L’Europa - quale dimensione di una nuova, originale, statualità nel nostro continente – si costruisce superando definitivamente la originaria concezione del funzionalismo: questo modello era necessario sessant’anni fa, subito dopo la guerra, per aggirare i cascami del nazionalismo; ha dato grandi frutti, facendo fare passi enormi nella costruzione europea. Ma, il funzionalismo, essendo inevitabilmente una concezione depoliticizzata e depolicitizzante, giunto al tornante della politicità, ha mostrato tutti i suoi limiti. Eredi legittimi e diretti di questa concezione depoliticizzata e depoliticizzante sono state le equivoche teorie, andate per la maggiore negli ultimi trent’anni, dell’Europa delle Regioni e dell’Europa dei giudici, tutte e due basate sulla ambigua idea che si potesse costruire l’Europa aggirando l’inevitabile politicità del processo europeo, affidandone le scelte a circuiti apparentemente neutrali, quello substatale e quello giudiziario. Oggi, dopo Lisbona, accettando le asprezze che una tornata elettorale come quella del 23-26 maggio inevitabilmente porta con sé, va affermata, una volta per tutte, la dimensione finalmente politica del confronto e dello scontro che si sta svolgendo sul nostro continente.
Letture edificanti per combattere gli idola sull'Europa / Caravita di Toritto, Beniamino. - In: FEDERALISMI.IT. - ISSN 1826-3534. - 9/2019(2019), pp. 1-5.
Letture edificanti per combattere gli idola sull'Europa
Caravita di Toritto, Beniamino
2019
Abstract
L’Europa - quale dimensione di una nuova, originale, statualità nel nostro continente – si costruisce superando definitivamente la originaria concezione del funzionalismo: questo modello era necessario sessant’anni fa, subito dopo la guerra, per aggirare i cascami del nazionalismo; ha dato grandi frutti, facendo fare passi enormi nella costruzione europea. Ma, il funzionalismo, essendo inevitabilmente una concezione depoliticizzata e depolicitizzante, giunto al tornante della politicità, ha mostrato tutti i suoi limiti. Eredi legittimi e diretti di questa concezione depoliticizzata e depoliticizzante sono state le equivoche teorie, andate per la maggiore negli ultimi trent’anni, dell’Europa delle Regioni e dell’Europa dei giudici, tutte e due basate sulla ambigua idea che si potesse costruire l’Europa aggirando l’inevitabile politicità del processo europeo, affidandone le scelte a circuiti apparentemente neutrali, quello substatale e quello giudiziario. Oggi, dopo Lisbona, accettando le asprezze che una tornata elettorale come quella del 23-26 maggio inevitabilmente porta con sé, va affermata, una volta per tutte, la dimensione finalmente politica del confronto e dello scontro che si sta svolgendo sul nostro continente.File | Dimensione | Formato | |
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