Oggi Tor di Valle costituisce una zona di frontiera ai margini dell’abitato, un luogo disconnesso dai tessuti a margine, un ambito suburbano interessato da flussi veicolari che lo lambiscono ma non lo attraversano. Posta a ridosso del GRA, lato interno, è delimitata dalla via del Mare e da un’ampia ansa del Tevere che “tocca” la strada ai due opposti; al di là del fiume, a ovest, si trova l’autostrada Roma-Fiumicino e, più oltre la Magliana; sull’opposto versante est corre la ferrovia e si eleva la collina su cui sorge il Torrino. Per la sua posizione e, soprattutto, per la pronunciata marginalità legata principalmente ai caratteri geomorfologici della zona, quest’area è sempre stata un brano di città “altro”, interessata da insediamenti artigianali e micro-industriali essenzialmente abusivi e, oggi, da un impianto di depurazione dell'ACEA. Eppure, in occasione dell’Olimpiade del 1960, Tor di Valle fu scelta per ospitare l’ippodromo che avrebbe sostituito l’impianto per il trotto di Villa Glori, a sua volta demolito per far posto al Villaggio Olimpico, al Palazzetto dello Sport di Annibale Vitellozzi e allo Stadio Flaminio di Pier Luigi Nervi. La nuova attrezzatura, particolarmente complessa, era costituita dagli impianti per il trotto, dalle tribune spettatori e dai servizi progettati da Julio Lafuente e Gaetano Rebecchini, che si avvalsero della collaborazione degli strutturisti Calogero Benedetti, Aicardo Birago e Paolo Vietti-Violi. Inaugurato il 26 dicembre del 1959 con il “Premio Tor di Valle”, l’ippodromo era tra i più grandi d'Europa; copriva infatti una superficie di 420.000 mq, poteva ospitare fino a 50.000 spettatori e aveva una pista lunga 1.000 m1. Particolarmente importante era la copertura in cemento armato, una pensilina composta da 11 ombrelli sostenuti da pilastri-sculture, considerata il più grande paraboloide iperbolico del mondo. A causa del ridotto utilizzo, dell’incuria degli spazi esterni e dell’assenza di manutenzione, l’ippodromo subisce un progressivo degrado: la sua immagine e la sua funzionalità iniziano a compromettersi, tanto che nel 2004 viene coperto da una tendostruttura provvisoria per poter essere utilizzato come arena in occasione degli MTV Europe Music Awards di Roma; contemporaneamente le manifestazioni ippiche si riducono, sino a cessare del tutto nel gennaio 2013.

Incerti destini: tor di valle e lo stadio della roma / Petrangeli, Maurizio. - In: METAMORFOSI. - ISSN 1590-1394. - 7:(2020), pp. 84-97.

Incerti destini: tor di valle e lo stadio della roma

maurizio petrangeli
2020

Abstract

Oggi Tor di Valle costituisce una zona di frontiera ai margini dell’abitato, un luogo disconnesso dai tessuti a margine, un ambito suburbano interessato da flussi veicolari che lo lambiscono ma non lo attraversano. Posta a ridosso del GRA, lato interno, è delimitata dalla via del Mare e da un’ampia ansa del Tevere che “tocca” la strada ai due opposti; al di là del fiume, a ovest, si trova l’autostrada Roma-Fiumicino e, più oltre la Magliana; sull’opposto versante est corre la ferrovia e si eleva la collina su cui sorge il Torrino. Per la sua posizione e, soprattutto, per la pronunciata marginalità legata principalmente ai caratteri geomorfologici della zona, quest’area è sempre stata un brano di città “altro”, interessata da insediamenti artigianali e micro-industriali essenzialmente abusivi e, oggi, da un impianto di depurazione dell'ACEA. Eppure, in occasione dell’Olimpiade del 1960, Tor di Valle fu scelta per ospitare l’ippodromo che avrebbe sostituito l’impianto per il trotto di Villa Glori, a sua volta demolito per far posto al Villaggio Olimpico, al Palazzetto dello Sport di Annibale Vitellozzi e allo Stadio Flaminio di Pier Luigi Nervi. La nuova attrezzatura, particolarmente complessa, era costituita dagli impianti per il trotto, dalle tribune spettatori e dai servizi progettati da Julio Lafuente e Gaetano Rebecchini, che si avvalsero della collaborazione degli strutturisti Calogero Benedetti, Aicardo Birago e Paolo Vietti-Violi. Inaugurato il 26 dicembre del 1959 con il “Premio Tor di Valle”, l’ippodromo era tra i più grandi d'Europa; copriva infatti una superficie di 420.000 mq, poteva ospitare fino a 50.000 spettatori e aveva una pista lunga 1.000 m1. Particolarmente importante era la copertura in cemento armato, una pensilina composta da 11 ombrelli sostenuti da pilastri-sculture, considerata il più grande paraboloide iperbolico del mondo. A causa del ridotto utilizzo, dell’incuria degli spazi esterni e dell’assenza di manutenzione, l’ippodromo subisce un progressivo degrado: la sua immagine e la sua funzionalità iniziano a compromettersi, tanto che nel 2004 viene coperto da una tendostruttura provvisoria per poter essere utilizzato come arena in occasione degli MTV Europe Music Awards di Roma; contemporaneamente le manifestazioni ippiche si riducono, sino a cessare del tutto nel gennaio 2013.
2020
tor di valle; stadio; Roma; città
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Incerti destini: tor di valle e lo stadio della roma / Petrangeli, Maurizio. - In: METAMORFOSI. - ISSN 1590-1394. - 7:(2020), pp. 84-97.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1516963
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