L’intervento punta a mettere in rilievo come nel Cinquecento, a fronte della perdurante fortuna dell’iconografia della Giustizia come una figura femminile vestita, o persino armata come San Michele Arcangelo (con il quale la Giustizia condivide non solo i suoi due attributi più ricorrenti, la spada e la bilancia, ma anche l’altro meno consueto, il globo), si contano anche alcuni esempi di Giustizia completamente nuda. Si trattò evidentemente di un caso di contaminazione con l’iconografia della Verità, ma anche del risultato dell’influenza fortissima del modello michelangiolesco, e della predilezione del grande artista fiorentino per il nudo, tanto maschile quanto femminile. Proprio a Firenze, dove Cosimo I legò la sua immagine pubblica al tema della Giustizia (e a quelli collegati di Equità e Pace), sia Agnolo Bronzino sia Vincenzo Danti scelsero quella soluzione, che però non ebbe davvero fortuna, prima di tutto perché le sempre più pressanti esigenze di decoro imposte dalla Controriforma scoraggiarono l’impiego di nudi, già a partire dagli anni Quaranta del Cinquecento. Alla fine del secolo, poi, la Giustizia di Guglielmo della Porta tutta nuda, e pienamente michelangiolesca, del sepolcro di Paolo III in San Pietro, venne censurata e rivestita.

Sull'iconografia della Giustizia nel Cinquecento tra Firenze e Roma: armata come l'Arcangelo Michele, nuda come la Verità / Pierguidi, Stefano. - (2020), pp. 257-274.

Sull'iconografia della Giustizia nel Cinquecento tra Firenze e Roma: armata come l'Arcangelo Michele, nuda come la Verità

pierguidi
2020

Abstract

L’intervento punta a mettere in rilievo come nel Cinquecento, a fronte della perdurante fortuna dell’iconografia della Giustizia come una figura femminile vestita, o persino armata come San Michele Arcangelo (con il quale la Giustizia condivide non solo i suoi due attributi più ricorrenti, la spada e la bilancia, ma anche l’altro meno consueto, il globo), si contano anche alcuni esempi di Giustizia completamente nuda. Si trattò evidentemente di un caso di contaminazione con l’iconografia della Verità, ma anche del risultato dell’influenza fortissima del modello michelangiolesco, e della predilezione del grande artista fiorentino per il nudo, tanto maschile quanto femminile. Proprio a Firenze, dove Cosimo I legò la sua immagine pubblica al tema della Giustizia (e a quelli collegati di Equità e Pace), sia Agnolo Bronzino sia Vincenzo Danti scelsero quella soluzione, che però non ebbe davvero fortuna, prima di tutto perché le sempre più pressanti esigenze di decoro imposte dalla Controriforma scoraggiarono l’impiego di nudi, già a partire dagli anni Quaranta del Cinquecento. Alla fine del secolo, poi, la Giustizia di Guglielmo della Porta tutta nuda, e pienamente michelangiolesca, del sepolcro di Paolo III in San Pietro, venne censurata e rivestita.
2020
Judici i Justícia. Art sacre i profà medieval i modern
978-84-475-3996-3
Giustizia; Agnolo Bronzino; Guglielmo della Porta; Giorgio Vasari
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Sull'iconografia della Giustizia nel Cinquecento tra Firenze e Roma: armata come l'Arcangelo Michele, nuda come la Verità / Pierguidi, Stefano. - (2020), pp. 257-274.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1515258
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