Le applicazioni digitali, soprattutto quelle a base web, sono ormai una realtà sempre più diffusa nei vari segmenti della gestione, ricerca e promozione dei Beni Culturali e dei loro territori, tanto che l’agenda degli enti finanziatori — nazionali e internazionali — ne continua a promuovere la larga, rapida ed efficace applicazione, anche in termini di pubblicazione dei risultati raggiunti. Nel prossimo futuro, dunque, c’è da aspettarsi un ulteriore aumento, in numero e qualità, delle risorse disponibili online e soprattutto un cambio di paradigma con una più larga applicazione del cosiddetto open access, auspicato o talora in vario modo imposto sia dalla legislazione nazionale sia dai bandi di finanziamento internazionali. Nel corso degli ultimi decenni il mondo della ricerca ha lavorato alacremente in tale direzione, ma solo molto raramente ha riflettuto sulle metodologie e le procedure di digitalizzazione, trattamento e conservazione dei cosiddetti legacy data, siano essi cartografici, di immagini, di testi o altro. Raggiunto e “dominato” con fatica, ma non senza entusiasmo, il mondo digitale si sta tuttavia rivelando sempre meno un traguardo e sempre più una nuova sfida, pregna di inimmaginabili possibilità, ma anche di nuove inaspettate problematiche. Codifiche, formati, standard, protocolli, licenze, framework sono temiche escono sempre più prepotentemente dal cono d’ombra del sapere tecnico per diventare argomento di riflessione, in quanto condizionano in maniera rilevante il presente e il futuro degli archivi digitali. La velocità con cui le tecnologie nascono, si evolvono e muoiono è spesso lontana dal pensiero di chi si occupa di discipline umanistiche, eppure si tratta di problemi contingenti, la soluzione dei quali può garantire o meno il futuro della nostra ricerca. I pochi timidi tentativi che hanno provato ad assicurare ai nostri dati un futuro più stabile, attraverso infrastrutture e piattaforme, per varie ragioni stentano a crescere, ma l’esigenza di stabilità, durevolezza e sicurezza si impone ogni giorno con maggiore urgenza. L’accademia e il mondo della ricerca sono dunque chiamati a dare il proprio contributo, accanto agli organi preposti alla tutela e alla valorizzazione, al fine di promuovere uno sviluppo più consapevole e sostenibile della cultura digitale per i Beni Culturali. Questo incontro vuole dunque creare un’occasione di condivisione di esperienze e di fattivo dialogo tra ricercatori della Sapienza e altri progetti di ricerca nazionali e internazionali, un primo tentativo corale di confronto su tali complesse tematiche, nella speranza di valorizzare le migliori pratiche e offrire una cornice metodologica solida.

Dalla carta al web e ritorno. Quale presente e quale futuro per il Digital Cultural Heritage? Progetti, metodi e strategie a confronto / Buzi, P.; Bogdani, J.; Longo, U.. - (2021).

Dalla carta al web e ritorno. Quale presente e quale futuro per il Digital Cultural Heritage? Progetti, metodi e strategie a confronto

P. Buzi
;
J. Bogdani
;
U. Longo
2021

Abstract

Le applicazioni digitali, soprattutto quelle a base web, sono ormai una realtà sempre più diffusa nei vari segmenti della gestione, ricerca e promozione dei Beni Culturali e dei loro territori, tanto che l’agenda degli enti finanziatori — nazionali e internazionali — ne continua a promuovere la larga, rapida ed efficace applicazione, anche in termini di pubblicazione dei risultati raggiunti. Nel prossimo futuro, dunque, c’è da aspettarsi un ulteriore aumento, in numero e qualità, delle risorse disponibili online e soprattutto un cambio di paradigma con una più larga applicazione del cosiddetto open access, auspicato o talora in vario modo imposto sia dalla legislazione nazionale sia dai bandi di finanziamento internazionali. Nel corso degli ultimi decenni il mondo della ricerca ha lavorato alacremente in tale direzione, ma solo molto raramente ha riflettuto sulle metodologie e le procedure di digitalizzazione, trattamento e conservazione dei cosiddetti legacy data, siano essi cartografici, di immagini, di testi o altro. Raggiunto e “dominato” con fatica, ma non senza entusiasmo, il mondo digitale si sta tuttavia rivelando sempre meno un traguardo e sempre più una nuova sfida, pregna di inimmaginabili possibilità, ma anche di nuove inaspettate problematiche. Codifiche, formati, standard, protocolli, licenze, framework sono temiche escono sempre più prepotentemente dal cono d’ombra del sapere tecnico per diventare argomento di riflessione, in quanto condizionano in maniera rilevante il presente e il futuro degli archivi digitali. La velocità con cui le tecnologie nascono, si evolvono e muoiono è spesso lontana dal pensiero di chi si occupa di discipline umanistiche, eppure si tratta di problemi contingenti, la soluzione dei quali può garantire o meno il futuro della nostra ricerca. I pochi timidi tentativi che hanno provato ad assicurare ai nostri dati un futuro più stabile, attraverso infrastrutture e piattaforme, per varie ragioni stentano a crescere, ma l’esigenza di stabilità, durevolezza e sicurezza si impone ogni giorno con maggiore urgenza. L’accademia e il mondo della ricerca sono dunque chiamati a dare il proprio contributo, accanto agli organi preposti alla tutela e alla valorizzazione, al fine di promuovere uno sviluppo più consapevole e sostenibile della cultura digitale per i Beni Culturali. Questo incontro vuole dunque creare un’occasione di condivisione di esperienze e di fattivo dialogo tra ricercatori della Sapienza e altri progetti di ricerca nazionali e internazionali, un primo tentativo corale di confronto su tali complesse tematiche, nella speranza di valorizzare le migliori pratiche e offrire una cornice metodologica solida.
2021
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1489825
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