I numerosi studi pubblicati negli ultimi due decenni sulla figura di Le Corbusier hanno setacciato quasi ogni angolo del suo immenso archivio conservato a Parigi presso l’omonima fondazione. In particolare, i suoi taccuini di viaggio, pubblicati in maniera sistematica a partire dagli anni Ottanta, sembrano costituire una fonte inesauribile per tracciare le complesse traiettorie della sua formazione artistica ma anche per confutare diffuse convinzioni e alcune delle sue stesse affermazioni. Gli studi sulle riviste, cartoline e dépliant commerciali della sua biblioteca, hanno messo in luce l’attitudine ad adottare quasi fino al plagio, i modelli visivi dei primi mass media, come la pubblicità e il cinema. Allo stesso modo, gli schizzi di viaggio, quando non copiati a loro volta da fotografie o pesantemente ritoccati dopo il ritorno, possono rivelare la sua adozione di modelli visuali storici, se non addirittura classici, che hanno influenzato non solo il suo modo di rappresentare l’architettura ma, più in generale, il modo di vedere e valorizzare il paesaggio in termini di composizione di masse e piani.
La persistenza di modelli visuali del paesaggio romano da Van Wittel a Le Corbusier / Colonnese, Fabio. - (2018), pp. 1047-1053. (Intervento presentato al convegno AISU 2017. La città, il viaggio, il turismo: percezione, produzione e trasformazione tenutosi a Napoli).
La persistenza di modelli visuali del paesaggio romano da Van Wittel a Le Corbusier
colonnese, fabio
2018
Abstract
I numerosi studi pubblicati negli ultimi due decenni sulla figura di Le Corbusier hanno setacciato quasi ogni angolo del suo immenso archivio conservato a Parigi presso l’omonima fondazione. In particolare, i suoi taccuini di viaggio, pubblicati in maniera sistematica a partire dagli anni Ottanta, sembrano costituire una fonte inesauribile per tracciare le complesse traiettorie della sua formazione artistica ma anche per confutare diffuse convinzioni e alcune delle sue stesse affermazioni. Gli studi sulle riviste, cartoline e dépliant commerciali della sua biblioteca, hanno messo in luce l’attitudine ad adottare quasi fino al plagio, i modelli visivi dei primi mass media, come la pubblicità e il cinema. Allo stesso modo, gli schizzi di viaggio, quando non copiati a loro volta da fotografie o pesantemente ritoccati dopo il ritorno, possono rivelare la sua adozione di modelli visuali storici, se non addirittura classici, che hanno influenzato non solo il suo modo di rappresentare l’architettura ma, più in generale, il modo di vedere e valorizzare il paesaggio in termini di composizione di masse e piani.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
Colonnese_Persistenza-modelli-cover_2017.pdf
accesso aperto
Note: http://www.fedoabooks.unina.it/index.php/fedoapress/catalog/view/96/78/492-1
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Creative commons
Dimensione
9.09 MB
Formato
Adobe PDF
|
9.09 MB | Adobe PDF | |
|
Colonnese_Persistenza-modell-ivisuali_2017.pdf
accesso aperto
Note: http://www.fedoabooks.unina.it/index.php/fedoapress/catalog/view/96/78/492-1
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Creative commons
Dimensione
3.05 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.05 MB | Adobe PDF |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


