Negli ultimi quarant’anni, l’arte contemporanea ha assistito ad un’ibridazione sempre più accentuata con generi e pratiche della cultura di massa che hanno avvicinato i marchi del lusso e della moda agli artisti per integrarli nella catena del valore: gli artisti hanno iniziato a collaborare con le case del lusso e della moda, e a sua volta l’architettura contemporanea è diventata uno dei simboli più potenti utilizzati dalle imprese per mediare l’identità e affermare interessi istituzionali. Su questo sfondo vanno inquadrate le trasformazioni delle modalità di produzione, presentazione e fruizione che hanno accompagnato l’arte contemporanea nel suo avvicendarsi alla sfera economica: dal momento che le imprese e i privati sono divenuti “investitori culturali”, quale impatto ha il tipo di lavoro prodotto dagli artisti? Con questo contributo si vuole avviare una discussione sul rinnovamento istituzionale del sistema artistico contemporaneo dovuto all’intrecciarsi della sfera economica con quella culturale, sulle nuove espressioni dell’arte contemporanea che il mecenatismo del XXI secolo invita a sperimentare, e sul mutamento del ruolo dell’artista e le relazioni con il committente. L’analisi avverrà prendendo in esame due casi di studio, Fondazione Prada e Fondation Louis Vuitton, considerando il soggetto di analisi in un’ottica di comparazione tra stati e in una prospettiva che mette al centro il “tessuto relazionale” del campo artistico.
Fondazioni d'arte contemporanea nella moda e nel lusso / Mazzotta, Sara. - 4:(2020), pp. 191-204. (Intervento presentato al convegno XI Convegno interdisciplinare dei Dottorandi e Dottori di Ricerca, CRISI E TRASFORMAZIONI 2019 tenutosi a Roma).
Fondazioni d'arte contemporanea nella moda e nel lusso
Sara Mazzotta
2020
Abstract
Negli ultimi quarant’anni, l’arte contemporanea ha assistito ad un’ibridazione sempre più accentuata con generi e pratiche della cultura di massa che hanno avvicinato i marchi del lusso e della moda agli artisti per integrarli nella catena del valore: gli artisti hanno iniziato a collaborare con le case del lusso e della moda, e a sua volta l’architettura contemporanea è diventata uno dei simboli più potenti utilizzati dalle imprese per mediare l’identità e affermare interessi istituzionali. Su questo sfondo vanno inquadrate le trasformazioni delle modalità di produzione, presentazione e fruizione che hanno accompagnato l’arte contemporanea nel suo avvicendarsi alla sfera economica: dal momento che le imprese e i privati sono divenuti “investitori culturali”, quale impatto ha il tipo di lavoro prodotto dagli artisti? Con questo contributo si vuole avviare una discussione sul rinnovamento istituzionale del sistema artistico contemporaneo dovuto all’intrecciarsi della sfera economica con quella culturale, sulle nuove espressioni dell’arte contemporanea che il mecenatismo del XXI secolo invita a sperimentare, e sul mutamento del ruolo dell’artista e le relazioni con il committente. L’analisi avverrà prendendo in esame due casi di studio, Fondazione Prada e Fondation Louis Vuitton, considerando il soggetto di analisi in un’ottica di comparazione tra stati e in una prospettiva che mette al centro il “tessuto relazionale” del campo artistico.File | Dimensione | Formato | |
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