Il presente contributo si colloca all’interno di un più vasto progetto che vede ormai dal 1994 la città di Cencelle protagonista di ampi studi promossi e diretti dalla cattedra di Archeologia Medievale della Sapienza Università di Roma. Nell’ambito delle ricerche inerenti allo studio della cultura materiale e, nello specifico, delle singole classi ceramiche, un’analisi rivolta in particolare alla ceramica acroma e da fuoco ha portato all’individuazione di alcune forme chiuse da cucina provviste di fori sul fondo, definite in letteratura colatoi e olle-colatoio. In particolare, la presenza di fori, praticati sia a crudo sia dopo la cottura tramite l’ausilio di strumenti di precisione, ci spinge ad indagare sulle funzioni e i modi di produzione di queste forme, ipotizzando anche un riutilizzo delle olle da fuoco per lo svolgimento di mansioni diverse rispetto alla semplice cottura dei cibi. Si tratta di utensili che, seppur numericamente poco preponderanti rispetto ad altri recipienti, svolgono funzioni collaterali alla cottura vera e propria, andando ad arricchire il corredo della cucina bassomedievale, soprattutto nell’ambito della preparazione del cibo. Un’analisi morfologica riguardante la variabilità numerica e dimensionale dei fori, supportata dall’ausilio dei ricettari medievali e delle fonti iconografiche, potrà fornire elementi di novità in merito alle ricerche afferenti all’archeologia dell’alimentazione e alla sfera sociale di una città nel Basso Medioevo.
Non tutte le ceramiche nascono coi buchi: colatoi e olle-colatoio provenienti dalla città di Cencelle / Previti, Giulia. - VII:(2021), pp. 109-115. (Intervento presentato al convegno VI Ciclo di Studi Medievali, Atti del Convegno tenutosi a Firenze).
Non tutte le ceramiche nascono coi buchi: colatoi e olle-colatoio provenienti dalla città di Cencelle
Giulia Previti
2021
Abstract
Il presente contributo si colloca all’interno di un più vasto progetto che vede ormai dal 1994 la città di Cencelle protagonista di ampi studi promossi e diretti dalla cattedra di Archeologia Medievale della Sapienza Università di Roma. Nell’ambito delle ricerche inerenti allo studio della cultura materiale e, nello specifico, delle singole classi ceramiche, un’analisi rivolta in particolare alla ceramica acroma e da fuoco ha portato all’individuazione di alcune forme chiuse da cucina provviste di fori sul fondo, definite in letteratura colatoi e olle-colatoio. In particolare, la presenza di fori, praticati sia a crudo sia dopo la cottura tramite l’ausilio di strumenti di precisione, ci spinge ad indagare sulle funzioni e i modi di produzione di queste forme, ipotizzando anche un riutilizzo delle olle da fuoco per lo svolgimento di mansioni diverse rispetto alla semplice cottura dei cibi. Si tratta di utensili che, seppur numericamente poco preponderanti rispetto ad altri recipienti, svolgono funzioni collaterali alla cottura vera e propria, andando ad arricchire il corredo della cucina bassomedievale, soprattutto nell’ambito della preparazione del cibo. Un’analisi morfologica riguardante la variabilità numerica e dimensionale dei fori, supportata dall’ausilio dei ricettari medievali e delle fonti iconografiche, potrà fornire elementi di novità in merito alle ricerche afferenti all’archeologia dell’alimentazione e alla sfera sociale di una città nel Basso Medioevo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.