Le complessità e le contraddizioni dell'architettura italiana del dopoguerra si esplicano ulteriormente nell'opera dell'architetto romano Alberto Carpiceci (1916-2007). Allievo dei principali esponenti dell'architettura italiana del primo Novecento come Vincenzo Fasolo, Antonio Valente e Marcello Piacentini, le sue architetture sono sempre sospese tra tradizione ed innovazione, ruralità ed internazionalismo. Si propongono tre opere emblematiche realizzate tra il 1949 ed il 1964: la palazzina Arcobaleno in viale Pilsudski a Roma, villa Ciardi a Fregene e Villa Marcella a Lavinio. L'edificio di viale Pilsudski presenta un prospetto principale curvilineo convesso, che segue fedelmente l'andamento viario. La facciata è scandita verticalmente dalla presenza di 4 balconi che si estendono lungo tutto il fronte principale. La particolarità però sta soprattutto negli intradossi dei balconi che variano la colorazione a seconda del piano: dal rosso del primo fino al blu del quarto, passando per il giallo ed il verde. Una teoria di mensole radiali, lasciate acromatiche, scandisce longitudinalmente la teoria cromatica. Anche la villa costruita a Fregene per l'imprenditore Ciardi si distingue per la forte unicità. Il sapiente gioco di volumi ben si lega con la forte presenza di superfici orizzontali e verticali, che vanno ad imitare temi strettamente navali come la prua, la vela e l'oblò. Il tutto culmina in una facciata che sintetizza l'espressionismo della scala con la sperimentazione stilistica dell'attacco al cielo, derivato dal linguaggio innovativo delle esposizioni internazionali. Il tema "marino" viene ripreso ed ulteriormente approfondito nel progetto di Villa Marcella, commissionata dal costruttore Claudio Mostarda. Una grande struttura in calcestruzzo armato sovrasta il volume della villa, ricordando sia un'onda nella sua massima elevazione, che un'enorme conchiglia. Il prospetto principale è totalmente aperto verso l'esterno, in cui trova posto una singolare piscina, la cui terminazione sinusoidale penetra fino all'interno.
Alberto C. Carpiceci. Forme e colori del moderno romano / Carpiceci, Marco; Schiavo, Antonio. - (2020), pp. 224-232. (Intervento presentato al convegno IFAU19 - 3rd International Forum for Architecture and Urbanism Modernisation and Globalization Challenges and opportunities in architecture, urbanism, cultural heritage tenutosi a Tirana).
Alberto C. Carpiceci. Forme e colori del moderno romano
carpiceci marco;schiavo antonio
2020
Abstract
Le complessità e le contraddizioni dell'architettura italiana del dopoguerra si esplicano ulteriormente nell'opera dell'architetto romano Alberto Carpiceci (1916-2007). Allievo dei principali esponenti dell'architettura italiana del primo Novecento come Vincenzo Fasolo, Antonio Valente e Marcello Piacentini, le sue architetture sono sempre sospese tra tradizione ed innovazione, ruralità ed internazionalismo. Si propongono tre opere emblematiche realizzate tra il 1949 ed il 1964: la palazzina Arcobaleno in viale Pilsudski a Roma, villa Ciardi a Fregene e Villa Marcella a Lavinio. L'edificio di viale Pilsudski presenta un prospetto principale curvilineo convesso, che segue fedelmente l'andamento viario. La facciata è scandita verticalmente dalla presenza di 4 balconi che si estendono lungo tutto il fronte principale. La particolarità però sta soprattutto negli intradossi dei balconi che variano la colorazione a seconda del piano: dal rosso del primo fino al blu del quarto, passando per il giallo ed il verde. Una teoria di mensole radiali, lasciate acromatiche, scandisce longitudinalmente la teoria cromatica. Anche la villa costruita a Fregene per l'imprenditore Ciardi si distingue per la forte unicità. Il sapiente gioco di volumi ben si lega con la forte presenza di superfici orizzontali e verticali, che vanno ad imitare temi strettamente navali come la prua, la vela e l'oblò. Il tutto culmina in una facciata che sintetizza l'espressionismo della scala con la sperimentazione stilistica dell'attacco al cielo, derivato dal linguaggio innovativo delle esposizioni internazionali. Il tema "marino" viene ripreso ed ulteriormente approfondito nel progetto di Villa Marcella, commissionata dal costruttore Claudio Mostarda. Una grande struttura in calcestruzzo armato sovrasta il volume della villa, ricordando sia un'onda nella sua massima elevazione, che un'enorme conchiglia. Il prospetto principale è totalmente aperto verso l'esterno, in cui trova posto una singolare piscina, la cui terminazione sinusoidale penetra fino all'interno.File | Dimensione | Formato | |
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