Ancient legacies and urban design: restoration and arrangement of the Porta Maggiore in the age of Gregory XVI The double archway of the ancient front of Acqua Claudia, a magnificent monument derived by the bifurcation of the Via Praenestina and Via Labicana, was cleared of the buildings overlapped in "the barbaric era" by Pope Gregory XVI (1831-1846), a great lover of archaeology. The ancient monument became the fulcrum of an urban area designed with neoclassical taste: this operation, merging functional aims to the rediscovery of a precious classical heritage, established with modest means – and a weak impact of renovation – a true primacy within the pontifical Rome. This contribution deals with this well-known story occurred in 1837-41 focusing on the restoration approach to the monument and on the reconfiguration of the urban role of the great ancient structure. The decision-making process regarding design and intervention is reconstructed in greater detail and the individual contribution and the role of Giuseppe Valadier, Clemente Folchi and Giuseppe De Fabris is also better clarified.

Il doppio fornice dell’antica mostra dell’Acqua Claudia, soluzione architettonica maestosa dovuta alla biforcazione delle vie Prenestina e Labicana, fu 'liberato' per ordine del pontefice Gregorio XVI (1830-1846), cultore di archeologia, dalle sovrapposizioni edilizie "di epoca barbarica". Attraverso l’intervento, l’antico monumento fu riproposto come fulcro di un nodo urbano disegnato con gusto neoclassico: un’operazione che, connettendo ragioni funzionali alla riscoperta integrale di una preziosa testimonianza classica, stabilì un vero primato nella città, anche se con mezzi modesti, e con una debole portata rinnovatrice nella Roma pontificia. La nota vicenda, svoltasi negli anni 1837-1841, viene affrontata in questo contributo secondo un’ottica incentrata sull’approccio al restauro del monumento e alla riconsiderazione del ruolo urbano della grande struttura antica. Viene ricostruito in modo più approfondito l’iter decisionale riguardo al progetto e all’intervento e viene inoltre chiarito l’apporto individuale e il ruolo degli artefici coinvolti: Giuseppe Valadier, Clemente Folchi e Giuseppe De Fabris.

Vestigia antiche e progetto urbano: il restauro e la sistemazione della Porta Maggiore al tempo di Gregorio XVI / Caperna, Maurizio. - In: QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA. - ISSN 0485-4152. - numero speciale, 2019(2020), pp. 585-592.

Vestigia antiche e progetto urbano: il restauro e la sistemazione della Porta Maggiore al tempo di Gregorio XVI

Maurizio Caperna
2020

Abstract

Ancient legacies and urban design: restoration and arrangement of the Porta Maggiore in the age of Gregory XVI The double archway of the ancient front of Acqua Claudia, a magnificent monument derived by the bifurcation of the Via Praenestina and Via Labicana, was cleared of the buildings overlapped in "the barbaric era" by Pope Gregory XVI (1831-1846), a great lover of archaeology. The ancient monument became the fulcrum of an urban area designed with neoclassical taste: this operation, merging functional aims to the rediscovery of a precious classical heritage, established with modest means – and a weak impact of renovation – a true primacy within the pontifical Rome. This contribution deals with this well-known story occurred in 1837-41 focusing on the restoration approach to the monument and on the reconfiguration of the urban role of the great ancient structure. The decision-making process regarding design and intervention is reconstructed in greater detail and the individual contribution and the role of Giuseppe Valadier, Clemente Folchi and Giuseppe De Fabris is also better clarified.
2020
Il doppio fornice dell’antica mostra dell’Acqua Claudia, soluzione architettonica maestosa dovuta alla biforcazione delle vie Prenestina e Labicana, fu 'liberato' per ordine del pontefice Gregorio XVI (1830-1846), cultore di archeologia, dalle sovrapposizioni edilizie "di epoca barbarica". Attraverso l’intervento, l’antico monumento fu riproposto come fulcro di un nodo urbano disegnato con gusto neoclassico: un’operazione che, connettendo ragioni funzionali alla riscoperta integrale di una preziosa testimonianza classica, stabilì un vero primato nella città, anche se con mezzi modesti, e con una debole portata rinnovatrice nella Roma pontificia. La nota vicenda, svoltasi negli anni 1837-1841, viene affrontata in questo contributo secondo un’ottica incentrata sull’approccio al restauro del monumento e alla riconsiderazione del ruolo urbano della grande struttura antica. Viene ricostruito in modo più approfondito l’iter decisionale riguardo al progetto e all’intervento e viene inoltre chiarito l’apporto individuale e il ruolo degli artefici coinvolti: Giuseppe Valadier, Clemente Folchi e Giuseppe De Fabris.
Porta Maggiore; Gregorio XVI; Archeologia; Restauro; Giuseppe Valadier; Clemente Folchi; Giuseppe De Fabris
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Vestigia antiche e progetto urbano: il restauro e la sistemazione della Porta Maggiore al tempo di Gregorio XVI / Caperna, Maurizio. - In: QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA. - ISSN 0485-4152. - numero speciale, 2019(2020), pp. 585-592.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1466022
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