineteenth century, appears as scattered in the South of Italy (Alto Lazio, Irpinia, Ischia, Puglia, Sicily). From some religious sites in Matera there is a brief research that investigates the legitimacy of recomposing the front. The intervention on the often unique façade has the aim of re-proposing, in addition to the reconstruction of the original environments, also a re-evaluation of the places in the historical and architectural, sometimes urban and landscape-environmental value.

La presenza di siti rupestri in Italia è ampiamente diffusa: si riscontra in numerose aree del Meridione, dove esempi significativi risultano disseminati nell'Alto Lazio, in Campania, in Puglia e in Sicilia; in Basilicata, particolarmente, l'architettura storica, ottenuta per sottrazione di materiale lapideo dai banchi rocciosi, costituisce uno dei tratti distintivi del territorio. Si tratta di manufatti destinati a funzioni abitative, produttive (pastorali) e cultuali spesso dotati, nell’ultimo caso, di una ricca decorazione iconografica con tre lati ciechi e un solo fronte aperto sul versante declive. La realizzazione di tali edifici rupestri è normalmente riferita dalla storiografia a un ampio arco temporale esteso fino al XIX secolo. Esposti agli eventi atmosferici, sismici e all'abbandono, hanno sviluppato nel tempo, una complessa sintomatologia di degrado che talvolta ha prodotto evidenti problematiche conservative delle superfici come di intere porzioni del bene, per effetto di un generale deperimento degli stessi materiali naturali che li costituiscono. Le condizioni di deterioramento si manifestano spesso con fessurazioni, distacco delle parti strutturali e delle superfici degli ambienti interni, quest'ultime di frequente supporto di decorazioni molto remote e preziose. Ricorre in numerosi casi la perdita del prospetto esterno, spesso l’unico lato esposto del manufatto e più facilmente interessato dagli assestamenti del masso roccioso, con conseguenti cedimenti strutturali e perdita di leggibilità e riconoscibilità dell'intera costruzione. Sembra dunque interessante indagare le modalità di conservazione di tali prospetti, la loro evoluzione e la legittimità di interventi che ne prevedano la ricomposizione anche parziale con l'obiettivo di riproporre, oltre la ricostruzione degli ambienti originari, anche una restituzione in valore del sito; sia nella valenza storica e architettonica dell’edificio sia, talvolta, nei rapporti urbani e paesaggistico-ambientali che esso stabilisce col contesto.