I offer initially some short bio-bibliographical news about the context in which Die Idee der Sprache in der Tradition des Humanismus von Dante bis Vico (in Italian, L’idea di lingua nella tradizione dell’umanesimo da Dante a Vico) was drafted and then published by Karl-Otto Apel in 1963. In point 1. I consider the general layout of the work, to focus mainly on the Einleitung (Introduction), later added to the first draft (submitted for the habilitation in 1961). In it the project of a «transcendental hermeneutics» is advanced, then dropped around 1970, through which the modern paradigm of the philosophy of consciousness is replaced by the new paradigm of the philosophy of language. In point 2. I consider Apel’s interpretation of De vulgari eloquentia in particular and I stress the lasting contributions that Apel drew from Dante, precisely by abandoning the project of a «transcendental hermeneutics» and replacing it with the definitive project of a «transcendental pragmatics»; this through the reception of Peirce, as it was to be configured from the 1973 collection of essays Transformation der Philosohie.

Offro inizialmente alcune brevi notizie bio-bibliografiche sul contesto in cui Die Idee der Sprache in der Tradition des Humanismus von Dante bis Vico (tr. it. L’idea di lingua nella tradizione dell’umanesimo da Dante a Vico) venne stesa e poi pubblicata da Karl-Otto Apel nel 1963. Nel punto 1. considero l’impianto generale dell’opera, per concentrarmi soprattutto sulla Einleitung (Introduzione), successivamente aggiunta alla prima stesura (presentata per il conseguimento dell’abilitazione nel 1961). In essa viene avanzato il progetto di una «ermeneutica trascendentale», poi lasciato cadere verso il 1970, attraverso cui sostituire il paradigma moderno della filosofia della coscienza con il nuovo paradigma della filosofia della lingua. Nel punto 2. considero l’interpretazione che, nel corpo dell’opera, Apel offre in particolare del De vulgari eloquentia e sottolineo i contributi durevoli che Apel ha tratto, a mio avviso, da Dante, proprio abbandonando il progetto di una «ermeneutica trascendentale» e sostituendolo con il definitivo progetto di una «pragmatica trascendentale», attraverso la ricezione di Peirce, così come esso si configurerà a partire dalla raccolta di saggi Transformation der Philosohie del 1973.

L’incontro giovanile di K.-O. Apel con Dante / Marzocchi, Virginio. - In: HUMANITAS. - ISSN 0018-7461. - LXXVI:1(2021), pp. 178-188.

L’incontro giovanile di K.-O. Apel con Dante

Virginio Marzocchi
2021

Abstract

I offer initially some short bio-bibliographical news about the context in which Die Idee der Sprache in der Tradition des Humanismus von Dante bis Vico (in Italian, L’idea di lingua nella tradizione dell’umanesimo da Dante a Vico) was drafted and then published by Karl-Otto Apel in 1963. In point 1. I consider the general layout of the work, to focus mainly on the Einleitung (Introduction), later added to the first draft (submitted for the habilitation in 1961). In it the project of a «transcendental hermeneutics» is advanced, then dropped around 1970, through which the modern paradigm of the philosophy of consciousness is replaced by the new paradigm of the philosophy of language. In point 2. I consider Apel’s interpretation of De vulgari eloquentia in particular and I stress the lasting contributions that Apel drew from Dante, precisely by abandoning the project of a «transcendental hermeneutics» and replacing it with the definitive project of a «transcendental pragmatics»; this through the reception of Peirce, as it was to be configured from the 1973 collection of essays Transformation der Philosohie.
2021
Offro inizialmente alcune brevi notizie bio-bibliografiche sul contesto in cui Die Idee der Sprache in der Tradition des Humanismus von Dante bis Vico (tr. it. L’idea di lingua nella tradizione dell’umanesimo da Dante a Vico) venne stesa e poi pubblicata da Karl-Otto Apel nel 1963. Nel punto 1. considero l’impianto generale dell’opera, per concentrarmi soprattutto sulla Einleitung (Introduzione), successivamente aggiunta alla prima stesura (presentata per il conseguimento dell’abilitazione nel 1961). In essa viene avanzato il progetto di una «ermeneutica trascendentale», poi lasciato cadere verso il 1970, attraverso cui sostituire il paradigma moderno della filosofia della coscienza con il nuovo paradigma della filosofia della lingua. Nel punto 2. considero l’interpretazione che, nel corpo dell’opera, Apel offre in particolare del De vulgari eloquentia e sottolineo i contributi durevoli che Apel ha tratto, a mio avviso, da Dante, proprio abbandonando il progetto di una «ermeneutica trascendentale» e sostituendolo con il definitivo progetto di una «pragmatica trascendentale», attraverso la ricezione di Peirce, così come esso si configurerà a partire dalla raccolta di saggi Transformation der Philosohie del 1973.
filosofia del linguaggio; K.-O. Apel; Dante Alighieri; ermeneutica; pragmatica linguistica
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
L’incontro giovanile di K.-O. Apel con Dante / Marzocchi, Virginio. - In: HUMANITAS. - ISSN 0018-7461. - LXXVI:1(2021), pp. 178-188.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1540972
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