Modalità di partecipazione politica e comportamento di voto

L’articolo si pone l’obiettivo di individuare specifiche forme di partecipazione politica diffuse in un campione di elettori romani, di coglierne il radicamento e di procedere ad una loro caratterizzazione alla luce di una serie di attributi che, complessivamente, definiscono il modo di stare in società dei soggetti raggiunti (generazione, classe sociale, genere, religione di appartenenza, ecc.). La natura delle trasformazioni politiche occorse in Italia nell’ultimo quindicennio rendono il tema della partecipazione politica un terreno di studio complesso, in cui, diversamente da quanto avveniva in passato, non esistono linee di demarcazione chiare, profili sociali agevolmente leggibili, forme di identificazione inequivocabili. Se un tempo variabili come classe sociale di appartenenza, religione e territorio riuscivano a dar conto, in modo quasi del tutto autonomo, del comportamento politico degli italiani, nel panorama attuale il potere esplicativo/predittivo di questi classici indicatori si è profondamente ridimensionato. Il campione analizzato, non discostandosi poi molto dalle caratteristiche salienti del più ampio elettorato italiano, risulta essere ripartito in quattro aree: quella del voto stabile al centro-sinistra e quella del voto stabile al centro-destra, quella del non voto e quella del voto mobile. Ciò che colpisce, al di là delle differenze, pure importanti, rispetto alle classiche variabili di base, è la profonda distanza tra gli universi valoriali che questi elettorati intrattengono, con implicazioni in ordine all’atteggiamento nei confronti della politica, delle istituzioni, della comunicazione politica, delle modalità di appartenenza, dei traguardi sociali rilevanti, della percezione dei punti di forza e di debolezza del Paese. In altre parole, la mancanza di un minimo comune denominatore relativamente al futuro dell’Italia.