Senza il diritto penale gli stessi diritti fondamentali sarebbero oggetto di aggressioni troppo gravi. Ma la realtà del diritto penale è quella dello strumento giuridico più a rischio di intolleranza,, autoritarismo e irrazionalità. Di qui l’esigenza di un sapere normativo che ne limiti e controlli l’esercizio. La Costituzione come fondamento e limite, insieme, del diritto penale rappresenta il modello scientifico più evoluto della riflessione penalistica italiana. Esso ha ampio riconoscimento internazionale e vede ora, accanto alla fonte costituzionale, molti principi sovranazionali. Al «modello» qui tratteggiato manca però, oggi, un «programma». Controlli di legittimità e verifiche empiriche sono indispensabili a una democrazia discorsiva. Ogni legge, oggi, deve essere ormai motivata e controllabile già nel progetto legislativo. Perché solo la legge penale dovrebbe sottrarsi a ciò e a un vincolo verificabile dei suoi programmi?Sommario: 1. Premessa su che cosa è il diritto penale. 2. Il compito della scienza giuridica di fronte a tale fenomeno. 3. La Costituzione, e i principi, come paradigma penalistico, anziché mero limite del diritto penale. Il “modello forte” da Bricola a oggi, e i “modelli deboli”. 4. Il codice (o la legge) penale come Costituzione attuata: il rapporto con l’ordinamento complessivo 5. Il modello e i suoi risultati, secondo l’esperienza italiana. 6. La ricerca dei limiti al dominio della politica sul diritto penale. Democrazia penale, motivazione della legge e controlli di legittimità in termini di: a) valori e norme; b) premesse e conseguenze empiriche. 7. Il programma di un diritto penale a base sovranazionale secondo un sistema di principi e di regole “di garanzia”.

Principi costituzionali e diritto penale. Modello e programma / Donini, Massimo. - In: IUS17. - ISSN 2239-2424. - 2/2009:(2009), pp. 417-430.

Principi costituzionali e diritto penale. Modello e programma

DONINI, Massimo
2009

Abstract

Senza il diritto penale gli stessi diritti fondamentali sarebbero oggetto di aggressioni troppo gravi. Ma la realtà del diritto penale è quella dello strumento giuridico più a rischio di intolleranza,, autoritarismo e irrazionalità. Di qui l’esigenza di un sapere normativo che ne limiti e controlli l’esercizio. La Costituzione come fondamento e limite, insieme, del diritto penale rappresenta il modello scientifico più evoluto della riflessione penalistica italiana. Esso ha ampio riconoscimento internazionale e vede ora, accanto alla fonte costituzionale, molti principi sovranazionali. Al «modello» qui tratteggiato manca però, oggi, un «programma». Controlli di legittimità e verifiche empiriche sono indispensabili a una democrazia discorsiva. Ogni legge, oggi, deve essere ormai motivata e controllabile già nel progetto legislativo. Perché solo la legge penale dovrebbe sottrarsi a ciò e a un vincolo verificabile dei suoi programmi?Sommario: 1. Premessa su che cosa è il diritto penale. 2. Il compito della scienza giuridica di fronte a tale fenomeno. 3. La Costituzione, e i principi, come paradigma penalistico, anziché mero limite del diritto penale. Il “modello forte” da Bricola a oggi, e i “modelli deboli”. 4. Il codice (o la legge) penale come Costituzione attuata: il rapporto con l’ordinamento complessivo 5. Il modello e i suoi risultati, secondo l’esperienza italiana. 6. La ricerca dei limiti al dominio della politica sul diritto penale. Democrazia penale, motivazione della legge e controlli di legittimità in termini di: a) valori e norme; b) premesse e conseguenze empiriche. 7. Il programma di un diritto penale a base sovranazionale secondo un sistema di principi e di regole “di garanzia”.
2009
Costituzione come fondamento e limite; modelli forti e deboli; approccio costituzionalistico italiano; democrazia penale; sussidiarietà e accessorietà del diritto penale; motivazione della legge; codice come Costituzione in negativo
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Principi costituzionali e diritto penale. Modello e programma / Donini, Massimo. - In: IUS17. - ISSN 2239-2424. - 2/2009:(2009), pp. 417-430.
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