Il mio intervento si propone di analizzare Quando Dio ballava il tango (2002) di Laura Pariani, una fra le più interessanti autrici italiane contemporanee, la cui cifra stilistica è una scrittura che ruota intorno al tema dell’emigrazione. L’opera in esame è composta da sedici capitoli che corrispondono ad altrettante storie: ognuno di essi è intitolato con un nome di donna e viene introdotto dalla strofa di un tango. Le storie che la Pariani narra sono legate ed intrecciate l’una all’altra da genealogie che coprono l’arco di un secolo – dagli scioperi della Patagonia negli anni Venti al tracollo economico del 2001 – e che raccontano la storia dell’emigrazione italiana in Argentina. È scrittura della migrazione, vista da parte delle donne. E a queste voci femminili L. Pariani offre nella scrittura una lingua-dialetto, che recupera i suoni del lombardo dei contadini, attraverso proverbi, cantilene, filastrocche; un linguaggio, sottilmente crudo e prepotentemente semplice, che giunge a scarnificare la pagina, densa di allegorie della migrazione; un italiano in cui affiorano sia il dialetto che l’argentino in una lingua contaminata. In quest’opera vi è la messa in evidenza di alcuni topoi della letteratura migrante – quali la perdita delle radici, il ritorno alla memoria, il senso di solitudine e sradicamento, ecc. – in relazione all’analisi delle figure femminili.
Migrazione e scrittura al femminile. Quando Dio ballava il tango di L. Pariani / Medaglia, Francesca. - (2020), pp. 539-546. (Intervento presentato al convegno Scritture del dispatrio. Atti del XX Convegno Internazionale della MOD, 14-16 giugno 2018 tenutosi a Università di Potenza).
Migrazione e scrittura al femminile. Quando Dio ballava il tango di L. Pariani
Medaglia Francesca
2020
Abstract
Il mio intervento si propone di analizzare Quando Dio ballava il tango (2002) di Laura Pariani, una fra le più interessanti autrici italiane contemporanee, la cui cifra stilistica è una scrittura che ruota intorno al tema dell’emigrazione. L’opera in esame è composta da sedici capitoli che corrispondono ad altrettante storie: ognuno di essi è intitolato con un nome di donna e viene introdotto dalla strofa di un tango. Le storie che la Pariani narra sono legate ed intrecciate l’una all’altra da genealogie che coprono l’arco di un secolo – dagli scioperi della Patagonia negli anni Venti al tracollo economico del 2001 – e che raccontano la storia dell’emigrazione italiana in Argentina. È scrittura della migrazione, vista da parte delle donne. E a queste voci femminili L. Pariani offre nella scrittura una lingua-dialetto, che recupera i suoni del lombardo dei contadini, attraverso proverbi, cantilene, filastrocche; un linguaggio, sottilmente crudo e prepotentemente semplice, che giunge a scarnificare la pagina, densa di allegorie della migrazione; un italiano in cui affiorano sia il dialetto che l’argentino in una lingua contaminata. In quest’opera vi è la messa in evidenza di alcuni topoi della letteratura migrante – quali la perdita delle radici, il ritorno alla memoria, il senso di solitudine e sradicamento, ecc. – in relazione all’analisi delle figure femminili.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Medaglia_Migrazione-e-scrittura_2020.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
232.18 kB
Formato
Adobe PDF
|
232.18 kB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.