L’articolo 1 della Convenzione Europea offre una definizione di paesaggio che apre a un coinvolgimento diretto della collettività, definendo “Paesaggio” una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. Sottolineando la componente soggettiva del paesaggio, la comunità va considerata come elemento determinante nella costruzione dell’identità del paesaggio perché insieme lo percepisce e lo trasforma. Per questo la stessa Convenzione, sempre all’articolo 1, associa alla necessità di una “Politica del paesaggio” e di “Pianificazione dei paesaggi” anche la necessità di «avviare procedure di partecipazione del pubblico» (art.5) e di misure specifiche di sensibilizzazione. Paesaggio quindi come spazio di ‘relazioni’, come ‘opera collettiva’ su cui agire attraverso azioni condivise e partecipate, come elemento fondativo della comunità. In quest’ottica, il paesaggio diventa il laboratorio d’elezione in cui arte e design si confrontano in forma dialogica. Il ruolo del design, in questo rapporto, si rivela centrale nella costruzione di connessioni non solo fisiche, ma relazionali così come nella creazione di un processo progettuale in cui convivono e sono coinvolte figure esperte e non esperte. L’arte, a sua volta, trova espressione oltre i limiti ad essa tradizionalmente assegnati (il museo, la galleria) ed entra in una dimensione comunicativa e interattiva che include il luogo spaziale dove essa si colloca, la presenza degli spettatori che partecipano alla sua fruizione e il sistema di relazioni che si viene di volta in volta a creare. Il paesaggio, inteso come forma d’arte fruibile, si rivela quindi centrale in un processo progettuale mirato alla crescita economica e sociale. Molti sono gli esempi, in Europa e in Italia, di piccoli centri che hanno legato il concetto di rigenerazione alla land art come strumento di ricucitura tra territorio, cultura e società. L’obiettivo è quello di evidenziare come una pratica artistica allargata, relazionata al territorio e che coinvolga la comunità locale in una prospettiva di trasformazione ed interazione possa generare nuova qualità all’interno dell’ambiente stesso così da formare spazi di socialità e luoghi di incontro coinvolgendo la collettività in esperienze di emotional design, concrete e multisensoriali.
Il paesaggio come spazio di relazione / Parlato, Susanna; Ruggiero, Jlenia; Salvatore, Paola. - (2019), pp. 72-76. (Intervento presentato al convegno VII Convegno Diffuso Internazionale San Venanzo - Terni, 17-21 settembre 2019 tenutosi a San Venanzo - Terni).
Il paesaggio come spazio di relazione
Susanna Parlato;Jlenia Ruggiero;Paola Salvatore
2019
Abstract
L’articolo 1 della Convenzione Europea offre una definizione di paesaggio che apre a un coinvolgimento diretto della collettività, definendo “Paesaggio” una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. Sottolineando la componente soggettiva del paesaggio, la comunità va considerata come elemento determinante nella costruzione dell’identità del paesaggio perché insieme lo percepisce e lo trasforma. Per questo la stessa Convenzione, sempre all’articolo 1, associa alla necessità di una “Politica del paesaggio” e di “Pianificazione dei paesaggi” anche la necessità di «avviare procedure di partecipazione del pubblico» (art.5) e di misure specifiche di sensibilizzazione. Paesaggio quindi come spazio di ‘relazioni’, come ‘opera collettiva’ su cui agire attraverso azioni condivise e partecipate, come elemento fondativo della comunità. In quest’ottica, il paesaggio diventa il laboratorio d’elezione in cui arte e design si confrontano in forma dialogica. Il ruolo del design, in questo rapporto, si rivela centrale nella costruzione di connessioni non solo fisiche, ma relazionali così come nella creazione di un processo progettuale in cui convivono e sono coinvolte figure esperte e non esperte. L’arte, a sua volta, trova espressione oltre i limiti ad essa tradizionalmente assegnati (il museo, la galleria) ed entra in una dimensione comunicativa e interattiva che include il luogo spaziale dove essa si colloca, la presenza degli spettatori che partecipano alla sua fruizione e il sistema di relazioni che si viene di volta in volta a creare. Il paesaggio, inteso come forma d’arte fruibile, si rivela quindi centrale in un processo progettuale mirato alla crescita economica e sociale. Molti sono gli esempi, in Europa e in Italia, di piccoli centri che hanno legato il concetto di rigenerazione alla land art come strumento di ricucitura tra territorio, cultura e società. L’obiettivo è quello di evidenziare come una pratica artistica allargata, relazionata al territorio e che coinvolga la comunità locale in una prospettiva di trasformazione ed interazione possa generare nuova qualità all’interno dell’ambiente stesso così da formare spazi di socialità e luoghi di incontro coinvolgendo la collettività in esperienze di emotional design, concrete e multisensoriali.File | Dimensione | Formato | |
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