La riflessione filosofica di José Ortega y Gasset è interamente percorsa, sin dagli inizi, da un’incessante tensione civile e sociale in cui missione politica e missione pedagogica appaiono strettamente connesse. Nella conferenza tenuta nel 1910 su La pedagogía social como programa político, il filosofo madrileno sostiene che solo un’opera di trasformazione della realtà sociale circostante basata sugli strumenti della politica e della educatio possa condurre alla regeneración de España. A partire dagli anni Venti, la riflessione intellettuale orteghiana si focalizza sulla crisi della cultura a cui appare collegata anche la crisi del sistema educativo e dell’Università spagnola: se la cultura europea ha tagliato i ponti con la necessità vitale da cui è sorta, divenendo forma vuota e falsificata, mero accumulo di oggetti culturali, la missione dell’Università sarà quella di riguadagnare il legame di vita e cultura e tracciare la traiettoria per l’autenticità dell’esistenza culturale umana. Il sistema educativo dev’essere allora riformato, scrive Ortega in Misión de la Universidad (1930), secondo un «principio di economia dell’insegnamento» che ponga al centro lo studente. Il presente intervento intende ripercorrere in parallelo la proposta pedagogica e l’analisi della crisi della cultura e dell’Università sviluppate da Ortega per focalizzarsi sulla figura dello studente e sulla dimensione dello studio come trasmissione di una cultura autentica e vitale, come Ortega afferma nella prima delle lezioni sui Principios de metafísica según la razón vital del 1932-1933. L’educazione intesa come «operazione divina» che trasforma l’idea in carne è allora imparentabile all’opera divina dell’amore in cui platonicamente consiste, secondo Ortega, la filosofia. La filosofia e lo studio, il filosofo e lo studente si scoprono così accomunati nel loro costante vegliare e vigilare, nella volontà di perpetuo mezzodì e di chiarezza e nella dimensione infinita del loro compito, come l’arciere o il cacciatore sempre all’erta, usando la metafora orteghiana.

Topografia, rotte e metodi della vita e della cultura. Ortega y Gasset, l’Università e lo studio / Trotta, FRANCESCO GIUSEPPE. - (2020), pp. 259-269. (Intervento presentato al convegno II Congreso internacional de innovación docente e investigación en educación superior: avanzando en las Áreas de conocimiento (II CIDICO) tenutosi a Madrid).

Topografia, rotte e metodi della vita e della cultura. Ortega y Gasset, l’Università e lo studio

Francesco Giuseppe Trotta
2020

Abstract

La riflessione filosofica di José Ortega y Gasset è interamente percorsa, sin dagli inizi, da un’incessante tensione civile e sociale in cui missione politica e missione pedagogica appaiono strettamente connesse. Nella conferenza tenuta nel 1910 su La pedagogía social como programa político, il filosofo madrileno sostiene che solo un’opera di trasformazione della realtà sociale circostante basata sugli strumenti della politica e della educatio possa condurre alla regeneración de España. A partire dagli anni Venti, la riflessione intellettuale orteghiana si focalizza sulla crisi della cultura a cui appare collegata anche la crisi del sistema educativo e dell’Università spagnola: se la cultura europea ha tagliato i ponti con la necessità vitale da cui è sorta, divenendo forma vuota e falsificata, mero accumulo di oggetti culturali, la missione dell’Università sarà quella di riguadagnare il legame di vita e cultura e tracciare la traiettoria per l’autenticità dell’esistenza culturale umana. Il sistema educativo dev’essere allora riformato, scrive Ortega in Misión de la Universidad (1930), secondo un «principio di economia dell’insegnamento» che ponga al centro lo studente. Il presente intervento intende ripercorrere in parallelo la proposta pedagogica e l’analisi della crisi della cultura e dell’Università sviluppate da Ortega per focalizzarsi sulla figura dello studente e sulla dimensione dello studio come trasmissione di una cultura autentica e vitale, come Ortega afferma nella prima delle lezioni sui Principios de metafísica según la razón vital del 1932-1933. L’educazione intesa come «operazione divina» che trasforma l’idea in carne è allora imparentabile all’opera divina dell’amore in cui platonicamente consiste, secondo Ortega, la filosofia. La filosofia e lo studio, il filosofo e lo studente si scoprono così accomunati nel loro costante vegliare e vigilare, nella volontà di perpetuo mezzodì e di chiarezza e nella dimensione infinita del loro compito, come l’arciere o il cacciatore sempre all’erta, usando la metafora orteghiana.
2020
II Congreso internacional de innovación docente e investigación en educación superior: avanzando en las Áreas de conocimiento (II CIDICO)
Ortega y Gasset; filosofia; universidad; pedagogia
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Topografia, rotte e metodi della vita e della cultura. Ortega y Gasset, l’Università e lo studio / Trotta, FRANCESCO GIUSEPPE. - (2020), pp. 259-269. (Intervento presentato al convegno II Congreso internacional de innovación docente e investigación en educación superior: avanzando en las Áreas de conocimiento (II CIDICO) tenutosi a Madrid).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1490421
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