Lo scritto torna su di un tema assai attuale: l’atteggiarsi dell’“oggetto processuale” del giudizio in fase di gravame, per indagare la tenuta sistematica di quella giurisprudenza che (giustamente) nega all’attore soccombente nel merito il potere di alimentare validamente (stante la assenza di soccombenza) un giudizio di gravame sul solo rito attraverso la censura delle soluzioni fornite dalla sentenza impugnata alle questioni pregiudiziali di rito c.d. leviores. Opposta soluzione (ammissibilità del motivo di gravame, pur proveniente dall’attore soccombente sul merito), vale invece in relazione alle questioni pregiudiziali di rito graviores, che, se male risolte, daranno luogo ad una sentenza inutiliter data (di qui la soccombenza bilaterale, e la bilaterale ammissibilità all’impugnazione). Il contributo si confronta altresì con la reale valenza dell’ambigua, ancorché fortunata, formula “giudicato interno (implicito o esplicito)” su questioni pregiudiziali di rito, sistematicamente coerente ove intesa quale preclusione da mancata (e necessaria) devoluzione della questione di rito “non fondante”, per assenza di un (ammissibile) motivo di impugnazione ex art. 342 o 360 c.p.c. (e non ex art. 329, cpv, che non si attaglia né all’oggetto processuale del giudizio, né ai micro-capi, di rito o di merio, di sentenza). RDP
Il caso della soccombenza sulla giurisdizione fra struttura intima oggettuale del processo e dibattito odierno sulle tentazioni babeliche delle corti / Consolo, Claudio. - In: RIVISTA DI DIRITTO PROCESSUALE. - ISSN 0035-6182. - (2017), pp. 1562-1579.
Il caso della soccombenza sulla giurisdizione fra struttura intima oggettuale del processo e dibattito odierno sulle tentazioni babeliche delle corti
CONSOLO, Claudio
2017
Abstract
Lo scritto torna su di un tema assai attuale: l’atteggiarsi dell’“oggetto processuale” del giudizio in fase di gravame, per indagare la tenuta sistematica di quella giurisprudenza che (giustamente) nega all’attore soccombente nel merito il potere di alimentare validamente (stante la assenza di soccombenza) un giudizio di gravame sul solo rito attraverso la censura delle soluzioni fornite dalla sentenza impugnata alle questioni pregiudiziali di rito c.d. leviores. Opposta soluzione (ammissibilità del motivo di gravame, pur proveniente dall’attore soccombente sul merito), vale invece in relazione alle questioni pregiudiziali di rito graviores, che, se male risolte, daranno luogo ad una sentenza inutiliter data (di qui la soccombenza bilaterale, e la bilaterale ammissibilità all’impugnazione). Il contributo si confronta altresì con la reale valenza dell’ambigua, ancorché fortunata, formula “giudicato interno (implicito o esplicito)” su questioni pregiudiziali di rito, sistematicamente coerente ove intesa quale preclusione da mancata (e necessaria) devoluzione della questione di rito “non fondante”, per assenza di un (ammissibile) motivo di impugnazione ex art. 342 o 360 c.p.c. (e non ex art. 329, cpv, che non si attaglia né all’oggetto processuale del giudizio, né ai micro-capi, di rito o di merio, di sentenza). RDP| File | Dimensione | Formato | |
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