What happens when the city acquires “eyes” and develops the ability to “see” what is happening within its boundaries? What about the risk of “losing anonymity”, one of the “most important qualities that diff erentiates a city from a village”? These research questions were chosen and developed for the Urban and Architecture Bi-City Biennale 2019 (UABB 2019, over 60 exhibits) in Shenzhen to understand how urban technologies - from facial recognition to ubiquitous detection - emerge today in the urban debate. These questions also provided an opportunity to explore the implications of technology, particularly in the development of major projects in China’s Great Bay area, and to find ways of using high-tech approaches to restore some of the essential qualities of the city, without forgetting the human and low-tech contribution. On the basis of the critical essays and curatorial statements of the UABB 2019 Biennale’s catalogue, we resume in this article it’s innovative approach. We also explore the above questions making a link to both research frameworks and topics: 1. The “Boundaries of the contemporary city model” explored by the research team of the China-Room at the Politecnico di Torino, and linked with the Tsinghua university in Beijing and the South China University of Technology in Guangzhou; 2. The “Metropolitan Architecture and Great Events” investigated by the UMR AUSser research team in Paris, jointly with the Shanghai Academy of Social Sciences, the CAUP-Tongji University in Shanghai and the Academy of Fine Arts of Guangzhou (MAGE Chair).

Cosa succede se la città acquisisce la capacità di “vedere” ciò che accade all’interno dei suoi confini, se gli strumenti off erti dalle nuove tecnologie divengono gli “occhi” di un ambiente costruito, che non è più solo l’oggetto passivo dello sguardo umano? Rischiamo di perdere il decantato diritto all’anonimato, garanzia di una città collettiva e democratica? Da queste domande nasce il tema Eyes of the city, scelto dai curatori dell’Urban and Architecture Bi-City Biennale 2019 di Shenzhen e Hong Kong per indagare il ruolo delle nuove tecnologie nel dibattito architettonico e urbano contemporaneo. La mostra, inaugurata a Shenzhen nel novembre scorso, ha esplorato le implicazioni dell’utilizzo di alte tecnologie nello sviluppo di grandi progetti urbani con uno sguardo particolare rivolto all’area cinese di Great Bay: una dimensione interessante in cui approcci High-tech hanno permesso di non trascurare - ma anzi rimettere al primo posto - il contributo umano e Lowtech e il ripristino di alcune qualità essenziali del vivere in città. Tra le sezioni tematiche in cui è stato articolato il percorso della mostra, particolarmente interessante si è rivelata la sessione Mobility Landscapes, incentrata sul ruolo chiave che la mobilità della nuova era può assumere per il progetto territoriale. La stessa location scelta per la mostra - la stazione metropolitana e ad alta velocità di Shenzhen - è stato il primo espediente per sperimentare un rapporto inedito tra infrastruttura e spazio urbano. La “stazione-museo”, luogo ideale per incontrare flussi di persone ed osservare la comunità dei visitatori, ha consentito infatti una inedita interpretazione del luogo espositivo contemporaneo: non più “una galleria di progetti curati” per un pubblico selezionato, ma un “forum aperto ad affrontare questioni di interesse generale e promuovere la ricerca sul campo” (Curatorial team UABB, 2019), un’occasione per sperimentare i vantaggi di un progetto espositivo Open-source. Per la prima volta infatti tutti i progetti esposti sono stati concepiti per una realizzazione completamente digitale e liberamente accessibile on-line. Sulla base dei saggi critici e delle dichiarazioni curatoriali cercheremo, nella prima parte dell’articolo, di ripercorrere e raccontare le tematiche emerse dal dibattito e l’approccio innovativo con cui cono state trattate; nella seconda parte, il racconto sarà incentrato sull’approfondimento di una delle otto sottosezioni della Biennale, Mobility Landscape. Lo sguardo d’analisi e i contenuti selezionati fanno eco alle ricerche condotte dal team della China Room del Politecnico di Torino e dal team del laboratorio UMR AUSser di Parigi, guidate dalla stessa convinzione dei curatori della mostra del ruolo cruciale del progetto nel ridefinire i confini della città contemporanea, esplorare scenari futuri alternativi e riflettere su di essi per affrontare le grandi sfide del presente.

Alta tecnologia e progetto urbano: la problematica della città intelligente esposta alla Futian Railway station di Shenzhen / Mazzoni, Cristiana; Magliacani, Flavia. - In: TRASPORTI & CULTURA. - ISSN 2280-3998. - anno XX:57(2021), pp. 131-137.

Alta tecnologia e progetto urbano: la problematica della città intelligente esposta alla Futian Railway station di Shenzhen

Flavia Magliacani
Co-primo
Writing – Original Draft Preparation
2021

Abstract

What happens when the city acquires “eyes” and develops the ability to “see” what is happening within its boundaries? What about the risk of “losing anonymity”, one of the “most important qualities that diff erentiates a city from a village”? These research questions were chosen and developed for the Urban and Architecture Bi-City Biennale 2019 (UABB 2019, over 60 exhibits) in Shenzhen to understand how urban technologies - from facial recognition to ubiquitous detection - emerge today in the urban debate. These questions also provided an opportunity to explore the implications of technology, particularly in the development of major projects in China’s Great Bay area, and to find ways of using high-tech approaches to restore some of the essential qualities of the city, without forgetting the human and low-tech contribution. On the basis of the critical essays and curatorial statements of the UABB 2019 Biennale’s catalogue, we resume in this article it’s innovative approach. We also explore the above questions making a link to both research frameworks and topics: 1. The “Boundaries of the contemporary city model” explored by the research team of the China-Room at the Politecnico di Torino, and linked with the Tsinghua university in Beijing and the South China University of Technology in Guangzhou; 2. The “Metropolitan Architecture and Great Events” investigated by the UMR AUSser research team in Paris, jointly with the Shanghai Academy of Social Sciences, the CAUP-Tongji University in Shanghai and the Academy of Fine Arts of Guangzhou (MAGE Chair).
2021
Cosa succede se la città acquisisce la capacità di “vedere” ciò che accade all’interno dei suoi confini, se gli strumenti off erti dalle nuove tecnologie divengono gli “occhi” di un ambiente costruito, che non è più solo l’oggetto passivo dello sguardo umano? Rischiamo di perdere il decantato diritto all’anonimato, garanzia di una città collettiva e democratica? Da queste domande nasce il tema Eyes of the city, scelto dai curatori dell’Urban and Architecture Bi-City Biennale 2019 di Shenzhen e Hong Kong per indagare il ruolo delle nuove tecnologie nel dibattito architettonico e urbano contemporaneo. La mostra, inaugurata a Shenzhen nel novembre scorso, ha esplorato le implicazioni dell’utilizzo di alte tecnologie nello sviluppo di grandi progetti urbani con uno sguardo particolare rivolto all’area cinese di Great Bay: una dimensione interessante in cui approcci High-tech hanno permesso di non trascurare - ma anzi rimettere al primo posto - il contributo umano e Lowtech e il ripristino di alcune qualità essenziali del vivere in città. Tra le sezioni tematiche in cui è stato articolato il percorso della mostra, particolarmente interessante si è rivelata la sessione Mobility Landscapes, incentrata sul ruolo chiave che la mobilità della nuova era può assumere per il progetto territoriale. La stessa location scelta per la mostra - la stazione metropolitana e ad alta velocità di Shenzhen - è stato il primo espediente per sperimentare un rapporto inedito tra infrastruttura e spazio urbano. La “stazione-museo”, luogo ideale per incontrare flussi di persone ed osservare la comunità dei visitatori, ha consentito infatti una inedita interpretazione del luogo espositivo contemporaneo: non più “una galleria di progetti curati” per un pubblico selezionato, ma un “forum aperto ad affrontare questioni di interesse generale e promuovere la ricerca sul campo” (Curatorial team UABB, 2019), un’occasione per sperimentare i vantaggi di un progetto espositivo Open-source. Per la prima volta infatti tutti i progetti esposti sono stati concepiti per una realizzazione completamente digitale e liberamente accessibile on-line. Sulla base dei saggi critici e delle dichiarazioni curatoriali cercheremo, nella prima parte dell’articolo, di ripercorrere e raccontare le tematiche emerse dal dibattito e l’approccio innovativo con cui cono state trattate; nella seconda parte, il racconto sarà incentrato sull’approfondimento di una delle otto sottosezioni della Biennale, Mobility Landscape. Lo sguardo d’analisi e i contenuti selezionati fanno eco alle ricerche condotte dal team della China Room del Politecnico di Torino e dal team del laboratorio UMR AUSser di Parigi, guidate dalla stessa convinzione dei curatori della mostra del ruolo cruciale del progetto nel ridefinire i confini della città contemporanea, esplorare scenari futuri alternativi e riflettere su di essi per affrontare le grandi sfide del presente.
mobility landscape; città; infrastrutture; densità urbana; tecnologie digitali
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Alta tecnologia e progetto urbano: la problematica della città intelligente esposta alla Futian Railway station di Shenzhen / Mazzoni, Cristiana; Magliacani, Flavia. - In: TRASPORTI & CULTURA. - ISSN 2280-3998. - anno XX:57(2021), pp. 131-137.
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