Today, the new technologies dealing with living matter manipulation are becoming increasingly widespread, accessible and economical, giving rise to a Biological Revolution in which designers seem to be the protagonists. In fact, with the advent of synthetic biology, life sciences leave the predominantly descriptive character to become an engineering discipline, developing tools (hardware and software), interests and ways of working that brings together, as never before, science to design. To bind these apparently opposite spheres even more, is a change of paradigm due to the dissolving of the boundary until now between natural and artificial, and which leads us to see the world as an organism, a huge complex entity, in which they are closely interrelated by the threads of a hybrid ecology. Consequently, scientists turn to designers for their imaginative and interpretative abilities of reality; in contrast, designers turn to biologists to best fulfill their role as agents of change, between the advances to grasp and the lives of people to who return them. The article explains this transformation through several examples, focusing above all on the evolving identity of the products that will emerge. They will be characterized by a peculiarity: the bio- intelligence. In them, nature will be used neither as a formal reference, nor as inspiration for the project, nor as an inert raw material, but as a living, biologically active matter. This will be a fundamental aspect that designers will have to consider because the products of the future will be alive, able to grow, interact and adapt, distorting the very way of existing in the world and of relating with those who use them.

Oggi, le nuove tecnologie legate alla manipolazione del vivente stanno diventando sempre più diffuse, accessibili ed economiche, dando vita ad una Rivoluzione biologica in cui i designer sembrano esserne i protagonisti. Con l’avvento della biologia sintetica infatti, le scienze della vita abbandonano il carattere prevalentemente descrittivo, per trasformarsi in una disciplina ingegneristica, sviluppando strumenti (hardware e software), interessi e modi di lavorare che avvicinano, come mai prima d’ora, l’ambito scientifico a quello progettuale. A legare ancor di più queste sfere apparentemente opposte, è un cambio di paradigma dovuto al dissolversi del confine che finora separava naturale e artificiale, e che ci porta a vedere il mondo come un organismo, una grande entità complessa, in cui anche naturale e artificiale sono strettamente interrelati dai fili di un’ecologia ibrida. Di conseguenza, gli scienziati si rivolgono ai designer per le loro capacità immaginative ed interpretative della realtà; mentre i designer si rivolgono ai biologi per adempiere al meglio al loro ruolo di agenti del cambiamento, tra gli avanzamenti da cogliere e la vita delle persone a cui trasmetterli al meglio. L’articolo racconta questa trasformazione attraverso diversi esempi, focalizzandosi soprattutto sull’identità in divenire dei prodotti che ne verranno fuori. Essi infatti, saranno caratterizzati da una peculiarità: la bio-intelligenza. In essi la natura non verrà usata né come riferimento formale, né come ispirazione per il progetto, né come materia prima inerte, ma come materia viva, biologicamente attiva. Ciò sarà un aspetto fondamentale che i designer dovranno considerare, perché i prodotti del futuro saranno vivi, in grado crescere, interagire ed adattarsi, stravolgendo il modo stesso di esistere nel mondo e di rapportarsi con chi li usa.

Bio-visioni del futuro. Tra sparizione dei confini e bio-intelligenza / Bio-visions of the Future. Between fading borders and bio-intelligence / Rotondi, Carmen. - In: DIID. DISEGNO INDUSTRIALE INDUSTRIAL DESIGN. - ISSN 1594-8528. - 62-63/2019:1594-8528(2019), pp. 119-125.

Bio-visioni del futuro. Tra sparizione dei confini e bio-intelligenza / Bio-visions of the Future. Between fading borders and bio-intelligence

ROTONDI, CARMEN
2019

Abstract

Today, the new technologies dealing with living matter manipulation are becoming increasingly widespread, accessible and economical, giving rise to a Biological Revolution in which designers seem to be the protagonists. In fact, with the advent of synthetic biology, life sciences leave the predominantly descriptive character to become an engineering discipline, developing tools (hardware and software), interests and ways of working that brings together, as never before, science to design. To bind these apparently opposite spheres even more, is a change of paradigm due to the dissolving of the boundary until now between natural and artificial, and which leads us to see the world as an organism, a huge complex entity, in which they are closely interrelated by the threads of a hybrid ecology. Consequently, scientists turn to designers for their imaginative and interpretative abilities of reality; in contrast, designers turn to biologists to best fulfill their role as agents of change, between the advances to grasp and the lives of people to who return them. The article explains this transformation through several examples, focusing above all on the evolving identity of the products that will emerge. They will be characterized by a peculiarity: the bio- intelligence. In them, nature will be used neither as a formal reference, nor as inspiration for the project, nor as an inert raw material, but as a living, biologically active matter. This will be a fundamental aspect that designers will have to consider because the products of the future will be alive, able to grow, interact and adapt, distorting the very way of existing in the world and of relating with those who use them.
2019
Oggi, le nuove tecnologie legate alla manipolazione del vivente stanno diventando sempre più diffuse, accessibili ed economiche, dando vita ad una Rivoluzione biologica in cui i designer sembrano esserne i protagonisti. Con l’avvento della biologia sintetica infatti, le scienze della vita abbandonano il carattere prevalentemente descrittivo, per trasformarsi in una disciplina ingegneristica, sviluppando strumenti (hardware e software), interessi e modi di lavorare che avvicinano, come mai prima d’ora, l’ambito scientifico a quello progettuale. A legare ancor di più queste sfere apparentemente opposte, è un cambio di paradigma dovuto al dissolversi del confine che finora separava naturale e artificiale, e che ci porta a vedere il mondo come un organismo, una grande entità complessa, in cui anche naturale e artificiale sono strettamente interrelati dai fili di un’ecologia ibrida. Di conseguenza, gli scienziati si rivolgono ai designer per le loro capacità immaginative ed interpretative della realtà; mentre i designer si rivolgono ai biologi per adempiere al meglio al loro ruolo di agenti del cambiamento, tra gli avanzamenti da cogliere e la vita delle persone a cui trasmetterli al meglio. L’articolo racconta questa trasformazione attraverso diversi esempi, focalizzandosi soprattutto sull’identità in divenire dei prodotti che ne verranno fuori. Essi infatti, saranno caratterizzati da una peculiarità: la bio-intelligenza. In essi la natura non verrà usata né come riferimento formale, né come ispirazione per il progetto, né come materia prima inerte, ma come materia viva, biologicamente attiva. Ciò sarà un aspetto fondamentale che i designer dovranno considerare, perché i prodotti del futuro saranno vivi, in grado crescere, interagire ed adattarsi, stravolgendo il modo stesso di esistere nel mondo e di rapportarsi con chi li usa.
biologia sintetica; bio design; bio-smart; complessità; consilienza
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Bio-visioni del futuro. Tra sparizione dei confini e bio-intelligenza / Bio-visions of the Future. Between fading borders and bio-intelligence / Rotondi, Carmen. - In: DIID. DISEGNO INDUSTRIALE INDUSTRIAL DESIGN. - ISSN 1594-8528. - 62-63/2019:1594-8528(2019), pp. 119-125.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1492851
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