Nel 2007, per la prima volta nella storia dell’umanità, la popolazione che vive nelle città ha superato quella che abita nelle campagne. Questa data rappresenta, dunque, un momento di svolta epocale nel rapporto tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda, sottolineando l’ingresso in una nuova fase geologica definita come Antropocene. In questo contesto così straordinario, la domanda fondamentale riguarda le modalità attraverso cui città e natura interagiscono tra loro creando un “sistema vivente”; difatti, se da un lato vi è la necessità di favorire lo sviluppo della città, delle sue infrastrutture e dei servizi offerti, dall’altro è essenziale salvaguardare le risorse naturali e implementarne la presenza per fattori ambientali, di biodiversità, bioclimatici, sociali, identitari ed estetici. Il tema centrale, dunque, è la sostenibilità. Le “nature urbane” rappresentano un nuovo modello di interazione tra elementi vegetali e paesaggio urbano: in questo campo di azione rientrano le attività di agricoltura e foreste urbane, le infrastrutture verdi oltre a una differente gestione degli spazi pubblici e del rapporto tra edificio privato e spazio pubblico (dalla propria casa al quartiere alla città attraverso le infrastrutture); le “nature urbane”, dunque, sia nella fase di progettazione che in quella di realizzazione, rientrano nella più ampia sfera delle “politiche del territorio”. Se nel progetto di paesaggio urbano, però, il rapporto tra architettura e natura si realizza agevolmente, più complesso è creare le basi giuridiche che rendano possibile lo sviluppo di questo nuovo modello di città, soprattutto nei grandi agglomerati urbani (Grande Londra, Area Metropolitana di Roma, Area Metropolitana di Parigi etc. etc.). La normativa vigente in materia è estremamente eterogenea, soprattutto nel contesto italiano, e necessità di una fase di interazione e successiva armonizzazione per una corretta azione di politiche di sviluppo sostenibile delle città, anche in prospettiva di ciò che potremmo definire “città resilienti”; un primo elemento di analisi, ad esempio, riguarda l’applicazione della L. 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, strumento giuridico mal utilizzato dai comuni italiani ma che, se adottato correttamente, consentirebbe la realizzazione di una “struttura verde” complessa (parchi, giardini, verde indoor, green infrastructure etc. etc. ). Altro tema non meno rilevante riguarda la messa a sistema del patrimonio naturalistico protetto presente nelle aree metropolitane, con particolare attenzione alle “foreste urbane” e al loro rapporto (funzionale, ambientale, sociale, economico e culturale) con la città. Prendendo come case study Roma ci si trova davanti un contesto molto complesso, con la presenza di 19 Parchi terrestri e un’Area marina protetta; complessivmante, in base al Piano Regolatore generale del comune, i 2/3 del territorio costituiscono la Rete Ecologica cittadina. Inoltre, nell’area metropolitana di Roma sono presenti altre 6 Aree naturali protette oltre alla Riserva Naturale di Castel Porziano che rappresenta un esempio di Foresta Urbana su cui sviluppare interessanti modelli gestionali di Green infrastructure e di interazione tra Città e Risorse naturali in prospettiva sostenibile. Un’armonizzazione tra le politiche e le fonti giuridiche in materia di gestione e programmazione del territorio, del verde e degli spazi pubblici, delle infrastrutture e dei servizi pubblici essenziali, dell’edilizia pubblica e privata e delle politiche per la sostenibiltà, favorirebbe un nuovo modello di gestione della Città e un loro sviluppo sostenibile.

Urban Nature as a new model of interaction between city and environment: a politica and normative interpretation / Damiano, Stefano. - (2017), pp. 44-44. (Intervento presentato al convegno 3rd International Conference on "Changing Cities" tenutosi a Syros).

Urban Nature as a new model of interaction between city and environment: a politica and normative interpretation

Stefano Damiano
2017

Abstract

Nel 2007, per la prima volta nella storia dell’umanità, la popolazione che vive nelle città ha superato quella che abita nelle campagne. Questa data rappresenta, dunque, un momento di svolta epocale nel rapporto tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda, sottolineando l’ingresso in una nuova fase geologica definita come Antropocene. In questo contesto così straordinario, la domanda fondamentale riguarda le modalità attraverso cui città e natura interagiscono tra loro creando un “sistema vivente”; difatti, se da un lato vi è la necessità di favorire lo sviluppo della città, delle sue infrastrutture e dei servizi offerti, dall’altro è essenziale salvaguardare le risorse naturali e implementarne la presenza per fattori ambientali, di biodiversità, bioclimatici, sociali, identitari ed estetici. Il tema centrale, dunque, è la sostenibilità. Le “nature urbane” rappresentano un nuovo modello di interazione tra elementi vegetali e paesaggio urbano: in questo campo di azione rientrano le attività di agricoltura e foreste urbane, le infrastrutture verdi oltre a una differente gestione degli spazi pubblici e del rapporto tra edificio privato e spazio pubblico (dalla propria casa al quartiere alla città attraverso le infrastrutture); le “nature urbane”, dunque, sia nella fase di progettazione che in quella di realizzazione, rientrano nella più ampia sfera delle “politiche del territorio”. Se nel progetto di paesaggio urbano, però, il rapporto tra architettura e natura si realizza agevolmente, più complesso è creare le basi giuridiche che rendano possibile lo sviluppo di questo nuovo modello di città, soprattutto nei grandi agglomerati urbani (Grande Londra, Area Metropolitana di Roma, Area Metropolitana di Parigi etc. etc.). La normativa vigente in materia è estremamente eterogenea, soprattutto nel contesto italiano, e necessità di una fase di interazione e successiva armonizzazione per una corretta azione di politiche di sviluppo sostenibile delle città, anche in prospettiva di ciò che potremmo definire “città resilienti”; un primo elemento di analisi, ad esempio, riguarda l’applicazione della L. 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, strumento giuridico mal utilizzato dai comuni italiani ma che, se adottato correttamente, consentirebbe la realizzazione di una “struttura verde” complessa (parchi, giardini, verde indoor, green infrastructure etc. etc. ). Altro tema non meno rilevante riguarda la messa a sistema del patrimonio naturalistico protetto presente nelle aree metropolitane, con particolare attenzione alle “foreste urbane” e al loro rapporto (funzionale, ambientale, sociale, economico e culturale) con la città. Prendendo come case study Roma ci si trova davanti un contesto molto complesso, con la presenza di 19 Parchi terrestri e un’Area marina protetta; complessivmante, in base al Piano Regolatore generale del comune, i 2/3 del territorio costituiscono la Rete Ecologica cittadina. Inoltre, nell’area metropolitana di Roma sono presenti altre 6 Aree naturali protette oltre alla Riserva Naturale di Castel Porziano che rappresenta un esempio di Foresta Urbana su cui sviluppare interessanti modelli gestionali di Green infrastructure e di interazione tra Città e Risorse naturali in prospettiva sostenibile. Un’armonizzazione tra le politiche e le fonti giuridiche in materia di gestione e programmazione del territorio, del verde e degli spazi pubblici, delle infrastrutture e dei servizi pubblici essenziali, dell’edilizia pubblica e privata e delle politiche per la sostenibiltà, favorirebbe un nuovo modello di gestione della Città e un loro sviluppo sostenibile.
2017
3rd International Conference on "Changing Cities"
04 Pubblicazione in atti di convegno::04d Abstract in atti di convegno
Urban Nature as a new model of interaction between city and environment: a politica and normative interpretation / Damiano, Stefano. - (2017), pp. 44-44. (Intervento presentato al convegno 3rd International Conference on "Changing Cities" tenutosi a Syros).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1482598
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