Votive Aedicules in Naples between contested memories and living practices The Pendino district, in the center of Naples, in the past was a great commercial center of the city. Today, it appears overpopulated, decaying and scarred and his twisted streets are marked by 'traces' and ‘relics’ that testify historical events, the existence of families, social relationships, conflicts and narratives.These ‘traces’ are mostly votive aedicules that manifest the bond with the dead, grief, affection and memory. They are full of flowers, Saints, plaques, sometimes ossuaries, and protected by glass and aluminum cases, or gates of iron, and tell stories of life and characterize the landscape. In them are exhibited photos of the deceased, and, in particular, of young people who died due to tragic and violent events: cancer, drugs, obesity, Camorra. In them, the cult of the Saints coexists with the cult of the Dead which is expressed with "taking care", by local families, of the votive aedicules. The research aims to investigate the contemporary processes of 'popular living' in the "public space", through the analysis of singular and plural practices which refer to a specific form of operations ("ways of doing”) and resurface in new forms of use of space. The expected result is to try to provide a contribution to reflect, from an anthropological point of view, on the use of space (inversions, displacements, accumulations, appropriations, creative re-use) and on the implications of political discourses on space, on rhetoric of participation and inclusiveness, on the concept of urban regeneration.

Edicole votive a Napoli tra memorie contese e pratiche dell’abitare Il quartiere Pendino, nel centro storico di Napoli, è stato un tempo grande polo commerciale cittadino. Oggi appare sovrappopolato, decadente e sfregiato, e le sue strade contorte sono segnate da ‘tracce’ e ‘reliquie’ che testimoniano eventi storici, l’esistenza di famiglie, rapporti sociali, conflitti e narrazioni. Sono per lo più edicole votive a manifestare il legame con i morti, il cordoglio, l’affezione, la memoria. Colme di fiori, Santi, targhe, oggetti semiofori, talvolta ossuari, e protette da teche di vetro e alluminio o cancelli di ferro, raccontano storie di vita e connotano il paesaggio. In esse vengono esibite le foto dei defunti, ed in particolare di giovani morti a causa di eventi tragici e violenti: tumori, obesità, droga, camorra. In esse, il culto dei Santi convive con il culto dei defunti che si esprime nella “presa in cura” familiare delle edicole. La ricerca che propongo ha l’obiettivo di indagare i processi contemporanei dell’abitare popolare nello “spazio pubblico”, attraverso l’analisi di pratiche singolari e plurali che rinviano a una forma specifica di operazioni (“modi di fare”) e riaffiorano in nuove forme di uso dello spazio. Il risultato atteso è quello di provare a fornire un contributo, per riflettere, dal punto di vista antropologico, sull’uso dello spazio (inversioni, spostamenti, accumulazioni, appropriazioni, reimpiego creativo) e sulle implicazioni dei discorsi politici sullo spazio, sulla retorica della partecipazione e inclusività, sul concetto di rigenerazione urbana;

Edicole votive a Napoli tra memorie contese e pratiche dell'abitare / Pantellaro, M. - In: ARCHIVIO DI ETNOGRAFIA. - ISSN 1826-9125. - 1-2 Nuova serie anno XV(2021), pp. 93-126.

Edicole votive a Napoli tra memorie contese e pratiche dell'abitare

Pantellaro M
2021

Abstract

Votive Aedicules in Naples between contested memories and living practices The Pendino district, in the center of Naples, in the past was a great commercial center of the city. Today, it appears overpopulated, decaying and scarred and his twisted streets are marked by 'traces' and ‘relics’ that testify historical events, the existence of families, social relationships, conflicts and narratives.These ‘traces’ are mostly votive aedicules that manifest the bond with the dead, grief, affection and memory. They are full of flowers, Saints, plaques, sometimes ossuaries, and protected by glass and aluminum cases, or gates of iron, and tell stories of life and characterize the landscape. In them are exhibited photos of the deceased, and, in particular, of young people who died due to tragic and violent events: cancer, drugs, obesity, Camorra. In them, the cult of the Saints coexists with the cult of the Dead which is expressed with "taking care", by local families, of the votive aedicules. The research aims to investigate the contemporary processes of 'popular living' in the "public space", through the analysis of singular and plural practices which refer to a specific form of operations ("ways of doing”) and resurface in new forms of use of space. The expected result is to try to provide a contribution to reflect, from an anthropological point of view, on the use of space (inversions, displacements, accumulations, appropriations, creative re-use) and on the implications of political discourses on space, on rhetoric of participation and inclusiveness, on the concept of urban regeneration.
2021
Edicole votive a Napoli tra memorie contese e pratiche dell’abitare Il quartiere Pendino, nel centro storico di Napoli, è stato un tempo grande polo commerciale cittadino. Oggi appare sovrappopolato, decadente e sfregiato, e le sue strade contorte sono segnate da ‘tracce’ e ‘reliquie’ che testimoniano eventi storici, l’esistenza di famiglie, rapporti sociali, conflitti e narrazioni. Sono per lo più edicole votive a manifestare il legame con i morti, il cordoglio, l’affezione, la memoria. Colme di fiori, Santi, targhe, oggetti semiofori, talvolta ossuari, e protette da teche di vetro e alluminio o cancelli di ferro, raccontano storie di vita e connotano il paesaggio. In esse vengono esibite le foto dei defunti, ed in particolare di giovani morti a causa di eventi tragici e violenti: tumori, obesità, droga, camorra. In esse, il culto dei Santi convive con il culto dei defunti che si esprime nella “presa in cura” familiare delle edicole. La ricerca che propongo ha l’obiettivo di indagare i processi contemporanei dell’abitare popolare nello “spazio pubblico”, attraverso l’analisi di pratiche singolari e plurali che rinviano a una forma specifica di operazioni (“modi di fare”) e riaffiorano in nuove forme di uso dello spazio. Il risultato atteso è quello di provare a fornire un contributo, per riflettere, dal punto di vista antropologico, sull’uso dello spazio (inversioni, spostamenti, accumulazioni, appropriazioni, reimpiego creativo) e sulle implicazioni dei discorsi politici sullo spazio, sulla retorica della partecipazione e inclusività, sul concetto di rigenerazione urbana;
Edicole votive; Patrimonio culturale; antropologia urbana; anime del Purgatorio; fotografie inquiete; etnografia; culto dei morti; presa in cura; quartiere Pendino;
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Edicole votive a Napoli tra memorie contese e pratiche dell'abitare / Pantellaro, M. - In: ARCHIVIO DI ETNOGRAFIA. - ISSN 1826-9125. - 1-2 Nuova serie anno XV(2021), pp. 93-126.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1540676
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