Consumatosi tra i viaggiatori europei agli inizi dell'Ottocento il modello del Grand Tour come viaggio di formazione, la storia del viaggio degli italiani nella penisola nell’età contemporanea ha il suo punto di partenza negli anni della Restaurazione quando intellettuali, scrittori, giornalisti, uomini politici cominciano a spostarsi nei vari Stati preunitari attirati non soltanto dal desiderio di visitare i luoghi della classicità quanto piuttosto interessati all’alterità politica, sociale ed economica delle diverse realtà statuali. Partendo dall'età risorgimentale il contributo dà conto del milieu culturale e politico all'interno del quale si sviluppa il fenomeno del viaggio nella penisola e, in particolare, nell'Italia meridionale. Nei decenni successivi all’Unità, il viaggio degli italiani, sensibilizzati dalla rinnovata coscienza nazionale e patriottica, è volto alla scoperta del Paese e scrittori, giornalisti, uomini politici che viaggiano nelle varie parti della penisola si sentono investiti di una nuova responsabilità civile e sociale che li porta mediante la narrazione odeporica a dare una visione il più possibile omogenea del Paese. Le note di viaggio di molti viaggiatori italiani sono ancora nell’età postunitaria da un lato ricche di elogi sulla natura, sul patrimonio artistico, sulle usanze tipiche dei luoghi, dall’altro sulla scia dei viaggi inchiesta promossi in alcuni casi dal governo cominciano a prestare attenzione alle grandi questioni della politica italiana: l’arretratezza del Mezzogiorno, lo stato dell’agricoltura, le condizioni dell’industria, le disparità sociali. In tal senso opera il viaggio di Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino in Sicilia che nel 1876 dava vita a un'inchiesta privata.
Viaggi nell’Italia meridionale dopo l’Unità / Capuzzo, Ester. - (2020), pp. 157-171. (Intervento presentato al convegno Leopoldo Franchetti, il Mezzogiorno e la società italiana tenutosi a Avellino, Italy).
Viaggi nell’Italia meridionale dopo l’Unità
Capuzzo, Ester
2020
Abstract
Consumatosi tra i viaggiatori europei agli inizi dell'Ottocento il modello del Grand Tour come viaggio di formazione, la storia del viaggio degli italiani nella penisola nell’età contemporanea ha il suo punto di partenza negli anni della Restaurazione quando intellettuali, scrittori, giornalisti, uomini politici cominciano a spostarsi nei vari Stati preunitari attirati non soltanto dal desiderio di visitare i luoghi della classicità quanto piuttosto interessati all’alterità politica, sociale ed economica delle diverse realtà statuali. Partendo dall'età risorgimentale il contributo dà conto del milieu culturale e politico all'interno del quale si sviluppa il fenomeno del viaggio nella penisola e, in particolare, nell'Italia meridionale. Nei decenni successivi all’Unità, il viaggio degli italiani, sensibilizzati dalla rinnovata coscienza nazionale e patriottica, è volto alla scoperta del Paese e scrittori, giornalisti, uomini politici che viaggiano nelle varie parti della penisola si sentono investiti di una nuova responsabilità civile e sociale che li porta mediante la narrazione odeporica a dare una visione il più possibile omogenea del Paese. Le note di viaggio di molti viaggiatori italiani sono ancora nell’età postunitaria da un lato ricche di elogi sulla natura, sul patrimonio artistico, sulle usanze tipiche dei luoghi, dall’altro sulla scia dei viaggi inchiesta promossi in alcuni casi dal governo cominciano a prestare attenzione alle grandi questioni della politica italiana: l’arretratezza del Mezzogiorno, lo stato dell’agricoltura, le condizioni dell’industria, le disparità sociali. In tal senso opera il viaggio di Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino in Sicilia che nel 1876 dava vita a un'inchiesta privata.File | Dimensione | Formato | |
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