“We continue to imagine buildings and apartments as if our lives, habits and needs are fixed and unchanging. Instead, reality teaches us that situations change very quickly and profoundly affect the structures of the city and homes.” Based on these considerations, Alberto Ros-selli sees prefabrication as an opportunity to reimagine the notion of space in relation to the complexity of dwell-ing and re-evaluate the logic of their design in accordance with a principle of indefiniteness and openness toward change and, therefore, toward life.His proposal is to overcome the traditional antinomy between domestic space and objects and integrate them into a single and indivisible idea of architecture, interior design and furniture based on the concept of a system of open, versatile and highly modular components.The “Romagnoli Prefabricated Housing” project from 1969-1970 represents the most advanced result of this research. Despite remaining on paper, it promoted an original solution in debate on the relationship between technology and architecture in the late 1960s: consider-ing housing like a consumer product, repeatable though unique, and aligned with a revised notion of the city as a service infrastructure.

«Continuiamo a concepire gli edifici e gli alloggi come se la nostra vita e le nostre abitudini e le nostre esigenze siano fatti immodificabili, mentre la realtà ci mostra che le situazioni mutano molto rapidamente e incidono profondamente sulle strutture della città e della casa». A partire da questa riflessione, Alberto Rosselli coglie nella prefabbricazione l’opportunità per ripensare la nozione di spazio in funzione della complessità dell’abitare e per rivalutare la logica progettuale entro un principio d’indefinitezza, di apertura al cambiamento, dunque, alla vita. La proposta è superare la tradizionale antinomia fra spazio domestico e oggetto d’uso per integrarli in un pensiero unitario e indivisibile dell’architettura, degli interni e dell’arredamento, basato sull’ideazione di un sistema di componenti, non solo edilizi, aperto, versatile e ampiamente combinabile. Il progetto Case prefabbricate Romagnoli del 1969-70 rappresenta l’esito più avanzato nella ricerca di questa sintesi. Seppure rimasto sulla carta, nel dibattito sul rapporto tra tecnica e architettura della fine degli anni Sessanta, esso promuove una soluzione originale: assimilare la residenza a un prodotto di consumo, ripetibile eppure unico, in linea con una revisione dell’idea di città come infrastruttura di servizio.

«Anziché modelli, sistemi edilizi». Il progetto Case Romagnoli di Alberto Rosselli // “Building Systems Instead of Models”. The Case Romagnoli Project by Alberto Rosselli / Percoco, Maura. - In: RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA. - ISSN 0392-8608. - 55 (Anno LV):162(2020), pp. 76-84.

«Anziché modelli, sistemi edilizi». Il progetto Case Romagnoli di Alberto Rosselli // “Building Systems Instead of Models”. The Case Romagnoli Project by Alberto Rosselli

Maura Percoco
2020

Abstract

“We continue to imagine buildings and apartments as if our lives, habits and needs are fixed and unchanging. Instead, reality teaches us that situations change very quickly and profoundly affect the structures of the city and homes.” Based on these considerations, Alberto Ros-selli sees prefabrication as an opportunity to reimagine the notion of space in relation to the complexity of dwell-ing and re-evaluate the logic of their design in accordance with a principle of indefiniteness and openness toward change and, therefore, toward life.His proposal is to overcome the traditional antinomy between domestic space and objects and integrate them into a single and indivisible idea of architecture, interior design and furniture based on the concept of a system of open, versatile and highly modular components.The “Romagnoli Prefabricated Housing” project from 1969-1970 represents the most advanced result of this research. Despite remaining on paper, it promoted an original solution in debate on the relationship between technology and architecture in the late 1960s: consider-ing housing like a consumer product, repeatable though unique, and aligned with a revised notion of the city as a service infrastructure.
2020
«Continuiamo a concepire gli edifici e gli alloggi come se la nostra vita e le nostre abitudini e le nostre esigenze siano fatti immodificabili, mentre la realtà ci mostra che le situazioni mutano molto rapidamente e incidono profondamente sulle strutture della città e della casa». A partire da questa riflessione, Alberto Rosselli coglie nella prefabbricazione l’opportunità per ripensare la nozione di spazio in funzione della complessità dell’abitare e per rivalutare la logica progettuale entro un principio d’indefinitezza, di apertura al cambiamento, dunque, alla vita. La proposta è superare la tradizionale antinomia fra spazio domestico e oggetto d’uso per integrarli in un pensiero unitario e indivisibile dell’architettura, degli interni e dell’arredamento, basato sull’ideazione di un sistema di componenti, non solo edilizi, aperto, versatile e ampiamente combinabile. Il progetto Case prefabbricate Romagnoli del 1969-70 rappresenta l’esito più avanzato nella ricerca di questa sintesi. Seppure rimasto sulla carta, nel dibattito sul rapporto tra tecnica e architettura della fine degli anni Sessanta, esso promuove una soluzione originale: assimilare la residenza a un prodotto di consumo, ripetibile eppure unico, in linea con una revisione dell’idea di città come infrastruttura di servizio.
Alberto Rosselli; sistemi abitativi; prefabbricazione; Romagnoli; case
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
«Anziché modelli, sistemi edilizi». Il progetto Case Romagnoli di Alberto Rosselli // “Building Systems Instead of Models”. The Case Romagnoli Project by Alberto Rosselli / Percoco, Maura. - In: RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA. - ISSN 0392-8608. - 55 (Anno LV):162(2020), pp. 76-84.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1496203
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