Durante gli anni Sessanta la scena teatral-musicale italiana ha sperimentato le possibilità dei materiali teatrali e teatralizzabili configurando nuovi linguaggi attraverso una prassi di prova-verifica, partendo da una posizione, con gradazioni diverse secondo i casi, di alterità e critica all’Opera lirica di tradizione. Il Nuovo Teatro musicale si è caratterizzato per l’abbattimento della monofocalità della sala teatrale attraverso una costruzione accurata dello spazio acustico grazie alle pratiche di spazializzazione che hanno permesso nuovi rapporti intensivi con gli spettatori; l’uso di pratiche vocali sperimentali che hanno contribuito anche all’erosione della forma ‘libretto’; la creazione di dispositivi drammaturgici processuali tesi al coinvolgimento degli spettatori. Attraverso casi specifici ci soffermeremo su queste tre direttive – spazio, vocalità, relazione spettatoriale – cercando d'individuare le discontinuità nelle prassi e le continuità operative nel coevo contesto teatrale.
Spazi acustici, sperimentazione vocale e relazione spettacolo/spettatore nel nuovo teatro musicale italiano degli anni Sessanta / Vergni, Daniele. - (2020), pp. 173-179. (Intervento presentato al convegno Graduate conference "Linguaggi, esperienze e tracce sonore sulla scena" tenutosi a L'Aquila).
Spazi acustici, sperimentazione vocale e relazione spettacolo/spettatore nel nuovo teatro musicale italiano degli anni Sessanta
Daniele Vergni
2020
Abstract
Durante gli anni Sessanta la scena teatral-musicale italiana ha sperimentato le possibilità dei materiali teatrali e teatralizzabili configurando nuovi linguaggi attraverso una prassi di prova-verifica, partendo da una posizione, con gradazioni diverse secondo i casi, di alterità e critica all’Opera lirica di tradizione. Il Nuovo Teatro musicale si è caratterizzato per l’abbattimento della monofocalità della sala teatrale attraverso una costruzione accurata dello spazio acustico grazie alle pratiche di spazializzazione che hanno permesso nuovi rapporti intensivi con gli spettatori; l’uso di pratiche vocali sperimentali che hanno contribuito anche all’erosione della forma ‘libretto’; la creazione di dispositivi drammaturgici processuali tesi al coinvolgimento degli spettatori. Attraverso casi specifici ci soffermeremo su queste tre direttive – spazio, vocalità, relazione spettatoriale – cercando d'individuare le discontinuità nelle prassi e le continuità operative nel coevo contesto teatrale.File | Dimensione | Formato | |
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