Nella città di Roma, le vicende che hanno caratterizzato sette artisti individuati come Scuola di San Lorenzo si sono rivelate particolarmente significative in una falce temporale che è stata testimone del fallimento sociale degli ideali delle Avanguardie e di uno “stato di crisi” dell’arte che si è gradualmente risolto, a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, in un generale ritorno alla fisicità dell'opera e all'utilizzo dei media tradizionali. Domenico Bianchi, Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Nunzio Di Stefano, Piero Pizzi Cannella e Marco Tirelli si sono formati nel clima concettuale romano della metà degli anni Settanta e tutti loro hanno ritrovato la corporeità dell'opera secondo un approccio manuale di stampo tradizionale. Anche grazie a una serie di interviste inedite condotte con gli artisti e a materiale d’archivio da questi fornito, l’articolo si propone di analizzare un nucleo di disegni esplicativo di quella cruciale fase di passaggio durante la quale i sanlorenzini hanno sentito l'esigenza di riporre nuova fiducia nella tecnica grafica, alla ricerca di una strada capace di condurli a un nuovo ritorno alla pittura e alla scultura.
Dalla trasparenza alla materia. (Di)segni della Scuola di San Lorenzo per un ritorno alla pittura a Roma tra fine anni Settanta e primi anni Ottanta del Novecento / de Pinto, Livia. - In: PREDELLA. - ISSN 1827-8655. - 47:(2020).
Dalla trasparenza alla materia. (Di)segni della Scuola di San Lorenzo per un ritorno alla pittura a Roma tra fine anni Settanta e primi anni Ottanta del Novecento
de Pinto, Livia
2020
Abstract
Nella città di Roma, le vicende che hanno caratterizzato sette artisti individuati come Scuola di San Lorenzo si sono rivelate particolarmente significative in una falce temporale che è stata testimone del fallimento sociale degli ideali delle Avanguardie e di uno “stato di crisi” dell’arte che si è gradualmente risolto, a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, in un generale ritorno alla fisicità dell'opera e all'utilizzo dei media tradizionali. Domenico Bianchi, Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Nunzio Di Stefano, Piero Pizzi Cannella e Marco Tirelli si sono formati nel clima concettuale romano della metà degli anni Settanta e tutti loro hanno ritrovato la corporeità dell'opera secondo un approccio manuale di stampo tradizionale. Anche grazie a una serie di interviste inedite condotte con gli artisti e a materiale d’archivio da questi fornito, l’articolo si propone di analizzare un nucleo di disegni esplicativo di quella cruciale fase di passaggio durante la quale i sanlorenzini hanno sentito l'esigenza di riporre nuova fiducia nella tecnica grafica, alla ricerca di una strada capace di condurli a un nuovo ritorno alla pittura e alla scultura.File | Dimensione | Formato | |
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