A tuttx è capitato di utilizzare un bagno pubblico e trovarsi di fronte una scelta: una figurina in pantalone e una con la gonna. Per molte persone immedesimarsi è immediato. Il progetto “Gender free toilet. Just use it” vuole scardinare questo automatismo, partendo dalle esperienze di quelle persone che, invece, di fronte alle due porte si interrogano, si fermano e, spesso, si forzano a scegliere una delle due opzioni. Per mettere in discussione il binarismo cis-eteronormativo il progetto che qui presentiamo, e che proprio in questi giorni ha fatto la sua uscita pubblica sui bagni dello Short Theater festival di Roma, iniziando ad ammiccare da un numero sempre maggiore di porte, vorrebbe sostituire in ogni luogo pubblico ai bagni divisi per genere, uno o più bagni gender free, ovvero attraversabili e utilizzabili da tutte le persone, siano esse trans*, non binarie o cisgender. Come? Affiggendo sulle porte un adesivo, risultato di una riflessione collettiva: abbiamo infatti chiesto a persone amiche di pensare a quante volte fosse capitato loro di dover utilizzare un bagno pubblico e di non trovare sulla porta un simbolo che fosse rappresentativo e che lx facesse sentire a proprio agio. Il risultato è stata una raccolta di idee e forme di autorappresentazione a cui è stata data forma grafica. Partire dalla modifica, anche visiva, degli spazi pubblici, di quegli spazi che quotidianamente attraversiamo e che contribuiscono, come nel caso dei bagni, a dar forma e forza all’invisibilizzazione e all’oppressione di quelle soggettività che vengono percepite come “fuori norma” e “fuori luogo”, è per noi un modo di prendere posizione semplice, ma di grande impatto per il superamento del binarismo di genere. Per trasformare gli ambienti e renderli più sicuri e fruibili per tutte le soggettività che non rientrano nella dicotomia maschile-femminile; per cambiare la società, com’è organizzata e, quindi, anche il nostro modo di pensarla.
“Non sono speciale devo solo pisciare”. Incursioni grafiche per decostruire il binarismo cis-eteronormativo a partire dai bagni pubblici / Capesciotti, Marta; Marini, Sara; Rosati, Fausta; Santambrogio, Alessia. - In: ROOTS§ROUTES. - ISSN 2039-5426. - (2020).
“Non sono speciale devo solo pisciare”. Incursioni grafiche per decostruire il binarismo cis-eteronormativo a partire dai bagni pubblici
Sara Marini;Fausta Rosati;
2020
Abstract
A tuttx è capitato di utilizzare un bagno pubblico e trovarsi di fronte una scelta: una figurina in pantalone e una con la gonna. Per molte persone immedesimarsi è immediato. Il progetto “Gender free toilet. Just use it” vuole scardinare questo automatismo, partendo dalle esperienze di quelle persone che, invece, di fronte alle due porte si interrogano, si fermano e, spesso, si forzano a scegliere una delle due opzioni. Per mettere in discussione il binarismo cis-eteronormativo il progetto che qui presentiamo, e che proprio in questi giorni ha fatto la sua uscita pubblica sui bagni dello Short Theater festival di Roma, iniziando ad ammiccare da un numero sempre maggiore di porte, vorrebbe sostituire in ogni luogo pubblico ai bagni divisi per genere, uno o più bagni gender free, ovvero attraversabili e utilizzabili da tutte le persone, siano esse trans*, non binarie o cisgender. Come? Affiggendo sulle porte un adesivo, risultato di una riflessione collettiva: abbiamo infatti chiesto a persone amiche di pensare a quante volte fosse capitato loro di dover utilizzare un bagno pubblico e di non trovare sulla porta un simbolo che fosse rappresentativo e che lx facesse sentire a proprio agio. Il risultato è stata una raccolta di idee e forme di autorappresentazione a cui è stata data forma grafica. Partire dalla modifica, anche visiva, degli spazi pubblici, di quegli spazi che quotidianamente attraversiamo e che contribuiscono, come nel caso dei bagni, a dar forma e forza all’invisibilizzazione e all’oppressione di quelle soggettività che vengono percepite come “fuori norma” e “fuori luogo”, è per noi un modo di prendere posizione semplice, ma di grande impatto per il superamento del binarismo di genere. Per trasformare gli ambienti e renderli più sicuri e fruibili per tutte le soggettività che non rientrano nella dicotomia maschile-femminile; per cambiare la società, com’è organizzata e, quindi, anche il nostro modo di pensarla.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.