Il fenomeno della dismissione degli immobili di interesse storico, oltre a interessare massicciamente le ex aree produttive – cotonifici, saline, setifici, stabilimenti siderurgici e metallurgici, cantieri navali, ecc. - ha coinvolto una pluralità di aree divenute nel tempo obsolete, sovradimensionate o inadeguate, come ad esempio le caserme, le fortificazioni, gli impianti doganali e gli scali ferroviari. All'interno di questo vasto panorama, assumono un r ruolo significativo nella scena urbana le aree speciali, ovvero i siti militari, infrastrutturali, portuali, doganali non coinvolti nei processi di trasformazione delle città, ma rimasti isole scollegate dal tessuto circostante. Oggi, quella delle strutture militari dismesse, rappresenta una nuova sfida di trasformazione per le città italiane grandi, medie e piccole, per la quale è nodale il confronto tra Amministrazioni comunali, Ministero della Difesa, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero per lo Sviluppo Economico e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, un tema per eccellenza che riguarda il futuro dell'urbanistica dell’architettura e della riqualificazione delle città. Se “costruire sul costruito” rappresenta la strada maestra per la ripresa dell’attività edilizia in Italia, il riuso degli immobili della Difesa, costruendo una sapiente road map che porti reali benefici alla società, potrebbe garantire al paese un significativo volano di sviluppo per i prossimi anni. -Intervento: Luca Ribichini. -Coordinatore scientifico: Arch. Luca Ribichini.

Rigenerazione e riuso degli immobili della Difesa, i beni demaniali fra cultura, ricerca e innovazione per nuovi scenari di sviluppo / Ribichini, Luca. - (2019). (Intervento presentato al convegno Rigenerazione e riuso degli immobili della Difesa, i beni demaniali fra cultura, ricerca e innovazione per nuovi scenari di sviluppo . tenutosi a Convegno, Università Link Campus University, Casale San Pio V, Roma - nel 7 giugno 2019.).

Rigenerazione e riuso degli immobili della Difesa, i beni demaniali fra cultura, ricerca e innovazione per nuovi scenari di sviluppo .

Luca Ribichini
2019

Abstract

Il fenomeno della dismissione degli immobili di interesse storico, oltre a interessare massicciamente le ex aree produttive – cotonifici, saline, setifici, stabilimenti siderurgici e metallurgici, cantieri navali, ecc. - ha coinvolto una pluralità di aree divenute nel tempo obsolete, sovradimensionate o inadeguate, come ad esempio le caserme, le fortificazioni, gli impianti doganali e gli scali ferroviari. All'interno di questo vasto panorama, assumono un r ruolo significativo nella scena urbana le aree speciali, ovvero i siti militari, infrastrutturali, portuali, doganali non coinvolti nei processi di trasformazione delle città, ma rimasti isole scollegate dal tessuto circostante. Oggi, quella delle strutture militari dismesse, rappresenta una nuova sfida di trasformazione per le città italiane grandi, medie e piccole, per la quale è nodale il confronto tra Amministrazioni comunali, Ministero della Difesa, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero per lo Sviluppo Economico e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, un tema per eccellenza che riguarda il futuro dell'urbanistica dell’architettura e della riqualificazione delle città. Se “costruire sul costruito” rappresenta la strada maestra per la ripresa dell’attività edilizia in Italia, il riuso degli immobili della Difesa, costruendo una sapiente road map che porti reali benefici alla società, potrebbe garantire al paese un significativo volano di sviluppo per i prossimi anni. -Intervento: Luca Ribichini. -Coordinatore scientifico: Arch. Luca Ribichini.
2019
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1506639
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