L’edificio che ospita la fondazione Fendi a Roma sorge nel cuore del Foro Boario in un’area di grande pregio storico-architettonico. L’isolato di cui è parte si sviluppa dalle pendici del Palatino, lungo l’asse definito dal Circo Massimo e dalla chiesa di Sant’Anastasia e termina a ridosso di uno scenario straordinario scandito dai templi della Fortuna Virile e di Vesta, dalla chiesa di San Giorgio al Velabro e dall’arco di Giano. La fabbrica non si contraddistingue per particolarità figurative o tipologiche, tuttavia la posizione lo rende parte di uno scorcio di paesaggio urbano, prezioso e unico, necessariamente sedimentato nel tempo. Ateliers Jean Nouvel, autore del progetto, fa della condizione dell’edificio il motore dell’intervento. Il progetto gioca infatti su una serie di contrapposizioni che sembrano generate dallo status quo della fabbrica. Il suo essere al contempo fondale e punto di vista privilegiato di un cyclorama esclusivo, fa sì che le superfici esterne siano trattate con un timbro sobrio e rispettoso e, viceversa, gli interni caratterizzati da interventi puntuali e innovativi che esaltano l’eterogeneità delle inquadrature offerte dall’edificio (aperture e terrazze). Anche la contrapposizione tra unicità e serialità, data dalle trasformazioni leggibili sulle fronti (modifica degli infissi, restringimenti, tamponature) e negli spazi interni, diventa una possibile chiave di lettura. La tipicità dei tracciati regolatori dei prospetti, degli impianti distributivi e degli apparati decorativi, propri di un’edilizia residenziale di base, viene alterata dal passaggio del tempo che ne rende ogni parte a suo modo speciale. Il progetto muove proprio dalla specialità prodotta dalle modifiche e mira a farne scoprire la stratificazione. Così, la rilettura, svolta con spirito filologico, secondo diverse cifre interpretative, costituisce un nuovo strato, quello della contemporaneità, che si giustappone alla sedimentazione storica senza interromperne la sequenza
La sede della Fondazione Alda Fendi a Roma. Una nuova poetica dello spazio tra sedimentazione storica e contemporaneità / Acierno, Marta. - In: MATERIALI E STRUTTURE. - ISSN 1121-2373. - 17(2020), pp. 89-110.
La sede della Fondazione Alda Fendi a Roma. Una nuova poetica dello spazio tra sedimentazione storica e contemporaneità
Marta Acierno
Conceptualization
2020
Abstract
L’edificio che ospita la fondazione Fendi a Roma sorge nel cuore del Foro Boario in un’area di grande pregio storico-architettonico. L’isolato di cui è parte si sviluppa dalle pendici del Palatino, lungo l’asse definito dal Circo Massimo e dalla chiesa di Sant’Anastasia e termina a ridosso di uno scenario straordinario scandito dai templi della Fortuna Virile e di Vesta, dalla chiesa di San Giorgio al Velabro e dall’arco di Giano. La fabbrica non si contraddistingue per particolarità figurative o tipologiche, tuttavia la posizione lo rende parte di uno scorcio di paesaggio urbano, prezioso e unico, necessariamente sedimentato nel tempo. Ateliers Jean Nouvel, autore del progetto, fa della condizione dell’edificio il motore dell’intervento. Il progetto gioca infatti su una serie di contrapposizioni che sembrano generate dallo status quo della fabbrica. Il suo essere al contempo fondale e punto di vista privilegiato di un cyclorama esclusivo, fa sì che le superfici esterne siano trattate con un timbro sobrio e rispettoso e, viceversa, gli interni caratterizzati da interventi puntuali e innovativi che esaltano l’eterogeneità delle inquadrature offerte dall’edificio (aperture e terrazze). Anche la contrapposizione tra unicità e serialità, data dalle trasformazioni leggibili sulle fronti (modifica degli infissi, restringimenti, tamponature) e negli spazi interni, diventa una possibile chiave di lettura. La tipicità dei tracciati regolatori dei prospetti, degli impianti distributivi e degli apparati decorativi, propri di un’edilizia residenziale di base, viene alterata dal passaggio del tempo che ne rende ogni parte a suo modo speciale. Il progetto muove proprio dalla specialità prodotta dalle modifiche e mira a farne scoprire la stratificazione. Così, la rilettura, svolta con spirito filologico, secondo diverse cifre interpretative, costituisce un nuovo strato, quello della contemporaneità, che si giustappone alla sedimentazione storica senza interromperne la sequenzaFile | Dimensione | Formato | |
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