Il tema dell’alba coinvolge a lungo raggio la poesia caproniana; se a partire dall’evento bellico essa è letta da Caproni come «l’odioso momento dei plotoni, l’ora bianca delle fucilazioni»1, risulta essere anche strettamente correlata al risveglio dei sensi e a una nuova possibilità conoscitiva per l’uomo. Se, infatti, come ha giustamente affermato Verdino «l’alba non piace a Caproni, (diversamente da altri poeti […]) è per lui un’ora traumatica»2, questo assioma non è del tutto valido per la sua prima produzione. Prima della rilettura in negativo della propria opera per gli eventi luttuosi privati e pubblici, l’alba ha per Caproni un duplice significato: positivo nella sua connotazione di attesa di una speranza che potrebbe verificarsi e nella riappropriazione da parte degli uomini del proprio senso del vivere, e negativo per l’inizio di una nuova reale finzione, di un nuovo reale che si affaccia all’uomo come un’allegoria del mondo, fino a giungere nelle ultime raccolte all’associazione con la luce giovannea attraverso cui è possibile vedere nella più totale oscurità.
«Lasciatemi nel mio buio: / ch’io veda»: il dispiegarsi dell’alba nella poesia caproniana / Zappala', Giuseppe. - (2019), pp. 665-674. (Intervento presentato al convegno Le forme del comico tenutosi a Firenze).
«Lasciatemi nel mio buio: / ch’io veda»: il dispiegarsi dell’alba nella poesia caproniana
Giuseppe Zappala
2019
Abstract
Il tema dell’alba coinvolge a lungo raggio la poesia caproniana; se a partire dall’evento bellico essa è letta da Caproni come «l’odioso momento dei plotoni, l’ora bianca delle fucilazioni»1, risulta essere anche strettamente correlata al risveglio dei sensi e a una nuova possibilità conoscitiva per l’uomo. Se, infatti, come ha giustamente affermato Verdino «l’alba non piace a Caproni, (diversamente da altri poeti […]) è per lui un’ora traumatica»2, questo assioma non è del tutto valido per la sua prima produzione. Prima della rilettura in negativo della propria opera per gli eventi luttuosi privati e pubblici, l’alba ha per Caproni un duplice significato: positivo nella sua connotazione di attesa di una speranza che potrebbe verificarsi e nella riappropriazione da parte degli uomini del proprio senso del vivere, e negativo per l’inizio di una nuova reale finzione, di un nuovo reale che si affaccia all’uomo come un’allegoria del mondo, fino a giungere nelle ultime raccolte all’associazione con la luce giovannea attraverso cui è possibile vedere nella più totale oscurità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.