Il presente lavoro ha l’intento di offrire un approfondimento dal punto di vista storiografico sulle vicende relative alla Legione Cecoslovacca in Italia nella Prima Guerra Mondiale, che ebbe un ruolo di primo piano nel processo di realizzazione delle istanze indipendentiste cecoslovacche. Composta da disertori e prigionieri dell’esercito austro-ungarico, essa fu il primo esercito nazionale cecoslovacco riconosciuto senza ancora avere uno stato. Nonostante i molti aspetti controversi relativi alle dinamiche della sua formazione e alle sue stesse vicende belliche, fu il fatto stesso della sua esistenza a rendere la Legione una carta pesantissima nel percorso verso l’indipendenza della Cecoslovacchia. Le vicende della Legione non sono mai state adeguatamente affrontate in sede storiografica e meritano senza dubbio quell’approfondimento monografico che finora è mancato. La grande mole di documenti presente presso l’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito a Roma e presso il Vojenský Historický Archiv [Archivio Storico Militare] a Praga (il cui materiale è pressoché interamente in ceco e le traduzioni dei documenti citati sono a cura di chi scrive), che sono le principali fonti primarie disponibili per una ricostruzione storiografica dell’argomento, oltre ai Documenti Diplomatici Italiani, hanno permesso di approfondire e porre in rilievo gli interi lineamenti della vicenda, evidenziando aspetti finora ignorati o posti in secondo piano. Gli aspetti di originalità di questo contributo risiedono soprattutto nell’analisi degli aspetti politico-diplomatici alla base del processo di formazione della Legione, nonché nell’approfondimento delle vicende del Corpo Volontario Cecoslovacco, il quale, formatosi nei campi di concentramento italiani, fu il nucleo di quella che sarebbe diventata la Legione Cecoslovacca. L’analisi dei documenti permette di restituire una realtà molto diversa da quella tramandata ma mai approfondita in sede storiografica. Anzitutto è stato possibile evidenziare le dinamiche e l’evoluzione dei rapporti tra la politica italiana e il Consiglio Nazionale Cecoslovacco e all’interno della politica italiana stessa, descrivendo un contesto di estrema fluidità e incertezza, con zone d’ombra presenti in tutti gli schieramenti. Inoltre, se le vicende della Legione Cecoslovacca in Italia, nel poco che è stato scritto, sono state pressoché unanimemente oggetto di esaltazione, restituendo la fallace immagine di una forza di volontari consapevole e compatta, salda nel perseguire le aspirazioni nazionali cecoslovacche proprio a partire da quel nucleo di volontari dei campi di concentramento, quel che svelano i documenti è un quadro molto differente. Abbiamo potuto constatare che aspetti e metodi di continua prevaricazione da parte dei volontari della causa nazionale nei campi di concentramento fossero una prassi quotidiana per la cooptazione di nuovi volontari. Tale prassi, caldeggiata dalle autorità del Consiglio Nazionale Cecoslovacco di Parigi e, ben presto, appoggiata dalle stesse autorità italiane, fu un importante motore degli arruolamenti nella Legione. E se è certamente vero che una genuina coscienza nazionale si fece strada in molti dei prigionieri che divennero legionari, è vero altresì che per molti altri di loro la scelta non fu veramente libera. Tali atteggiamenti saranno peraltro la causa principale delle numerose diserzioni di legionari cecoslovacchi, una volta formalizzata la nascita della Legione. In ordine poi agli aspetti militari della vicenda, i documenti analizzati hanno messo in luce che i legionari cecoslovacchi, invero impiegati in episodi minori e addestrati in maniera approssimativa per la fretta di inviarli al fronte prima della fine delle ostilità, pur battendosi sovente con coraggio, subirono perdite rilevanti a fronte di successi esigui e marginali. Questo, con l’eccezione dei reparti impiegati come esploratori/informatori, la cui funzione primaria di effettuare opera di propaganda per indurre i compatrioti alla diserzione, di raccogliere informazioni, e anche di effettuare colpi di mano, fu di indubbia utilità. Contestualmente, un rigido clima di prevaricazione istituzionalizzata si abbatteva su coloro che non intendevano arruolarsi nella Legione, clima che permarrà inalterato fino alla fine delle ostilità, con una piena comunità di intenti delle autorità italiane e di quelle cecoslovacche. L’originalità di questo lavoro risiede dunque anche nel porre l’attenzione su taluni aspetti contraddittori, che rompono il velo agiografico delle approssimative ricostruzioni esistenti delle vicende della Legione e delle percezioni tramandate, grazie a un’analisi dettagliata dei documenti a disposizione. In ultimo, riteniamo di aver aggiunto elementi nuovi anche nell’ultima parte di questo lavoro, relativa alla Missione Italiana in Slovacchia, al termine del conflitto, e alla spinosa questione politico-diplomatica dello scontro italo-francese per un’egemonia sulla Cecoslovacchia: si tratta di una sorta di appendice che viene a trattare del prolungamento delle vicende della Legione, ed andando oltre le sue vicende in senso stretto, non ha la pretesa di esaurire l’argomento. Tuttavia si ritiene di aver, anche in questo caso, messo in luce aspetti finora tralasciati, restituendo l’immagine di una politica italiana che non fu autrice, nella fattispecie, di scelte strategicamente grossolane, come spesso affermato nel dibattito storiografico, ma piuttosto fu indotta dalle circostanze ad operare una scelta razionale in tono minore, rinunciando consapevolmente al suo tentativo di egemonia sulla neonata Cecoslovacchia, consapevole dell’impossibilità di controbilanciare il peso politico-diplomatico della Francia, vincitore tra i vincitori della Prima Guerra Mondiale.

La Legione Cecoslovacca in Italia / Volpato, Alessandro. - (2021 Feb 18).

La Legione Cecoslovacca in Italia

VOLPATO, ALESSANDRO
18/02/2021

Abstract

Il presente lavoro ha l’intento di offrire un approfondimento dal punto di vista storiografico sulle vicende relative alla Legione Cecoslovacca in Italia nella Prima Guerra Mondiale, che ebbe un ruolo di primo piano nel processo di realizzazione delle istanze indipendentiste cecoslovacche. Composta da disertori e prigionieri dell’esercito austro-ungarico, essa fu il primo esercito nazionale cecoslovacco riconosciuto senza ancora avere uno stato. Nonostante i molti aspetti controversi relativi alle dinamiche della sua formazione e alle sue stesse vicende belliche, fu il fatto stesso della sua esistenza a rendere la Legione una carta pesantissima nel percorso verso l’indipendenza della Cecoslovacchia. Le vicende della Legione non sono mai state adeguatamente affrontate in sede storiografica e meritano senza dubbio quell’approfondimento monografico che finora è mancato. La grande mole di documenti presente presso l’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito a Roma e presso il Vojenský Historický Archiv [Archivio Storico Militare] a Praga (il cui materiale è pressoché interamente in ceco e le traduzioni dei documenti citati sono a cura di chi scrive), che sono le principali fonti primarie disponibili per una ricostruzione storiografica dell’argomento, oltre ai Documenti Diplomatici Italiani, hanno permesso di approfondire e porre in rilievo gli interi lineamenti della vicenda, evidenziando aspetti finora ignorati o posti in secondo piano. Gli aspetti di originalità di questo contributo risiedono soprattutto nell’analisi degli aspetti politico-diplomatici alla base del processo di formazione della Legione, nonché nell’approfondimento delle vicende del Corpo Volontario Cecoslovacco, il quale, formatosi nei campi di concentramento italiani, fu il nucleo di quella che sarebbe diventata la Legione Cecoslovacca. L’analisi dei documenti permette di restituire una realtà molto diversa da quella tramandata ma mai approfondita in sede storiografica. Anzitutto è stato possibile evidenziare le dinamiche e l’evoluzione dei rapporti tra la politica italiana e il Consiglio Nazionale Cecoslovacco e all’interno della politica italiana stessa, descrivendo un contesto di estrema fluidità e incertezza, con zone d’ombra presenti in tutti gli schieramenti. Inoltre, se le vicende della Legione Cecoslovacca in Italia, nel poco che è stato scritto, sono state pressoché unanimemente oggetto di esaltazione, restituendo la fallace immagine di una forza di volontari consapevole e compatta, salda nel perseguire le aspirazioni nazionali cecoslovacche proprio a partire da quel nucleo di volontari dei campi di concentramento, quel che svelano i documenti è un quadro molto differente. Abbiamo potuto constatare che aspetti e metodi di continua prevaricazione da parte dei volontari della causa nazionale nei campi di concentramento fossero una prassi quotidiana per la cooptazione di nuovi volontari. Tale prassi, caldeggiata dalle autorità del Consiglio Nazionale Cecoslovacco di Parigi e, ben presto, appoggiata dalle stesse autorità italiane, fu un importante motore degli arruolamenti nella Legione. E se è certamente vero che una genuina coscienza nazionale si fece strada in molti dei prigionieri che divennero legionari, è vero altresì che per molti altri di loro la scelta non fu veramente libera. Tali atteggiamenti saranno peraltro la causa principale delle numerose diserzioni di legionari cecoslovacchi, una volta formalizzata la nascita della Legione. In ordine poi agli aspetti militari della vicenda, i documenti analizzati hanno messo in luce che i legionari cecoslovacchi, invero impiegati in episodi minori e addestrati in maniera approssimativa per la fretta di inviarli al fronte prima della fine delle ostilità, pur battendosi sovente con coraggio, subirono perdite rilevanti a fronte di successi esigui e marginali. Questo, con l’eccezione dei reparti impiegati come esploratori/informatori, la cui funzione primaria di effettuare opera di propaganda per indurre i compatrioti alla diserzione, di raccogliere informazioni, e anche di effettuare colpi di mano, fu di indubbia utilità. Contestualmente, un rigido clima di prevaricazione istituzionalizzata si abbatteva su coloro che non intendevano arruolarsi nella Legione, clima che permarrà inalterato fino alla fine delle ostilità, con una piena comunità di intenti delle autorità italiane e di quelle cecoslovacche. L’originalità di questo lavoro risiede dunque anche nel porre l’attenzione su taluni aspetti contraddittori, che rompono il velo agiografico delle approssimative ricostruzioni esistenti delle vicende della Legione e delle percezioni tramandate, grazie a un’analisi dettagliata dei documenti a disposizione. In ultimo, riteniamo di aver aggiunto elementi nuovi anche nell’ultima parte di questo lavoro, relativa alla Missione Italiana in Slovacchia, al termine del conflitto, e alla spinosa questione politico-diplomatica dello scontro italo-francese per un’egemonia sulla Cecoslovacchia: si tratta di una sorta di appendice che viene a trattare del prolungamento delle vicende della Legione, ed andando oltre le sue vicende in senso stretto, non ha la pretesa di esaurire l’argomento. Tuttavia si ritiene di aver, anche in questo caso, messo in luce aspetti finora tralasciati, restituendo l’immagine di una politica italiana che non fu autrice, nella fattispecie, di scelte strategicamente grossolane, come spesso affermato nel dibattito storiografico, ma piuttosto fu indotta dalle circostanze ad operare una scelta razionale in tono minore, rinunciando consapevolmente al suo tentativo di egemonia sulla neonata Cecoslovacchia, consapevole dell’impossibilità di controbilanciare il peso politico-diplomatico della Francia, vincitore tra i vincitori della Prima Guerra Mondiale.
18-feb-2021
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