Lo iodio è cruciale per l’omeostasi tiroidea: oltre ai noti effetti sulla funzione, la deficienza cronica di iodio può favorire lo sviluppo di gozzo o un aumento di prevalenza ed incidenza di noduli tiroidei benigni [1]. La relazione con il carcinoma tiroideo è più controversa e gli studi che hanno indagato questa associazione sono discordi: una revisione della letteratura sull’argomento è stata recentemente pubblicata [2]. Alcuni studi pubblicati negli anni ’90 avevano documentato un rischio incrementato di carcinoma tiroideo nelle popolazioni residenti in aree iodocarenti; in particolare, la distribuzione dei vari istotipi risultava sbilanciata verso una maggiore prevalenza di carcinoma follicolare. Inoltre, alcuni studi longitudinali, effettuati prima e dopo l’introduzione di programmi di iodoprofilassi, hanno documentato un incremento relativo dei carcinomi a rischio più basso (in particolare i carcinomi papilliferi della tiroide). I risultati riportati in letteratura sono comunque discordanti. L’interpretazione di eventi che avvengono durante ampi intervalli temporali, infatti, risulta complicata da molteplici fattori confondenti. Oltre all’implementazione di programmi di profilassi iodica negli anni Ottanta e Novanta, altri fattori possono spiegare la maggior prevalenza (relativa) di carcinomi papilliferi della tiroide. Tali fattori vengono discussi nelle sezioni seguenti e rappresentati in Figura 1 in parallelo all’implementazione dei programmi di profilassi iodica.
Variazioni epidemiologiche delle neoplasie tiroidee nel tempo: ruolo della nutrizione iodica / Grani, Giorgio; Ramundo, Valeria; Falcone, Rosa; Durante, Cosimo. - In: L'ENDOCRINOLOGO. - ISSN 1590-170X. - (2021). [10.1007/s40619-021-00835-2]
Variazioni epidemiologiche delle neoplasie tiroidee nel tempo: ruolo della nutrizione iodica
Grani, GiorgioPrimo
;Ramundo, Valeria;Falcone, Rosa;Durante, Cosimo
Ultimo
2021
Abstract
Lo iodio è cruciale per l’omeostasi tiroidea: oltre ai noti effetti sulla funzione, la deficienza cronica di iodio può favorire lo sviluppo di gozzo o un aumento di prevalenza ed incidenza di noduli tiroidei benigni [1]. La relazione con il carcinoma tiroideo è più controversa e gli studi che hanno indagato questa associazione sono discordi: una revisione della letteratura sull’argomento è stata recentemente pubblicata [2]. Alcuni studi pubblicati negli anni ’90 avevano documentato un rischio incrementato di carcinoma tiroideo nelle popolazioni residenti in aree iodocarenti; in particolare, la distribuzione dei vari istotipi risultava sbilanciata verso una maggiore prevalenza di carcinoma follicolare. Inoltre, alcuni studi longitudinali, effettuati prima e dopo l’introduzione di programmi di iodoprofilassi, hanno documentato un incremento relativo dei carcinomi a rischio più basso (in particolare i carcinomi papilliferi della tiroide). I risultati riportati in letteratura sono comunque discordanti. L’interpretazione di eventi che avvengono durante ampi intervalli temporali, infatti, risulta complicata da molteplici fattori confondenti. Oltre all’implementazione di programmi di profilassi iodica negli anni Ottanta e Novanta, altri fattori possono spiegare la maggior prevalenza (relativa) di carcinomi papilliferi della tiroide. Tali fattori vengono discussi nelle sezioni seguenti e rappresentati in Figura 1 in parallelo all’implementazione dei programmi di profilassi iodica.File | Dimensione | Formato | |
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