Il design da molto tempo utilizza l’idea del ready-made proveniente dall’arte; con questo approccio progettuale, le caratteristiche funzionali-estetiche dell’oggetto “riciclato” diventano determinanti per la qualità funzionale-estetica dell’oggetto nuovo. Storicamente esiste un ventaglio di motivazioni che vanno dall’estetica familiare alla citazione colta, all’atto sovversivo, ma anche al riciclaggio ecologico creativo o al risparmio previa prefabbricati. L’articolo si focalizza sull’evoluzione recente della strategia progettuale ready-made, la quale si diffonde anche grazie alla proliferazione del digitale in ogni ambito della vita e del lavoro. L’immaterialità dei dati implica una facilità di replicazione, trasformazione, trasporto e condivisione. Da quando le attività intellettuali e progettuali si svolgono largamente in uno spazio digitale e interconnesso, è naturale che la prassi creativa evolvi verso l’utilizzo intensifi cato di progetti (o componenti) pre-esistenti, le quali possono essere raccolti da qualsiasi angolo del mondo in tempo reale. La pratica del libero ed esplicito riciclaggio di progetti altrui parte dal mondo dell’informatica, dallo sviluppo software open source. In relazione con questo, il mondo del design dei prodotti digitali (web e mobile) ha adottato paradigmi come il cosiddetto atomic design e anche strumenti progettuali che facilitano l’assemblaggio di elementi preesistenti, piuttosto che il libero disegno di elementi grafi ci. Ma l’idea del ready-made è altrettanto viva nel design di artefatti fi sici: l’open design è un elemento fondamentale del movimento maker ed è agevolata da numerose piattaforme che facilitano la condivisione e sviluppo di progetti di ogni tipo. Dunque, il ready-made (digitale) oggi abbassa le barriere del lavoro produttivo, stimola l’avvio di pratiche virtuose e democratizza l’accesso a prodotti tecnologici raffi nati, allo stesso tempo aumentando la resilienza delle comunità creative.
Design e Ready Made nell’era digitale / Malakuczi, Viktor. - In: DIID. DISEGNO INDUSTRIALE INDUSTRIAL DESIGN. - ISSN 1594-8528. - (2017), pp. 35-43.
Design e Ready Made nell’era digitale
Viktor Malakuczi
2017
Abstract
Il design da molto tempo utilizza l’idea del ready-made proveniente dall’arte; con questo approccio progettuale, le caratteristiche funzionali-estetiche dell’oggetto “riciclato” diventano determinanti per la qualità funzionale-estetica dell’oggetto nuovo. Storicamente esiste un ventaglio di motivazioni che vanno dall’estetica familiare alla citazione colta, all’atto sovversivo, ma anche al riciclaggio ecologico creativo o al risparmio previa prefabbricati. L’articolo si focalizza sull’evoluzione recente della strategia progettuale ready-made, la quale si diffonde anche grazie alla proliferazione del digitale in ogni ambito della vita e del lavoro. L’immaterialità dei dati implica una facilità di replicazione, trasformazione, trasporto e condivisione. Da quando le attività intellettuali e progettuali si svolgono largamente in uno spazio digitale e interconnesso, è naturale che la prassi creativa evolvi verso l’utilizzo intensifi cato di progetti (o componenti) pre-esistenti, le quali possono essere raccolti da qualsiasi angolo del mondo in tempo reale. La pratica del libero ed esplicito riciclaggio di progetti altrui parte dal mondo dell’informatica, dallo sviluppo software open source. In relazione con questo, il mondo del design dei prodotti digitali (web e mobile) ha adottato paradigmi come il cosiddetto atomic design e anche strumenti progettuali che facilitano l’assemblaggio di elementi preesistenti, piuttosto che il libero disegno di elementi grafi ci. Ma l’idea del ready-made è altrettanto viva nel design di artefatti fi sici: l’open design è un elemento fondamentale del movimento maker ed è agevolata da numerose piattaforme che facilitano la condivisione e sviluppo di progetti di ogni tipo. Dunque, il ready-made (digitale) oggi abbassa le barriere del lavoro produttivo, stimola l’avvio di pratiche virtuose e democratizza l’accesso a prodotti tecnologici raffi nati, allo stesso tempo aumentando la resilienza delle comunità creative.File | Dimensione | Formato | |
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