L’ipotesi di questo contributo è che la metodologia di analisi messa a punto da Jean-Marie Floch per il discorso pubblicitario trovi dei punti di contatto con le strategie enunciative del discorso turistico. In particolare, è ragionevole supporre che le procedure discorsive proprie della pubblicità referenziale, la cui specificità risiede nel dire la verità sul prodotto e nel rappresentarlo per quello che esso è, siano rintracciabili in una precisa tendenza della comunicazione di viaggio rivolta a conferire autenticità e dunque a costruire valore in termini di attrattività turistica. Sullo sfondo del rapporto semiotico tra discorso e realtà si mettono così a confronto i rispettivi effetti di verosimiglianza, cioè l’«illusione referenziale» della pubblicità da un lato e il «paradosso dell’autenticità» indagato da Jonathan Culler nella sua semiotica del turismo. I testi su cui si esercita l’analisi sono i video promozionali della recente comunicazione turistica di Roma Capitale, intenta a riformulare in un piano strategico complessivo le forme di consumo della città con nuove valorizzazioni e investimenti di senso. Nella rete di rinvii intertestuali ordita attraverso il ricorso alla narratività e alla referenzializzazione, si danno le condizioni per la produzione di un generale effetto di realtà e la promessa di un’esperienza autentica.
Discorso pubblicitario e discorso turistico: modelli di strategie enunciative a confronto / Virgolin, Luigi. - In: FILOSOFI(E) SEMIOTICHE. - ISSN 2531-9434. - 7:1(2020), pp. 200-207.
Discorso pubblicitario e discorso turistico: modelli di strategie enunciative a confronto
virgolin luigi
2020
Abstract
L’ipotesi di questo contributo è che la metodologia di analisi messa a punto da Jean-Marie Floch per il discorso pubblicitario trovi dei punti di contatto con le strategie enunciative del discorso turistico. In particolare, è ragionevole supporre che le procedure discorsive proprie della pubblicità referenziale, la cui specificità risiede nel dire la verità sul prodotto e nel rappresentarlo per quello che esso è, siano rintracciabili in una precisa tendenza della comunicazione di viaggio rivolta a conferire autenticità e dunque a costruire valore in termini di attrattività turistica. Sullo sfondo del rapporto semiotico tra discorso e realtà si mettono così a confronto i rispettivi effetti di verosimiglianza, cioè l’«illusione referenziale» della pubblicità da un lato e il «paradosso dell’autenticità» indagato da Jonathan Culler nella sua semiotica del turismo. I testi su cui si esercita l’analisi sono i video promozionali della recente comunicazione turistica di Roma Capitale, intenta a riformulare in un piano strategico complessivo le forme di consumo della città con nuove valorizzazioni e investimenti di senso. Nella rete di rinvii intertestuali ordita attraverso il ricorso alla narratività e alla referenzializzazione, si danno le condizioni per la produzione di un generale effetto di realtà e la promessa di un’esperienza autentica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.