Il V Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici dell’IPCC registra un significativo incremento della frequenza e dell’intensità di eventi estremi quali ondate di calore, precipitazioni estreme, siccità e alluvioni (IPCC, 2014). In particolare, in Europa, negli ultimi decenni, l’aumento e l’intensità delle ondate di calore hanno causato molteplici conseguenze, in primis sulla salute pubblica e sul benessere, colpendo maggiormente le fasce di popolazione più fragili (EEA, 2012). Gli effetti più rilevanti si hanno nelle città, dove la presenza maggiore di superfici artificiali amplifica l’effetto isola di calore urbana (EEA, 2017a, 2017b). Ciò riguarda in particolare la parte di città esistente compatta e consolidata, caratterizzata da tessuti densi, in cui le aree destinate a verde sono ridotte e gravemente frammentate, e in cui il patrimonio edilizio e le attrezzature pubbliche sono carenti sotto il profilo del comfort termico e del risparmio energetico. Tale contesto si configura quale ambito privilegiato per la sperimentazione di strategie di rigenerazione urbana (Ricci, 2017, 2018) basate su un approccio ecosistemico (UNEP/CBD/COP/5/23) e finalizzate alla costruzione di assetti urbani sostenibili e resilienti (EC, 2013a), incentrati sulla costruzione della città pubblica riorganizzata in forma di green infrastructure (EC, 2013b, 2015) per assicurare alle comunità locali qualità dell’ambiente urbano, benessere e salute pubblica. Il Paper si pone l’obiettivo di esplicitare, alcuni riferimenti concettuali e operativi per la sperimentazione, al fine di contribuire alla riflessione inerente l’integrazione di strategie di rigenerazione resilienti e adattive basate sulla natura e sui servizi ecosistemici, all’interno del sistema di pianificazione alla scala locale. A tal fine, il Paper darà conto dell’utilizzo di un metodo comparativo e induttivo, connotato da integrazione, interdisciplinarietà e interscalarità, fatto proprio e sperimentato nella ricerca di Ateneo Sapienza 2019 “Le reti verdi e blu come matrici di rigenerazione urbana e territoriale. Nuovi strumenti di pianificazione resiliente e forme di progettualità condivisa” (PI I. Poli). In particolare, il Paper indaga lo stato della pianificazione in Italia, analizzando esperienze di pianificazione alla scala locale in cui le strategie di rigenerazione assumono la costruzione di green infrastructure (Gasparrini, 2019) per l’erogazione dei servizi ecosistemici (Giaimo, 2019) quale contributo essenziale al welfare urbano. La questione dell’adattamento al climate change stimola la riflessione, oggi più che mai indifferibile, sull’innovazione del sistema di pianificazione, in cui i temi della salute dell’individuo e degli ecosistemi, tradizionalmente ai margini disciplinari, assumano una rinnovata valenza per la costruzione di una città sostenibile e resiliente, contribuendo a innovare il concetto stesso di welfare urbano, per garantire il diritto alla salute e all’ambiente come parte di un più esteso diritto alla città (Lefebvre, 1968).
Città esistente e cambiamenti climatici. Un approccio ecosistemico per la rigenerazione urbana / Uras, Silvia; Poli, Irene. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 0392-5005. - 289 s.i.(2020), pp. 18-22.
Città esistente e cambiamenti climatici. Un approccio ecosistemico per la rigenerazione urbana
Uras Silvia;Poli Irene
2020
Abstract
Il V Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici dell’IPCC registra un significativo incremento della frequenza e dell’intensità di eventi estremi quali ondate di calore, precipitazioni estreme, siccità e alluvioni (IPCC, 2014). In particolare, in Europa, negli ultimi decenni, l’aumento e l’intensità delle ondate di calore hanno causato molteplici conseguenze, in primis sulla salute pubblica e sul benessere, colpendo maggiormente le fasce di popolazione più fragili (EEA, 2012). Gli effetti più rilevanti si hanno nelle città, dove la presenza maggiore di superfici artificiali amplifica l’effetto isola di calore urbana (EEA, 2017a, 2017b). Ciò riguarda in particolare la parte di città esistente compatta e consolidata, caratterizzata da tessuti densi, in cui le aree destinate a verde sono ridotte e gravemente frammentate, e in cui il patrimonio edilizio e le attrezzature pubbliche sono carenti sotto il profilo del comfort termico e del risparmio energetico. Tale contesto si configura quale ambito privilegiato per la sperimentazione di strategie di rigenerazione urbana (Ricci, 2017, 2018) basate su un approccio ecosistemico (UNEP/CBD/COP/5/23) e finalizzate alla costruzione di assetti urbani sostenibili e resilienti (EC, 2013a), incentrati sulla costruzione della città pubblica riorganizzata in forma di green infrastructure (EC, 2013b, 2015) per assicurare alle comunità locali qualità dell’ambiente urbano, benessere e salute pubblica. Il Paper si pone l’obiettivo di esplicitare, alcuni riferimenti concettuali e operativi per la sperimentazione, al fine di contribuire alla riflessione inerente l’integrazione di strategie di rigenerazione resilienti e adattive basate sulla natura e sui servizi ecosistemici, all’interno del sistema di pianificazione alla scala locale. A tal fine, il Paper darà conto dell’utilizzo di un metodo comparativo e induttivo, connotato da integrazione, interdisciplinarietà e interscalarità, fatto proprio e sperimentato nella ricerca di Ateneo Sapienza 2019 “Le reti verdi e blu come matrici di rigenerazione urbana e territoriale. Nuovi strumenti di pianificazione resiliente e forme di progettualità condivisa” (PI I. Poli). In particolare, il Paper indaga lo stato della pianificazione in Italia, analizzando esperienze di pianificazione alla scala locale in cui le strategie di rigenerazione assumono la costruzione di green infrastructure (Gasparrini, 2019) per l’erogazione dei servizi ecosistemici (Giaimo, 2019) quale contributo essenziale al welfare urbano. La questione dell’adattamento al climate change stimola la riflessione, oggi più che mai indifferibile, sull’innovazione del sistema di pianificazione, in cui i temi della salute dell’individuo e degli ecosistemi, tradizionalmente ai margini disciplinari, assumano una rinnovata valenza per la costruzione di una città sostenibile e resiliente, contribuendo a innovare il concetto stesso di welfare urbano, per garantire il diritto alla salute e all’ambiente come parte di un più esteso diritto alla città (Lefebvre, 1968).File | Dimensione | Formato | |
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