With the awareness that human action takes place within complex systems and that indeed women and men are complex systems themselves, the apparatuses of knowledge and disciplinary struc- tures find themselves facing new problems that force them to leave the consolidated awareness and the monolithic theories. The result is a methodological “anti-discipline” that crosses disciplinary concepts and paradigms, to translate a constantly changing reality and in which differences can take on a value for the evolution of knowledge itself. If on the one hand we see the collapse of historical categories, operational scales, as well as the disciplinary knowledge that appears increasingly mobile and fast, design develops a hybrid way of investigating reality and looking outside of itself. The following essay brings together the reflections of two design researchers and a communication anthropologist in an experimental attempt to challenge the linear logic of disciplinary writing, in order to highlight the dissonant factors and the different interpretative constructs, in a logic of epistemological disorientation. The Bialetti funeral tells of such short circuit in which product, producer and communicative performance come together between the organic and the inorganic domain. While on the one hand, the anthropolo- gist constructs the field research project as a design process and he focuses on the artificial reality that emerges beyond people, crea- tively combining meta-fetishism and design through the concept of physiognomy, on the other hand design fits into the social and cultural plots with artificial forms that extend to the function of service and process, developing an open field of knowledge. The multiplication of contemporary products, which include complex material and social features, implies a challenge to the “scalar” knowledge developed in history through the different operational scales: to each one a field, from the smallest to the largest. The project takes the strategic role of managing complexity, focusing on the innovation of processes and instrumental equip- ment, to knowledge which, as is the case of design thinking, are adopted in disparate fields and sectors.

Con la consapevolezza che l’agire umano si compie all’interno di sistemi complessi e che anzi, gli uomini stessi sono sistemi complessi, gli apparati della conoscenza e le strutture disciplinari si trovano a confrontarsi con problemi nuovi che costringono ad abbandonare le consapevolezze consolidate e le teorie mono- litiche. Ne emerge una “anti-disciplina” metodologica che attraversa i concetti e i paradigmi disciplinari, per interpretare una realtà in continuo movimento e in cui le differenze possono assumere un valore per l’evoluzione dei saperi stessi. In questo periodo constatiamo il collasso delle categorie storiche, delle scale operative, come dei saperi disciplinari di una conoscenza che si rivela sempre più mobile e veloce, il design sviluppa un modo ibrido di indagare la realtà e di guardare al di fuori di sé stesso. Il saggio tiene insieme le riflessioni di due design researchers ed un antropologo della comunicazione in un tentativo sperimentale di sfidare la logica lineare del saggio disciplinare, per evidenziare le componenti dissonanti e i diversi costrutti interpretativi, in una logica di spaesamento epistemologico. Il funerale Bialetti racconta questo corto circuito in cui prodotto, produttore e performance comunicativa si uniscono tra organico e inorganico. Se da una parte l’antropologo costruisce il progetto di ricerca sul campo come un processo di design e si concentra sulla realtà artificiale che emerge al di là delle persone, unendo creativamente meta-fe- ticismo e progetto nel concetto di fisiognomica, dall’altra il design si inserisce nelle trame sociali e culturali con le forme artificiali che si estendono alla funzione del servizio e del processo, sviluppando un territorio di conoscenza aperto. La moltiplicazione dei prodotti contemporanei, che includono caratteristiche materiali e sociali complesse, implica una sfida ai saperi “scalari” sviluppati nella storia attraverso le diverse scale operative: ad ognuno un ambito, dal più piccolo al più grande. Il progetto assume su di sé il ruolo strategico di gestione della complessità, concentrandosi sull’affinamento dei processi e degli apparati strumentali della conoscenza che, come avviene per il design thinking, vengono adottati in ambiti e settori molto distanti.

The categories collapse, knowledge is mobile: dislocations between Design and Anthropology / Imbesi, Lorenzo; Simeone, Luca; Canevacci, Massimo. - In: DIID. DISEGNO INDUSTRIALE INDUSTRIAL DESIGN. - ISSN 1594-8528. - 70/20:(2020), pp. 34-41.

The categories collapse, knowledge is mobile: dislocations between Design and Anthropology

Lorenzo Imbesi;Massimo Canevacci
2020

Abstract

With the awareness that human action takes place within complex systems and that indeed women and men are complex systems themselves, the apparatuses of knowledge and disciplinary struc- tures find themselves facing new problems that force them to leave the consolidated awareness and the monolithic theories. The result is a methodological “anti-discipline” that crosses disciplinary concepts and paradigms, to translate a constantly changing reality and in which differences can take on a value for the evolution of knowledge itself. If on the one hand we see the collapse of historical categories, operational scales, as well as the disciplinary knowledge that appears increasingly mobile and fast, design develops a hybrid way of investigating reality and looking outside of itself. The following essay brings together the reflections of two design researchers and a communication anthropologist in an experimental attempt to challenge the linear logic of disciplinary writing, in order to highlight the dissonant factors and the different interpretative constructs, in a logic of epistemological disorientation. The Bialetti funeral tells of such short circuit in which product, producer and communicative performance come together between the organic and the inorganic domain. While on the one hand, the anthropolo- gist constructs the field research project as a design process and he focuses on the artificial reality that emerges beyond people, crea- tively combining meta-fetishism and design through the concept of physiognomy, on the other hand design fits into the social and cultural plots with artificial forms that extend to the function of service and process, developing an open field of knowledge. The multiplication of contemporary products, which include complex material and social features, implies a challenge to the “scalar” knowledge developed in history through the different operational scales: to each one a field, from the smallest to the largest. The project takes the strategic role of managing complexity, focusing on the innovation of processes and instrumental equip- ment, to knowledge which, as is the case of design thinking, are adopted in disparate fields and sectors.
2020
Con la consapevolezza che l’agire umano si compie all’interno di sistemi complessi e che anzi, gli uomini stessi sono sistemi complessi, gli apparati della conoscenza e le strutture disciplinari si trovano a confrontarsi con problemi nuovi che costringono ad abbandonare le consapevolezze consolidate e le teorie mono- litiche. Ne emerge una “anti-disciplina” metodologica che attraversa i concetti e i paradigmi disciplinari, per interpretare una realtà in continuo movimento e in cui le differenze possono assumere un valore per l’evoluzione dei saperi stessi. In questo periodo constatiamo il collasso delle categorie storiche, delle scale operative, come dei saperi disciplinari di una conoscenza che si rivela sempre più mobile e veloce, il design sviluppa un modo ibrido di indagare la realtà e di guardare al di fuori di sé stesso. Il saggio tiene insieme le riflessioni di due design researchers ed un antropologo della comunicazione in un tentativo sperimentale di sfidare la logica lineare del saggio disciplinare, per evidenziare le componenti dissonanti e i diversi costrutti interpretativi, in una logica di spaesamento epistemologico. Il funerale Bialetti racconta questo corto circuito in cui prodotto, produttore e performance comunicativa si uniscono tra organico e inorganico. Se da una parte l’antropologo costruisce il progetto di ricerca sul campo come un processo di design e si concentra sulla realtà artificiale che emerge al di là delle persone, unendo creativamente meta-fe- ticismo e progetto nel concetto di fisiognomica, dall’altra il design si inserisce nelle trame sociali e culturali con le forme artificiali che si estendono alla funzione del servizio e del processo, sviluppando un territorio di conoscenza aperto. La moltiplicazione dei prodotti contemporanei, che includono caratteristiche materiali e sociali complesse, implica una sfida ai saperi “scalari” sviluppati nella storia attraverso le diverse scale operative: ad ognuno un ambito, dal più piccolo al più grande. Il progetto assume su di sé il ruolo strategico di gestione della complessità, concentrandosi sull’affinamento dei processi e degli apparati strumentali della conoscenza che, come avviene per il design thinking, vengono adottati in ambiti e settori molto distanti.
complexity; meta-fetishism; physiognomic; lateral thinking; transdisciplinarity; design thinking
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
The categories collapse, knowledge is mobile: dislocations between Design and Anthropology / Imbesi, Lorenzo; Simeone, Luca; Canevacci, Massimo. - In: DIID. DISEGNO INDUSTRIALE INDUSTRIAL DESIGN. - ISSN 1594-8528. - 70/20:(2020), pp. 34-41.
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