Per molto tempo abbiamo vissuto lo stadio come un fatto esclusivamente urbano, inserito dentro il tessuto della città, strettamente connesso alla sua forma e alle sue dinamiche evolutive, a volte condizionando, al pari di altri edifici specialistici (come i teatri, i musei, i mercati) le parti di città in cui si trovava. Difatti, tutti gli impianti più antichi sono stati ubicati entro le mura della città storica (Ferrara, Siena, Venezia) o nel perimetro di quella consolidata (Bergamo, Genova, Parma, Pisa) con l’unica attenzione per la dimensione, l’accessibilità e la sicurezza. Con questo approccio, l’edificio creava un confronto con i segni della città e in molti casi interpretava l’idea d’isolato urbano, inserendosi, a una scala diversa, all’interno del limite del costruito, senza alterare la struttura urbana e relazionandosi con il contesto anche attraverso dimensioni e materiali. Così, grazie alla sua collocazione, ha stabilito una forte simbiosi con la città e instaurato nuove relazioni con i sistemi ambientali e infrastrutturali, diventando parte del costruito, come dimostrano molti esempi non solo europei (Anfield Road, Bernabeu, Caldeira, Highbury, La Bombonera, Nemeso Diez). Edifici che spesso sono concepiti in modo tale da confondersi con la città, sia in pianta che in alzato, recuperando, in molti casi, materiali, tipologia, forma del contesto, integrando il nuovo edificio alle geometrie locali.

Nella città, per la città. I nuovi paradigmi vedono le arene come centralità in grado di accrescere la qualità urbana e favorire processi di rigenerazione / Iacomoni, Andrea. - In: IL GIORNALE DELL'ARCHITETTURA. - ISSN 2284-1369. - (2021).

Nella città, per la città. I nuovi paradigmi vedono le arene come centralità in grado di accrescere la qualità urbana e favorire processi di rigenerazione

Iacomoni Andrea
2021

Abstract

Per molto tempo abbiamo vissuto lo stadio come un fatto esclusivamente urbano, inserito dentro il tessuto della città, strettamente connesso alla sua forma e alle sue dinamiche evolutive, a volte condizionando, al pari di altri edifici specialistici (come i teatri, i musei, i mercati) le parti di città in cui si trovava. Difatti, tutti gli impianti più antichi sono stati ubicati entro le mura della città storica (Ferrara, Siena, Venezia) o nel perimetro di quella consolidata (Bergamo, Genova, Parma, Pisa) con l’unica attenzione per la dimensione, l’accessibilità e la sicurezza. Con questo approccio, l’edificio creava un confronto con i segni della città e in molti casi interpretava l’idea d’isolato urbano, inserendosi, a una scala diversa, all’interno del limite del costruito, senza alterare la struttura urbana e relazionandosi con il contesto anche attraverso dimensioni e materiali. Così, grazie alla sua collocazione, ha stabilito una forte simbiosi con la città e instaurato nuove relazioni con i sistemi ambientali e infrastrutturali, diventando parte del costruito, come dimostrano molti esempi non solo europei (Anfield Road, Bernabeu, Caldeira, Highbury, La Bombonera, Nemeso Diez). Edifici che spesso sono concepiti in modo tale da confondersi con la città, sia in pianta che in alzato, recuperando, in molti casi, materiali, tipologia, forma del contesto, integrando il nuovo edificio alle geometrie locali.
2021
stadi; città; rigenerazione urbana; comunità; servizi
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Nella città, per la città. I nuovi paradigmi vedono le arene come centralità in grado di accrescere la qualità urbana e favorire processi di rigenerazione / Iacomoni, Andrea. - In: IL GIORNALE DELL'ARCHITETTURA. - ISSN 2284-1369. - (2021).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1551238
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