This manuscript is a PhD research about teaching and learning writing at the end of the first two years of the Upper secondary school. Writing is a topical issue in research also because of writing skills problems that constantly emerge in investigations. The aim of the study is to document how teachers teach writing, to analyze teachers' and students' opinions about writing and which kind of difficulties they have. The research, with an exploratory character and a mixed methodological approach, involved 23 Italian teachers and their 518 students and the data were collected between 2015 and 2016.
La scrittura e la sua didattica sono temi molto dibattuti nel mondo accademico italiano anche in ragione dei dati linguistici, spesso non rassicuranti, che costantemente emergono dalle indagini svolte su scala nazionale o locale sugli studenti medi o universitari. Sull’importanza della scrittura e sulla necessità di avere una solida competenza linguistica si è riflettuto e scritto molto a partire dagli anni ‘70, in particolare negli ambiti della linguistica testuale e dell’educazione linguistica. Da tale contesto, e attingendo anche ad alcune ricerche di Psicologia dell’educazione, nasce la presente ricerca, di carattere esplorativo, che si incentra sulla didattica e l’apprendimento dell’italiano scritto alla fine dell’obbligo scolastico. Lo studio ha interessato le 15 scuole secondarie di II grado di Campobasso (8 Licei, 4 Istituti Tecnici e 3 Professionali) e i dati sono stati raccolti tra il 2015 e il 2016. Hanno partecipato 23 docenti di italiano, che sono stati intervistati individualmente in profondità su diverse dimensioni dello scrivere e dell’insegnare a scrivere e in particolare su: formazione all’insegnamento della scrittura, opinioni sulla scrittura, metodi e pratiche didattiche. Oltre ai docenti hanno partecipato alla ricerca i loro alunni (518 in totale), provenienti da 26 classi seconde, ai quali è stato chiesto di scrivere una lettera di consigli su come ottenere una buona valutazione di un tema (prova 9 dell’indagine IEA IPS), è stato somministrato un questionario su abitudini, problemi percepiti e opinioni sulla scrittura (adattato da una ricerca dell’Iprase Trentino) ed è stato chiesto di rispondere a delle domande aperte su temi affini. Sono stati inoltre raccolti dati socioculturali di sfondo (titolo di studio dei genitori, numero di libri posseduti in casa, voto di uscita dalle scuole medie, altre informazioni sulla carriera scolastica ecc.). Le voci degli insegnanti sono state trattate con un approccio qualitativo, mentre è stato scelto un approccio quantitativo nel trattare le risposte al questionario studenti e nel codificare in variabili le risposte alle domande aperte. La ricerca parte dalla situazione linguistica descritta dalle ricerche nazionali e locali, che parla di una popolazione studentesca con problemi nell’italiano scritto in diversi aspetti della testualità e in particolare nell’organizzazione testuale e nella capacità di muoversi tra i vari registri linguistici. Sul versante normativo invece, le Indicazioni Nazionali per i Licei e le Linee guida per istituti Tecnici e Professionali – raccogliendo anche le indicazioni che arrivano dall’Europa –fissano obiettivi molto alti in termini di scrittura. Lo studio si propone di esplorare lo spazio tra la realtà linguistica descritta e gli obiettivi di apprendimento in italiano fissati dalla normativa. Sulla scorta della letteratura di riferimento, vengono esplorati il versante dell’insegnamento e dell’apprendimento. Per i docenti si ipotizza che abbiano costruito il proprio sapere professionale sul campo, non avendo avuto una preparazione universitaria o post universitaria specifica per l’insegnamento dell’italiano. I dati perlopiù lo confermano e dicono che le metodologie didattiche, pur in una scuola in parte rinnovata dall’introduzione del nuovo Esame di Stato, non variano molto rispetto al passato e che le maggiori difficoltà didattiche riguardano i fenomeni più complessi della testualità, aspetto che va letto in parallelo con l’insegnamento della grammatica, spesso legato ancora a modelli obsoleti che tengono poco conto di nuove acquisizioni teoriche – e conseguentemente didattiche - della linguistica. Il tutto rientra nel problema più generale della formazione degli insegnanti, di quelli di italiano in particolare, che spesso arrivano in classe da percorsi universitari in cui le questioni linguistiche non sono state affrontate, così come non lo sono state durante la formazione postuniversitaria. Per quanto riguarda gli studenti, c’è innanzitutto da tener presente una diversità socioculturale tra chi frequenta i licei e chi i tecnici e in particolare i professionali: nel secondo gruppo di scuole gli studenti hanno alle spalle famiglie con livelli di studio più bassi rispetto ai liceali e tra loro è più alto il numero di ripetenti. Gli strumenti di ricerca impiegati riguardano in generale l’atteggiamento verso la scrittura, le abitudini, le preferenze di scrittura, la percezione delle proprie difficoltà e l’idea di buona scrittura scolastica che i ragazzi hanno. Dal questionario a risposte chiuse emergono quattro fattori che descrivono due atteggiamenti positivi e due negativi nei confronti della scrittura: il piacere e l’utilità da un lato, la difficoltà e l’insicurezza dall’altro. Scrivere è considerato un piacere soprattutto dalle ragazze, un atteggiamento negativo, invece, si riscontra più tra gli studenti di tecnici e professionali. Dalle risposte alle domande aperte, codificate in variabili, emerge che la scrittura gode in genere di una buona considerazione da parte degli studenti, in particolare come mezzo di comunicazione con gli altri; sembra un aspetto molto scontato ma invece si scontra con un annoso problema della scrittura scolastica, molto presente in letteratura, quello del destinatario. Tale indicazione potrebbe essere raccolta e usata didatticamente per praticare più scritture con destinatari reali (per esempio con le possibilità comunicative offerte dal web) e potrebbe essere connessa anche alle risposte alla domanda sul tipo di scrittura praticata più volentieri. Gli stessi studenti, invece, dicono di usare poco la scrittura come supporto allo studio, altro aspetto che meriterebbe di essere affrontato in chiave didattica e che sottolinea un vizio della scrittura a scuola: è un oggetto di valutazione ma non se ne sfruttano appieno le potenzialità come strumento di apprendimento. Le lettere (prova 9 IEA IPS) sono state analizzate solo in funzione dei consigli che contengono seguendo il sistema di codifica della metodologia IEA. Il consiglio più frequente è quello di attenersi alla traccia, seguito dallo stare attenti alla grammatica e all’ortografia e dal rileggere il compito prima. La ricerca ha un limite dichiarato: quello di indagare gli atteggiamenti e le idee linguistiche attorno alla scrittura e non i fatti di lingua; tuttavia questa resta una possibilità offerta dal materiale raccolto, costituito da circa 500 testi di lettere e 1500 risposte alle domande aperte, che potranno in futuro essere sottoposti ad analisi di linguistica computazionale o analisi affini. Il complesso dei dati raccolti traccia un quadro di come la scrittura sia percepita e considerata dagli studenti e offre indicazioni importanti agli insegnanti sui punti su cui insistere di più nell’insegnare a scrivere e sulle forme testuali con cui poter coinvolgere maggiormente gli studenti meno inclini a scrivere.
Insegnare e imparare a scrivere nella scuola secondaria di II grado / Rossi, Luca. - (2017 Sep 25).
Insegnare e imparare a scrivere nella scuola secondaria di II grado
ROSSI, LUCA
25/09/2017
Abstract
This manuscript is a PhD research about teaching and learning writing at the end of the first two years of the Upper secondary school. Writing is a topical issue in research also because of writing skills problems that constantly emerge in investigations. The aim of the study is to document how teachers teach writing, to analyze teachers' and students' opinions about writing and which kind of difficulties they have. The research, with an exploratory character and a mixed methodological approach, involved 23 Italian teachers and their 518 students and the data were collected between 2015 and 2016.File | Dimensione | Formato | |
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