Uno studio comparato e multidisciplinare, che consideri sia l’aspetto storico-archeologico che quello chimico-fisico, può essere facilmente applicato alla numismatica antica poiché la moneta, come oggetto e come documentazione storica, può essere considerata, oltre che dal punto di vista storico e stilistico, anche come un oggetto che racchiude informazioni tecnologiche atte ad essere svelate tramite trattamenti statistici dei dati. Attraverso indagini morfologiche e composizionali è possibile ricavare elementi distintivi che permettono di ottenere classificazioni di dati quali parametri di partenza per una collocazione geo-temporale di reperti monetali. La misurazione delle caratteristiche della moneta, come il peso e il diametro, ma anche l’esame dei bordi e delle facce (al dritto e al rovescio) e l’analisi composizionale, adeguatamente trattati statisticamente, consente l’ottenimento di importanti informazioni che, oltre alle ovvie risultanze storiche e numismatiche in sé, sono attinenti ai seguenti campi di studio: 1) tecniche di produzione, 2) caratterizzazione (tipo di lega metallica), 3) provenienza, 4) datazione indiretta, 5) autenticità. Il lavoro presentato, fornendo una metodologia che si spera possa diventare uno strumento diagnostico in numismatica, vuole evidenziare come analisi scientifiche sui reperti monetali possano fornire indicazioni in direzioni alternative a quella tipologica e storica. Tre casi-studio descrivono come la moneta abbia fornito indicazioni che implementano le informazioni derivanti dal solo contesto numismatico. Il primo riguarda lo studio di autenticità del prezioso reperto in oro di Imera, la “phiale di Achyris”; la phiale mesomphalos (latinopatera umbilicata) è una forma ben attestata nel mondo greco, sia con esemplari in ceramica che metallici della fine del IV e l’inizio del III sec. a.C. Il reperto investigato ha una scritta da cui sono stati tratti importanti suggerimenti per le indagini sulla sua autenticità. Il secondo caso riguarda l’identificazione delle tecniche di coniazione degli Aurei di Sesto Pompeo Magno mentre il terzo riguarda un gruppo di circa 60 monete puniche del tipo testa maschile/cavallo al galoppo, provenienti dalla collezione privata M. Viola, dove le analisi chimico fisiche ed una trattazione statistica delle caratteristiche misurabili delle monete hanno evidenziato particolari interessanti per la loro collocazione storica.
Dall’analisi chimico-fisica un contributo allo studio delle monete antiche / Ferro, Daniela; Celauro, Angela; Viola, Mauro. - (2013), pp. 123-138. (Intervento presentato al convegno I e II Giornata di Studi Numismatici tenutosi a San Teodoto).
Dall’analisi chimico-fisica un contributo allo studio delle monete antiche
Angela CelauroSecondo
Investigation
;
2013
Abstract
Uno studio comparato e multidisciplinare, che consideri sia l’aspetto storico-archeologico che quello chimico-fisico, può essere facilmente applicato alla numismatica antica poiché la moneta, come oggetto e come documentazione storica, può essere considerata, oltre che dal punto di vista storico e stilistico, anche come un oggetto che racchiude informazioni tecnologiche atte ad essere svelate tramite trattamenti statistici dei dati. Attraverso indagini morfologiche e composizionali è possibile ricavare elementi distintivi che permettono di ottenere classificazioni di dati quali parametri di partenza per una collocazione geo-temporale di reperti monetali. La misurazione delle caratteristiche della moneta, come il peso e il diametro, ma anche l’esame dei bordi e delle facce (al dritto e al rovescio) e l’analisi composizionale, adeguatamente trattati statisticamente, consente l’ottenimento di importanti informazioni che, oltre alle ovvie risultanze storiche e numismatiche in sé, sono attinenti ai seguenti campi di studio: 1) tecniche di produzione, 2) caratterizzazione (tipo di lega metallica), 3) provenienza, 4) datazione indiretta, 5) autenticità. Il lavoro presentato, fornendo una metodologia che si spera possa diventare uno strumento diagnostico in numismatica, vuole evidenziare come analisi scientifiche sui reperti monetali possano fornire indicazioni in direzioni alternative a quella tipologica e storica. Tre casi-studio descrivono come la moneta abbia fornito indicazioni che implementano le informazioni derivanti dal solo contesto numismatico. Il primo riguarda lo studio di autenticità del prezioso reperto in oro di Imera, la “phiale di Achyris”; la phiale mesomphalos (latinopatera umbilicata) è una forma ben attestata nel mondo greco, sia con esemplari in ceramica che metallici della fine del IV e l’inizio del III sec. a.C. Il reperto investigato ha una scritta da cui sono stati tratti importanti suggerimenti per le indagini sulla sua autenticità. Il secondo caso riguarda l’identificazione delle tecniche di coniazione degli Aurei di Sesto Pompeo Magno mentre il terzo riguarda un gruppo di circa 60 monete puniche del tipo testa maschile/cavallo al galoppo, provenienti dalla collezione privata M. Viola, dove le analisi chimico fisiche ed una trattazione statistica delle caratteristiche misurabili delle monete hanno evidenziato particolari interessanti per la loro collocazione storica.File | Dimensione | Formato | |
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