L’introduzione di un elemento esterno in un contesto già organizzato provoca inevitabilmente una rottura degli equilibri, che si ripercuote sulla compagine accogliente, ma anche sullo stesso soggetto “Altro”, estraneo all’unità in cui fa il suo ingresso. Nel processo di disequilibrio, trasformazione, ma anche commistione ed arricchimento prodotto dall’incontro tra diverse popolazioni, perciò, si tenderà, per una volta, a focalizzarsi sugli effetti vissuti dall’alterità. A tale scopo si è scelto di incentrarsi sull’approdo dei Fenici nel Mediterraneo occidentale e, in particolare, nell’isola di Mozia. A loro volta portati ad agire da un elemento esterno, sul finire dell’Età del Bronzo lasciano la loro terra per l’arrivo in Libano dei Popoli del Mare, in quella che sarà ricordata come la diaspora fenicia. Lo sbarco e l’insediamento nelle terre moziesi implica un contatto concreto con la popolazione autoctona degli Elimi. Partendo dallo studio della cultura materiale e delle relazioni intercorse in un luogo pregnante di significato come il Tophet, il contributo evidenzierà da un lato la ripresa di elementi locali ed i mutamenti apportati dall’assorbimento di pratiche indigene nelle proprie tradizioni, dall’altro il mantenimento della propria identità culturale, per poi, infine, comprendere la tipologia di rapporto instaurato con il popolo elimo, il tipo di approccio adottato dai Fenici nella fase insediativ
Con gli occhi dell'"altro". L'incontro dei fenici con gli elimi dell'isola di Mozia / Zielli, Fabiola. - IV:(2020), pp. 39-54. (Intervento presentato al convegno Crisi e trasformazione. Storia, Archeologia e Storia dell’arte dall’antichità ai giorni nostri (Atti dell'XI Convegno Interdisciplinare dei Dottorandi e Dottori di Ricerca) tenutosi a Roma).
Con gli occhi dell'"altro". L'incontro dei fenici con gli elimi dell'isola di Mozia
ZIELLI FABIOLA
2020
Abstract
L’introduzione di un elemento esterno in un contesto già organizzato provoca inevitabilmente una rottura degli equilibri, che si ripercuote sulla compagine accogliente, ma anche sullo stesso soggetto “Altro”, estraneo all’unità in cui fa il suo ingresso. Nel processo di disequilibrio, trasformazione, ma anche commistione ed arricchimento prodotto dall’incontro tra diverse popolazioni, perciò, si tenderà, per una volta, a focalizzarsi sugli effetti vissuti dall’alterità. A tale scopo si è scelto di incentrarsi sull’approdo dei Fenici nel Mediterraneo occidentale e, in particolare, nell’isola di Mozia. A loro volta portati ad agire da un elemento esterno, sul finire dell’Età del Bronzo lasciano la loro terra per l’arrivo in Libano dei Popoli del Mare, in quella che sarà ricordata come la diaspora fenicia. Lo sbarco e l’insediamento nelle terre moziesi implica un contatto concreto con la popolazione autoctona degli Elimi. Partendo dallo studio della cultura materiale e delle relazioni intercorse in un luogo pregnante di significato come il Tophet, il contributo evidenzierà da un lato la ripresa di elementi locali ed i mutamenti apportati dall’assorbimento di pratiche indigene nelle proprie tradizioni, dall’altro il mantenimento della propria identità culturale, per poi, infine, comprendere la tipologia di rapporto instaurato con il popolo elimo, il tipo di approccio adottato dai Fenici nella fase insediativFile | Dimensione | Formato | |
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