La troponina cardiaca è il marcatore di scelta per la diagnosi dell’infarto miocardico acuto. Secondo le attuali linee guida per fare diagnosi di infarto miocardico acuto è necessario l’aumento e la diminuzione dei livelli circolanti del biomarca- tore, associati a sintomi o segni di ischemia. Nuovi assays, definiti ad alta sensibilità, sono stati introdotti nella pratica cli- nica per la valutazione dei livelli sierici della troponina: essi sono in grado di rilevare livelli circolanti di troponina nella maggioranza (da 50 a 95%) dei soggetti sani con un coefficiente di variazione (accuratezza) < 10%. Ciò ha portato ad una maggiore sensibilità, soprattutto nella prime tre ore dalla comparsa dei sintomi, ma anche ad una minore specificità per la diagnosi di sindrome coronarica acuta. Infatti i dosaggi ad alta sensibilità permettono di rilevare anche minime aree di necrosi: al fine di distinguere il danno ischemico da quello non ischemico è fondamentale sia considerare la cinetica di rilascio della troponina sia tener pre- sente che molte altre condizioni (quali miocardite, ictus, embolia polmonare, insufficienza renale) possono associarsi ad elevati livelli di troponina. Recentemente è stato suggerito che un incremento del livello basale del 30-200% potrebbe essere utile per la diagnosi. Inoltre, i pazienti con elevati livelli di troponina, dimessi con una diagnosi diversa da quella di sindrome coronarica acuta, sono ad alto rischio e quindi devono essere presi in considerazione per un attento follow-up. L’introduzione di questi nuovi saggi richiede che sia il cardiologo che il medico di pronto soccorso eseguano una valutazione approfondita per ciascun paziente.
Come utilizzare al meglio le troponine ad alta sensibilità / Teresa Cardillo, Maria; Caroli, Annalisa; Galea, Roberto; Biasucci, Luigi M.. - In: CARDIOLOGY SCIENCE. - (2013).
Come utilizzare al meglio le troponine ad alta sensibilità
Annalisa Caroli;
2013
Abstract
La troponina cardiaca è il marcatore di scelta per la diagnosi dell’infarto miocardico acuto. Secondo le attuali linee guida per fare diagnosi di infarto miocardico acuto è necessario l’aumento e la diminuzione dei livelli circolanti del biomarca- tore, associati a sintomi o segni di ischemia. Nuovi assays, definiti ad alta sensibilità, sono stati introdotti nella pratica cli- nica per la valutazione dei livelli sierici della troponina: essi sono in grado di rilevare livelli circolanti di troponina nella maggioranza (da 50 a 95%) dei soggetti sani con un coefficiente di variazione (accuratezza) < 10%. Ciò ha portato ad una maggiore sensibilità, soprattutto nella prime tre ore dalla comparsa dei sintomi, ma anche ad una minore specificità per la diagnosi di sindrome coronarica acuta. Infatti i dosaggi ad alta sensibilità permettono di rilevare anche minime aree di necrosi: al fine di distinguere il danno ischemico da quello non ischemico è fondamentale sia considerare la cinetica di rilascio della troponina sia tener pre- sente che molte altre condizioni (quali miocardite, ictus, embolia polmonare, insufficienza renale) possono associarsi ad elevati livelli di troponina. Recentemente è stato suggerito che un incremento del livello basale del 30-200% potrebbe essere utile per la diagnosi. Inoltre, i pazienti con elevati livelli di troponina, dimessi con una diagnosi diversa da quella di sindrome coronarica acuta, sono ad alto rischio e quindi devono essere presi in considerazione per un attento follow-up. L’introduzione di questi nuovi saggi richiede che sia il cardiologo che il medico di pronto soccorso eseguano una valutazione approfondita per ciascun paziente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.