Lo status dell’italianità e soprattutto dell’italofonia in Slovenia va necessariamente osservato e studiato da due prospettive differenti. L’una, la principale, che riguarda sia l’italianità che l’italofonia, è quella all’interno della zona bilingue, nel sud-ovest del paese, nell’Istria slovena, tra il confine di stato italo-sloveno e quello sloveno-croato, e comprendente parte dei comuni di Ancarano, Capodistria, Isola e Pirano; l’altra, secondaria, che riguarda solo l’italofonia, e cioè la diffusione della conoscenza dell’italiano nel resto del Paese e il suo insegnamento. Prima di affrontare distintamente tali questioni, viene ripercorso brevemente lo sviluppo del confine storico-politico e di quello etnico-linguistico relativo alle regioni in oggetto, spaziando tra il Friuli orientale e la Venezia-Giulia, con le attuali province di Udine, Gorizia e Trieste, e le regioni statistiche del Litorale e Carso (Obalno-kraška) e del Goriziano (Goriška), comprendente l’Isontino, il Goriziano e la Valle del Vipacco, il Carso e infine l’Istria slovena. Ciò al fine di illustrare, innanzitutto, come i confini politici non siano quasi mai coincisi con quelli etnolinguistici e, in secondo luogo, per mostrare come il contatto tra gruppi di lingua romanza e gruppi di lingua slava sia stato di durata secolare, caratterizzato da diffusi fenomeni di interazione e assimilazione reciproca.
Italianità e italofonia in Slovenia / Trovesi, Andrea; Bažec, Helena. - (2020), pp. 19-40. (Intervento presentato al convegno Multilinguismo ed italofonia in Europa centro-orientale tenutosi a Como).
Italianità e italofonia in Slovenia.
Andrea Trovesi;
2020
Abstract
Lo status dell’italianità e soprattutto dell’italofonia in Slovenia va necessariamente osservato e studiato da due prospettive differenti. L’una, la principale, che riguarda sia l’italianità che l’italofonia, è quella all’interno della zona bilingue, nel sud-ovest del paese, nell’Istria slovena, tra il confine di stato italo-sloveno e quello sloveno-croato, e comprendente parte dei comuni di Ancarano, Capodistria, Isola e Pirano; l’altra, secondaria, che riguarda solo l’italofonia, e cioè la diffusione della conoscenza dell’italiano nel resto del Paese e il suo insegnamento. Prima di affrontare distintamente tali questioni, viene ripercorso brevemente lo sviluppo del confine storico-politico e di quello etnico-linguistico relativo alle regioni in oggetto, spaziando tra il Friuli orientale e la Venezia-Giulia, con le attuali province di Udine, Gorizia e Trieste, e le regioni statistiche del Litorale e Carso (Obalno-kraška) e del Goriziano (Goriška), comprendente l’Isontino, il Goriziano e la Valle del Vipacco, il Carso e infine l’Istria slovena. Ciò al fine di illustrare, innanzitutto, come i confini politici non siano quasi mai coincisi con quelli etnolinguistici e, in secondo luogo, per mostrare come il contatto tra gruppi di lingua romanza e gruppi di lingua slava sia stato di durata secolare, caratterizzato da diffusi fenomeni di interazione e assimilazione reciproca.File | Dimensione | Formato | |
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